Meloni al Demographic summit di Budapest: “In Occidente si è sviluppato un sentimento nemico della famiglia”
- 15/09/2023
- Popolazione
Il Demographic summit di Budapest (14-16 settembre) ha visto Giorgia Meloni tra i principali relatori. Il vertice è stata anche l’occasione per parlare della questione migratoria, al centro delle cronache politiche degli ultimi giorni e saldamente legata alla demografia italiana ed europea.
Mettendo subito in chiaro la propria posizione, il presidente del Consiglio italiano è intervenuto nel primo giorno dell’evento dal palco del Demographic Summit spiegando che l’immigrazione non può essere la risposta della politica all’inverno demografico. “Spesso, in maniera strumentale, si sostiene che la migrazione contribuirà alla crescita delle nostre popolazioni. Io non sono d’accordo con questa narrazione. Sono convinta che le grandi nazioni debbano prendere decisioni per garantire il futuro e la sicurezza” ha detto Giorgia Meloni davanti al suo alleato e omologo ungherese Viktor Orban.
Meloni ha quindi ribadito che “I migranti, se pienamente integrati, possono dare un contributo, ma dobbiamo essere più responsabili per noi, come cittadini europei, trovando soluzioni alle crisi del sistema europeo”.
Forte dei risultati ottenuti dal padrone di casa Orban in termini di natalità, il presidente del Consiglio ha aggiunto che l’inverno demografico non è un futuro ineluttabile per l’Italia: “il declino della popolazione non è un destino, è una scelta. E non è la scelta a cui guardiamo”.
Per la leader di Fratelli d’Italia la denatalità non è solo frutto del contesto economico in cui si trovano i giovani, ma di un “sentimento nemico della famiglia” che si sarebbe sviluppato nella società occidentale. Meloni denuncia quindi una crisi di valori e di identità durante il Demographic summit di Budapest, “tutto ciò che ci definisce è sotto attacco. [Serve] una grande battaglia per difendere le famiglie, difendere l’identità, difendere Dio e tutte le cose che hanno costruito la nostra civiltà”, ha continuato la leader di Fratelli d’Italia che punta ad “avviare un cambiamento sostanziale e culturale”.
Un cambiamento che per il presidente del Consiglio passa dalla longevità dell’esecutivo: “Obiettivo del nostro governo rimanere in carica per molti anni, cosa inusuale in Italia, a differenza dell’Ungheria. Il nostro governo ha come priorità assoluta il numero di nascite, il sostegno alle famiglie. Per un futuro che sia migliore del presente”.
Il Demographic summit di Budapest (14-16 settembre) ha visto Giorgia Meloni tra i principali relatori. Il vertice è stata anche l’occasione per parlare della questione migratoria, al centro delle cronache politiche degli ultimi giorni e saldamente legata alla demografia italiana ed europea.
Mettendo subito in chiaro la propria posizione, il presidente del Consiglio italiano è intervenuto nel primo giorno dell’evento dal palco del Demographic Summit spiegando che l’immigrazione non può essere la risposta della politica all’inverno demografico. “Spesso, in maniera strumentale, si sostiene che la migrazione contribuirà alla crescita delle nostre popolazioni. Io non sono d’accordo con questa narrazione. Sono convinta che le grandi nazioni debbano prendere decisioni per garantire il futuro e la sicurezza” ha detto Giorgia Meloni davanti al suo alleato e omologo ungherese Viktor Orban. .
Meloni ha quindi ribadito che “I migranti, se pienamente integrati, possono dare un contributo, ma dobbiamo essere più responsabili per noi, come cittadini europei, trovando soluzioni alle crisi del sistema europeo”.
Forte dei risultati ottenuti dal padrone di casa Orban in termini di natalità, il presidente del Consiglio ha aggiunto che l’inverno demografico non è un futuro ineluttabile per l’Italia: “il declino della popolazione non è un destino, è una scelta. E non è la scelta a cui guardiamo”.
Per la leader di Fratelli d’Italia la denatalità non è solo frutto del contesto economico in cui si trovano i giovani, ma di un “sentimento nemico della famiglia” che si sarebbe sviluppato nella società occidentale. Meloni denuncia quindi una crisi di valori e di identità durante il Demographic summit di Budapest, “tutto ciò che ci definisce è sotto attacco. [Serve] una grande battaglia per difendere le famiglie, difendere l’identità, difendere Dio e tutte le cose che hanno costruito la nostra civiltà”, ha continuato la leader di Fratelli d’Italia che punta ad “avviare un cambiamento sostanziale e culturale”.
Un cambiamento che per il presidente del Consiglio passa dalla longevità dell’esecutivo: “Obiettivo del nostro governo rimanere in carica per molti anni, cosa inusuale in Italia, a differenza dell’Ungheria. Il nostro governo ha come priorità assoluta il numero di nascite, il sostegno alle famiglie. Per un futuro che sia migliore del presente”.
Come funziona il modello ungherese per la natalità?
“L’Ungheria ci dimostra che le cose possono cambiare se operiamo con coraggio. Con i suoi provvedimenti, il governo ungherese ha fermato il calo della natalità, ha aumentato il numero dei posti di lavoro e in particolare l’occupazione femminile”, ha continuato dal palco Giorgia Meloni elogiando il modello magiaro.
Ecco i principali elementi della politica familiare ungherese:
- Divieto di adozione per coppie dello stesso sesso e per i single: in Ungheria le adozioni da parte di coppie dello stesso sesso e persone single non sono permesse. Questa politica ribadisce chiaramente il concetto di “famiglia tradizionale”;
- Esenzione fiscale per le madri con almeno 4 figli: le donne che partoriscono e si prendono cura di almeno 4 figli godono di un’esenzione a vita dalla tassa sui redditi;
- Prestiti a interessi ridotti per le donne sotto i 40 anni che si sposano: le donne sotto i 40 anni che si sposano per la prima volta possono accedere a questo beneficio. Inoltre, in caso di nascita del secondo figlio, 1/3 del debito viene estinto, e tutti gli interessi vengono cancellati alla nascita del terzo figlio;
- Bonus casa per famiglie numerose: le famiglie con due o più figli possono beneficiare di un bonus casa. Inoltre, ogni nuovo nato comporta un aumento di 3.000 all’assistenza finanziaria fornita alle famiglie;
- Aumento dei posti negli asili pubblici: sono stati creati 21.000 nuovi posti negli asili pubblici per aiutare le famiglie a gestire le esigenze dei loro figli;
- Congedo parentale per nonni: i nonni hanno diritto a un congedo parentale fino al compimento dei tre anni dei nipoti, il che può agevolare la gestione dei figli per i genitori. Tuttavia, i padri hanno diritto solo a 5 giorni di congedo pagato, mentre le madri hanno diritto a 24 settimane, estendibili fino ai tre anni del bambino;
- Sussidio per l’acquisto di macchine a sette posti;
- Trattamenti di fecondazione assistita gratuiti: per contrastare il calo delle nascite, l’Ungheria offre trattamenti di fecondazione assistita gratuiti, ma solo alle coppie eterosessuali.
Dopo la parentesi 1998-2002, Orban governa l’Ungheria dal 2010 e sin da subito ha messo la demografia al centro della sua politica. Secondo le stime di Politico Europe, il governo Orban investe circa il 5% del Pil nazionale per sostenere il tasso di natalità.
La politica ungherese per la famiglia ha generato i suoi frutti, elogiati da Meloni nel corso del Demographic Summit di Budapest: il tasso di fertilità è passato da una media di 1,23 figli per donna nel 2011 a 1,61 figli per donna nel 2021. Numeri che non sono riusciti a invertire la rotta perché la popolazione magiara continua a diminuire, seppure a un ritmo più blando.
Dal canto suo, il governo italiano cerca le risorse da destinare alla natalità per la prossima Manovra fiscale e prepara delle ipotesi di intervento, come l’aumento dell’Assegno unico universale a partire dal secondo figlio.
Meloni, Orban e l’asse per il futuro
Dopo il suo intervento, Meloni è stata lodata da Orban: “Negli ultimi anni è successo di tutto e di più. Siamo all’ombra di una guerra, ma sono successe anche cose buone: Meloni e la destra italiana hanno vinto le elezioni in Italia, è fantastico. Dobbiamo riconoscere che qui a Budapest mai ci saremmo aspettati che ci sarebbe stato un governo italiano patriota, filo-famiglia e cristiano. Complimenti Meloni”, ha detto dal palco il presidente ungherese.
I due leader si sono quindi confrontanti in camera caritatis per un’ora, durante la quale hanno discusso di questioni legate alla migrazione. Una dichiarazione ufficiale rilasciata da Palazzo Chigi riassume l’accordo tra i due dove si sottolinea l’importanza di affrontare tempestivamente e con decisione la sfida della migrazione, considerata una questione comune che richiede una risposta collettiva dell’Unione europea.
Come scrive la nota ufficiale di Palazzo Chigi, Meloni e Orban “hanno ribadito la necessità di concentrarsi sulla dimensione esterna per prevenire le partenze, soprattutto attraverso un deciso sostegno politico ed economico ai Paesi di origine e di transito dei migranti, un maggiore impegno nella lotta alle reti di trafficanti di esseri umani ed un’efficace politica di rimpatrio per coloro che non hanno diritto di rimanere in Europa. Dovrebbero essere attuati anche meccanismi di condizionalità per garantire la cooperazione dei Paesi di origine”.
Infine, i due leader si sono impegnati a una stretta collaborazione tra i loro governi in vista della presidenza ungherese del Consiglio dell’Unione europea nel secondo semestre del 2024.
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