Chiara Balistreri su TikTok: “Il mio ex scappato dai domiciliari, registro prima che diventi l’ennesimo caso di femminicidio”
- 08/11/2024
- Popolazione
Chiara Balistreri ha appena 21 anni e la sua vita è di nuovo in pericolo: “Preferisco registrarmi da viva prima che diventi l’ennesimo caso di femminicidio” denuncia su TikTok la giovane ragazza di Bologna prima di attaccare le istituzioni italiane per la situazione in cui si trova. Due anni e mezzo fa, Chiara è stata pestata con calci e pugni dal compagno, che lei ha denunciato.
@chiara_balistreri___ .
L’uomo, Gabriel, ha trascorso due anni di latitanza all’estero, prima di finire agli arresti domiciliari il 26 ottobre scorso, quando una telefonata anonima al 113 ha avvertito la polizia, e la ragazza, del suo rientro in città. Ma gli arresti domiciliari non sono serviti a nulla: il ragazzo è scappato e ora è di nuovo a piede libero nonostante le gravi minacce rivolte alla donna: “In questi due anni e mezzo non ha mai smesso con le minacce, non ha mai smesso di dire che sarebbe ritornato a bruciarmi con l’acido, ad uccidermi, a farmela pagare per averlo denunciato”, ha raccontato su TikTok Chiara Balistreri, la cui storia è stata ripresa anche da“Le Iene” e “Chi l’ha visto?”
Chiara Balistreri contro i domiciliari per l’ex
Le parole della giovane donna fanno riflettere sulla necessità di prevedere nuove regole e meccanismi di tutela specifici, adeguati alla fattispecie. Dopo l’efferato femminicidio di Giulia Cecchettin da parte dell’ex Filippo Turetta, l’opinione pubblica ha sviluppato una maggiore comprensione di quanto gli uomini malati di gelosia e/o invidia siano più imprevedibili di molti criminali, nonché estremamente pericolosi per le donne che finiscono nel loro mirino. L’ennesima prova arriva dalla stessa Chiara che in passato, su TikTok, aveva già dato conto delle minacce ricevute dall’ex anche dopo la condanna del giudice.
È giusto concedere gli arresti domiciliari in queste condizioni, assumendosi il rischio che l’uomo, ormai fuori controllo, scappi e vada a caccia della sua vittima? “Vorrei ringraziare il giudice che ha dato la possibilità a Gabriel di ritornare a casa sua, di farlo scappare per la seconda volta dopo che si è dichiarato latitante per due anni e mezzo”, attacca Chiara. “Mi chiedo anche se quel giudice” avrebbe “dato la stessa pena a Gabriel” e avrebbe usato “lo stesso metro di misura se io fossi stata sua figlia”, si chiede amareggiata la ragazza, che non comprende la scelta dei domiciliari “Nonostante un tentato omicidio (…) una latitanza, violenze fisiche, domestiche e lesioni gravi” perpetrate per cinque anni dall’ex compagno Gabriel che, spiega Chiara, è potuto tornare “nella stessa casa dove mi ha rotto il naso”, prima di scappare per la seconda volta.
La giovane ragazza non usa giri di parole: “Preferisco dare la mia testimonianza e parlarne ora da viva prima che diventi l’ennesimo caso di femminicidio”, confessa impaurita e allo stesso tempo arrabbiata: “Non so che piega prenderà la vicenda, che piega prenderà la mia vita. Mi domando perché in Italia bisogna per forza aspettare la tragedia per muoversi e per fare qualcosa nel giusto modo”.
Intanto, Chiara Balistreri non può più vivere la propria vita normalmente, deve avere paura di andare al lavoro, di uscire, di avere una vita normale, ora che il suo ex è di nuovo a piede libero.
Cosa dice la legge
In Italia, il femminicidio non è un reato specifico, bensì rientra nella fattispecie generica dell’omicidio. Il Codice penale prevede pene specifiche e aggravanti per i reati di violenza di genere, ma non prevede ancora pene e misure specifiche per il femminicidio rispetto all’omicidio come denuncia la stessa Chiara Balistreri. Negli anni, sono state introdotte modifiche legislative che contemplano aggravanti per determinati contesti.
La legislazione si è evoluta specialmente dopo la ratifica della Convenzione di Istanbul nel 2013, che ha fornito un quadro normativo per la protezione delle donne contro ogni forma di violenza. Nello stesso anno, il decreto-legge 93 ha introdotto misure urgenti per la sicurezza e il contrasto alla violenza di genere. Nel 2019, con la legge numero 69, è stato rafforzato il Codice Rosso che prevede specifiche tutele per le vittime di violenza domestica e di genere, introducendo nuove fattispecie penali (ma non il reato di femminicidio) e l’inasprimento delle pene per reati come maltrattamenti e stalking. Il Codice Rosso prevede anche una corsia preferenziale per le denunce di violenza.
Pene previste
- Omicidio: la pena per omicidio può variare da un minimo di 21 anni fino all’ergastolo in casi di particolare gravità;
- Violenza sessuale: le pene variano da 6 a 12 anni, mentre per la violenza sessuale di gruppo si va da 12 a 14 anni. In caso di reati sessuali contro una persona con cui si ha avuto una relazione affettiva, è prevista la pena dell’ergastolo;
- Maltrattamenti in famiglia: le pene vanno da 3 a 7 anni, con aggravamenti in caso di vittime vulnerabili (come donne in gravidanza o minori);
- Stalking: la pena per stalking varia da 6 mesi a 6 anni, con possibilità di aggravamento in caso di relazioni affettive.
Aggravanti specifiche
La legge italiana prevede diverse aggravanti che possono aumentare le pene nei seguenti casi:
- Stalking: se il reato è commesso nei confronti di una donna in stato di gravidanza o da parte di un coniuge/ex coniuge, la pena è aumentata;
- Violenza sessuale: le aggravanti si applicano se la vittima è un minore o una donna in gravidanza. In tali situazioni, la pena può aumentare fino a un terzo;
- Minacce: la multa per minacce può arrivare fino a 1.032 euro, rispetto ai 51 euro previsti precedentemente;
- Lesioni permanenti: il delitto di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso è punito con pene da 8 a 14 anni;
- Violazione dei provvedimenti: La violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare è punita con pene da 6 mesi a 3 anni.
La legge n. 168 del 2023 ha previsto ulteriori modifiche al Codice Rosso, come il potenziamento delle misure cautelari, e l’introduzione dell’uso del braccialetto elettronico per monitorare i trasgressori. I numeri sui femminicidi e la situazione della giovane Chiara Balistreri che non può più vivere una vita normale nonostante la condanna al suo ex fidanzato dimostrano che la legge non fa sentire sicure le donne minacciate dagli uomini.
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