Medico dona sperma senza consenso e nascono 105 figli: leggi, limiti e costi della pratica di inseminazione
- 11/04/2024
- Fertilità
Donare lo sperma è possibile in numerosi Paesi, ma entro quali limiti? Per rispondere a questo interrogativo basterebbe informarsi sulle proprie leggi statali o rivolgersi ad una banca del seme e parlare con un medico o esperto del settore. Questo è ciò che non ha fatto Jan Karbaat che ha trasformato il proprio settore lavorativo in una “missione di vita” donando il proprio sperma fino ad avere, si stima, oltre 105 figli. La Donor Child Foundation, che difende gli interessi dei bambini donatori, ha recentemente confermato questo numero, fermo da cinque anni a “solo” 49 bambini. Karbaat avrebbe inseminato pazienti, con il proprio sperma, senza il loro consenso. A confermarlo, i dati del Dna.
Ma come è stato possibile e quali sono le leggi che regolamentano questa pratica? Scopriamolo insieme.
Donare sperma in Italia
La donazione dello sperma rientra tra le pratiche di procreazione medicalmente assistita. Con la sentenza n. 162 del 2014 la Corte costituzionale ha dichiarato costituzionalmente illegittimo il divieto di fecondazione eterologa (cioè, alla fecondazione con gamete maschile di donatore esterno alla coppia nel caso) imposto dalla legge n. 40 del 2004 all’art. 4 comma 3. Si tratta di una sentenza “storica”, perché ha consentito le tecniche di procreazione medicalmente assistita per “coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi” (art. 5 della legge).
Con la dichiarazione di incostituzionalità la Corte ha abolito il precedente divieto e ha aperto la strada alla fecondazione eterologa, precisando che “sia stata diagnosticata una patologia che sia causa di sterilità o infertilità assolute ed irreversibili”.
L’origine della sentenza
La sentenza nasce dal reclamo fatto al Tribunale di Milano da parte di una coppia di coniugi. I due chiedevano che fosse ordinato in via di urgenza ad un medico chirurgo al quale si erano rivolti di eseguire in loro favore la fecondazione eterologa, a causa dell’infertilità assoluta da cui risultava affetto l’uomo. Un precedente storico si era verificato in Austria. Il Paese, come l’Italia, vietava la fecondazione eterologa, ma a Corte Europea aveva dichiarato che l’art.8 della Cedu prevede che nessuna pubblica autorità possa inferirsi nella vita privata e familiare. In altre parole, consentì la fecondazione eterologa per la coppia, ma non imponeva all’Austria di cambiare la propria legge.
La Corte Costituzionale suggerì al Tribunale di Milano di far sì che la coppia seguisse lo stesso iter, ma il Tribunale chiese che venisse dichiarata illegittima la norma che vietava la fecondazione eterologa per contrasto con l’art. 2 (formazione di una famiglia); con l’art. 29 (concetto di famiglia che non sia nemico dei diritti dei singoli); con l’art. 3 (le coppie povere non potrebbero permettersi di andare all’estero per procurarsi la fecondazione eterologa); con l’art. 31 (secondo cui la coppia avrebbe diritto ad avere figli). La stessa questione, in termini più o meno analoghi, veniva anche proposta dai Tribunali di Firenze e di Catania, per casi analoghi. La sentenza che ne conseguì fu che la Corte si arrogava il diritto di valutare la ragionevolezza o meno delle scelte del legislatore e non solo la costituzionalità o meno delle norme contenute nella legge. Cosa accadde? La Corte affermò che la fecondazione eterologa, al momento della legge n.40, non era prevista e il suo divieto non era stato imposto da nessuna direttiva o normativa europea: “costituzionalmente illegittima” perché vietava alle coppie sterili di avere figli.
Requisiti e limiti per la donazione di sperma
I requisiti per la donazione dello sperma variano da banca a banca del seme. In linea di massima, però, prevedono l’essere maggiorenni e non superare i 50 anni; donare volontariamente e consapevolmente; non avere malattie infettive come Hiv, epatite B o C o sifilide; non avere malattie generiche o alterazioni ereditarie; richiesta una buona salute fisica e mentale dimostrata da test medici e psicologici e un’eccellente qualità seminale.
I limiti principali riguardano che le coppie siano sposate, nella maggior parte dei casi e che dallo stesso donatore non ne derivino più di 6-25 figli. La scelta di limitare la nascita di bambini da parte dello stesso donatore è legata alla pratica dell’incesto, illegale nella maggior parte degli Stati che la considerano come dannosa e pericolosa per le conseguenze che ne possano derivare.
Nell’Unione Europea, solo otto paesi stabiliscono un compenso per le donazioni di sperma. In termini assoluti, la Grecia (200 euro) e la Germania (80-150 euro) sono quelle che pagano di più. La Danimarca, considerata una meta ambita per la donazione dello sperma ha fissato il limite a 67,20 euro, mentre Portogallo e Spagna, tra 45 e 55 euro, e Bulgaria, a soli 15 euro. Il Regno Unito, prima della Brexit, fissava la sua tariffa a circa 41 euro per donazione. In Italia, la donazione avviene in modo volontario e gratuito: non è previsto compenso per chi decide di donare.
L’apertura spagnola
Uno degli Stati più permessivi in merito alle pratiche di fecondazione medicalmente assistita è la Spagna. Con i suoi “sì” alla genitorialità single, all’anonimato del donatore, alla fecondazione post morte e persino alla selezione del sesso del nascituro, si posiziona sul podio dei Paesi con più libertà per le coppie e non, che abbiano intenzione di rivolgersi alla scienza per creare un nucleo familiare.
Tra morale ed etica
La pratica di donazione dello sperma, insieme alle altre pma, non è priva di implicazioni morali e etiche. Dall’anonimato del donatore, vietato in molti Paesi del Nord Europa, così come i limiti di nascite che ne deriveranno per evitare incesti futuri.
La fertilità è divenuta un settore medico-commerciale enorme e le banche del seme ne costituiscono una parte cruciale e redditizia. Secondo Grand View Research, società di ricerche di mercato con sede in California, il business globale delle banche del seme potrebbe valere quasi 5 miliardi di dollari entro il 2025. Questo dato deriva dal fatto che numerose persone posticipano l’età fertilità con conseguenti problemi di concepimento. La legalizzazione e regolamentazione delle coppie omogenitoriali, inoltre, rappresentano spesso il 60% della clientela delle banche del seme, portando i governi nazionali ad avere maggior controllo delle pratiche di pma.
Non è un caso, che una sentenza in Alabama, ad esempio, abbia considerato omicidio colposo la perdita casuale di ovociti in una clinica di fecondazione in vitro. Così come il divieto di anonimato per i donatori ha contribuito ad una carenza di sperma. A questo panorama, si aggiunge poi, il numero di persone che sceglie Paesi in cui le pratiche di pma, compresa la donazione di sperma, avvengono in tempi brevi, come ad Hong Kong e in Svizzera, dove però solo le coppie eterosessuali sposate possono beneficiare del trattamento. Così come in Francia sono escluse lesbiche e donne single.
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