Dove si trova il più piccolo comune d’Italia e perché è il primo di tante città fantasma
Meno nascite, meno cittadini nel futuro. Questo è il dato che è emerso da una ricerca dell’Università dell’Illinois che ha mostrato come saranno alcune città del mondo fra diversi anni, in seguito al fenomeno dello spopolamento. Lo studio, pubblicato su Nature Cities, ha mostrato come potrebbero apparire gli Stati Uniti nel 2100: “città fantasma” è il termine usato dai ricercatori. La popolazione di circa 15 mila città potrebbe ridursi fino a sparire completamente.
In Italia, il fenomeno è già presente e alcuni piccoli borghi e città dell’entroterra iniziano ad avere queste sembianze. Popolate da un numero residuo di cittadini, spesso con un’età superiore ai 65 anni, queste città sono oggetto di studio e di approfondimento da parte del Governo, in cerca di soluzioni sostenibili a supporto degli abitanti di questi luoghi. Incentivi a comprare casa, proposte di co-working, hotspot per i nomadi digitali, sono alcune delle sfide messe in campo negli ultimi anni.
“Il modo in cui stiamo vivendo ora è tutto basato sulla crescita, ma quasi la metà delle città negli Stati Uniti si stanno spopolando – ha affermato l’autrice Sybil Derrible, ingegnere urbano presso l’Università dell’Illinois di Chicago -. “La conclusione è che dobbiamo abbandonare la pianificazione basata sulla crescita, che richiederà un enorme cambiamento culturale nella pianificazione e nell’ingegneria delle città”.
Ma vediamo nel dettaglio quali sono in Italia.
L’Italia: tra piccole realtà e spopolamento
In Italia ci sono quasi 8 mila comuni. I dati Istat dal 1994 ad oggi riportano un calo di oltre mille città. Il fenomeno della fusione delle amministrazioni è un fenomeno conseguente alle migrazioni e oggi anche al calo delle nascite che ha imposto le amministrazioni regionali e i Governi che si sono successi ad agglomerare sotto singoli apparati comunali, più paesi e annessi cittadini.
Nelle scorse settimane, è nata una proposta di legge, a firma Riccardo Marchetti (Lega), che ha per oggetto la possibilità di ‘nascere’ ufficialmente nel comune o paese di residenza dei genitori, anche se non dotato di una struttura per il parto. L’iniziativa riguarda la ricerca di una soluzione alla sospensione di diversi punti nascita sul territorio nazionale. Da 600 nel 2010 a meno di 400 nel 2022: i punti nascita si sono ridotti radicalmente e alcuni non raggiungono neanche le 500 nascite annue raccomandate.
A livello di superficie i comuni italiani più piccoli sono quelli di Atrani (Campania), Miagliano (Piemonte) e Fiorano Al Serio (Lombardia), con una superficie di quasi un chilometro quadrato. Ma il più piccolo è quello di Morterone, che conta una trentina di abitanti ed è situato nella provincia di Lecco, in Lombardia.
Comuni di questo tipo rischiano di diventare delle vere e proprie città fantasma con conseguente sovraffollamento di alcune realtà che oggi sono a densità elevata. Le conseguenze di tale fenomeno sono già evidenti: dalla sanità ai trasporti, sino alla ricerca di lavoro, le proposte di soluzioni sembrano ancora insufficienti.
La ricerca
Come constatato dall’Università dell’Illinois, però, questo fenomeno non è solo un fenomeno nostrano, ma sta colpendo tutto il mondo. Dal Giappone, Cina, Francia, Russia fino agli Stati Uniti, il calo mondiale della popolazione porterà a delle conseguenze stimate che in molti casi possono apparire catastrofiche. Ricerche in merito, però, hanno anche smentito questa visione, promuovendo un modello differente: si tratterebbe, secondo le stime della Divisione Popolazione delle Nazioni Unite, la popolazione mondiale aumenterà di quasi 2 miliardi di persone nei prossimi 30 anni, dagli attuali 8 miliardi a 9,7 miliardi nel 2050 e potrebbe raggiungere il picco di quasi 10,4 miliardi a metà degli anni 2080. Il problema resteranno la distribuzione sui territori, la gestione delle migrazioni e la ripartizione delle ricchezze tra le popolazioni.
