Sempre più pensionati lasciano casa per trasferirsi in una più piccola
- 15/10/2024
- Popolazione
“La Casa è il luogo della Memoria”, diceva don Luigi Giussani, ma i pensionati italiani sembrano sempre più in disaccordo con questa idea. Stando alle statistiche notarili del 2023, su mille acquisti con agevolazione prima casa, ottantasette hanno almeno 65 anni.
Leggendo tra le righe, la motivazione potrebbe essere proprio l’importo della pensione. Spesso, infatti, dopo che i figli hanno lasciato il nido dei genitori, i pensionati italiani lasciano la casa di una vita, il “luogo della Memoria” di Luigi Giussani, per trasferirsi in una più piccola. L’obiettivo è racimolare qualche migliaio di euro dalla differenza tra la vecchia e la nuova dimora, per integrare l’assegno pensionistico, spesso molto basso.
L’Ufficio studi di Tecnocasa, che non può accedere alla totalità dei rogiti come fanno i notai, registra che la quota di acquisti degli over 64 calcolata su tutte le finalità e non solo sulla prima casa è del 9,9%. In pratica, per il database dell’agenzia, un acquisto immobiliare su dieci viene fatto dai pensionati.
Giova ricordare che, nonostante l’età pensionabile sia fissata a 67 anni, in Italia si va in pensione mediamente a 64,2 anni. Una situazione che il Belpaese, in piena crisi demografica, non può permettersi, tanto che il governo sta progressivamente disincentivando le pensioni anticipate.
Quando lasciano casa i giovani italiani?
L’Italia, inoltre, è il Paese Ue dove i giovani lasciano casa più tardi. Non perché siano ‘mammoni’, ma perché i salari sono troppo bassi. Dagli ultimi dati Istat emerge che sempre più under 34 italiani vivono con i genitori: due su tre sono ancora sotto il tetto della propria famiglia.
Il rapporto Annuale Istat certifica il peggioramento del trend. Il 67,4% dei giovani tra i 18 e i 34 anni che vivono con i propri genitori, un dato che dal 2002 al 2022 è aumentato di 8 punti percentuali. Traducendo i numeri in parole, il concetto è lampante: il lavoro non basta (l’Italia vive un ottimo momento sotto il profilo del livello occupazionale), servono stipendi più alti soprattutto per le nuove generazioni.
La correlazione tra lavoro e indipendenza emerge chiaramente dai dati Istat: nelle Regioni in cui c’è il picco di giovani che vivono con i loro genitori c’è anche un tasso di disoccupazione particolarmente alto in quella fascia di età.
Diventa allora dirimente osservare che ai giovani italiani tra i 15 e i 24 anni viene riservata la metà dei tre milioni di contratti a tempo determinato. Esattamente l’opposto di cosa serve ai giovani per fare un progetto di vita credibile, senza il timore di essere schiacciati dai debiti.
Povertà e crisi demografica sono intrinsecamente collegate perché avere un figlio costa. E costa sempre di più, seguendo l’andamento del mercato che negli ultimi anni ha visto un diffuso aumento dei prezzi a cui, in Italia, non è corrisposto un aumento dei salari.
Dinamiche ancora più evidenti tra i giovani, costretti a fare una “nuova gavetta” dopo il percorso universitario che già li porta a entrare nel mondo del lavoro più tardi degli altri cittadini europei.
Il risultato è tanto logico, quanto sconfortante: in Italia più sei giovane, più sei povero. Lo dimostrano ampiamente i dati Istat relativi al 2023, da cui emerge che nella penisola l’incidenza di povertà assoluta più elevata si registra per i minori di 18 anni (il 14% rispetto al 9,8% della media della popolazione, 1,3 milioni di minori), seguiti dai 18-34enni e dai 35-44enni (11,9 e 11,8%).
Ma quando i figli, con grande fatica, riescono a lasciare casa, che dimora scelgono gli anziani italiani?
Le case scelte dagli anziani
Dai dati notarili risulta che le scelte di acquisto degli over 65 italiani che acquistano un nuovo immobile:
- Nel 59% dei casi acquistano l’abitazione principale;
- Nel 27,7% dei casi comprano per investimento;
- Nel 13,3% dei casi, l’acquisto ha ad oggetto una casa vacanze.
Nonostante spesso cambino casa per racimolare qualche euro da integrare alla pensione, raramente i pensionati si accontentano di un bilocale (25,4% dei casi), mentre la tipologia più acquistata è il trilocale con il 36,5% delle preferenze. Quasi sempre si tratta di appartamenti.
I quadri locali e le soluzioni indipendenti hanno quote comprese tra il 14% e il 15%.