Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile: giustizia sociale per tutti
- 12/06/2023
- Mondo
Si celebra il 12 giugno la 22° Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile, che quest’anno ha come focus la giustizia sociale per tutti. Sono 160 i milioni di minori tra i 7 e 15 anni nel mondo e 336mila in Italia coinvolti in esperienze di lavoro continuative, saltuarie o occasionali.
La Giornata mondiale contro il lavoro minorile, istituita nel 2002 dall’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro), è un’occasione per far sentire la propria voce contro lo sfruttamento sul lavoro di milioni di bambini. Il lavoro minorile nega alle ragazze e ai ragazzi i principali diritti: sicurezza, istruzione, formazione, gioco, riposo e libertà.
Lavoro minorile e leggi internazionali
L’articolo 32 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza sancisce che gli Stati parte riconoscono il diritto di ciascun bambino, bambina, ragazzo e ragazza ad essere protetto contro lo sfruttamento economico e a non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repentaglio la sua educazione o di nuocere alla sua salute o al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale o sociale.
Nonostante la maggior parte degli Stati abbia ratificato la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989) e la Convenzione sull’età minima dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (n. 138 del 1973), che innalza il limite minimo per l’impiego di minori a 15 anni, con la possibilità di impiego tra i 13 e i 15 anni in lavori non dannosi per la salute e lo sviluppo del bambino e tali da non pregiudicare la frequenza scolastica, il lavoro minorile è un fenomeno ancora molto diffuso: in Italia quasi 1 minore su 15 tra i 7 e i 15 anni ha già avuto esperienze di lavoro.
Il lavoro minorile in Italia e nel mondo
Il fenomeno del lavoro minorile è in gran parte sommerso e destinato a peggiorare con la crescita delle famiglie con figli spinte verso condizioni di povertà. I progressi nella riduzione del fenomeno negli ultimi 20 anni, hanno dovuto fare i conti con i conflitti armati, l’impatto della pandemia Covid-19 e la crisi climatica, cause correlate di un aumento vertiginoso delle famiglie sfollate o precipitate nella povertà, costringendo altri milioni di bambini al lavoro minorile.
Nel mondo, sono 160 milioni i bambini e adolescenti tra i 5 e 17 anni coinvolti nel lavoro minorile. A livello globale, il lavoro minorile coinvolge sempre più bambini e adolescenti: secondo le stime (ILO and UNICEF, Child Labour. Global Estimates 2020, Trends and Road Ahead, 2021), in quasi la metà dei casi, riguardano un lavoro pericoloso con potenziali danni per la salute e lo sviluppo psicofisico e morale, per 79 milioni di minori.
In Europa, in un solo anno, oltre 200.000 bambine, bambini e adolescenti in più sono stati spinti sull’orlo della povertà, portando nel 2021 il numero totale di minori a rischio povertà a oltre 19,6 milioni, 1 bambino su 4 (dati Eurostat EU-27).
In Italia, quasi 1 minore su 15 tra i 7 e i 15 anni, ha avuto esperienza di lavoro minorile. Inoltre, il numero dei minori in povertà assoluta ha ormai raggiunto la cifra di 1 milione e 382 mila, il 12,1% delle famiglie con minori (762mila famiglie) sono in condizione di povertà assoluta, e una coppia con figli su 4 è a rischio povertà.
‘Non è un gioco’
Secondo le stime nazionali dell’ultimo rapporto di Save the Children “Non è un gioco”, realizzato in collaborazione con la Fondazione Di Vittorio, il 6,8% della popolazione totale nella fascia d’età 7-15 anni, svolge o ha svolto un’attività lavorativa: una proporzione che sale a 1 minore su 4 se considerano solo i 14-15enni.
Tra questi ultimi, per circa 58mila adolescenti, si tratta di casi di lavori particolarmente dannosi per l’impatto sui loro percorsi educativi e il benessere psicofisico, essendo svolti in maniera continuativa durante il periodo scolastico, oppure in orari notturni o comunque percepiti da loro stessi come pericolosi.
Come evidenziato nel rapporto, i settori maggiormente interessati dal lavoro minorile in Italia sono quelli più tradizionali come la ristorazione, la vendita al dettaglio nei negozi e attività commerciali, seguiti dalle attività in campagna, in cantiere, dalle attività di cura con continuità di fratelli o parenti. Ma, non mancano le nuove forme di lavoro online, come la realizzazione di contenuti per social o videogiochi.
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