Etichettatura trasparente dei cibi per bambini, pediatri e agricoltori insieme per una legge Ue
- 12/11/2024
- Giovani
La salute dei più piccoli si trova al centro di un’importante alleanza tra pediatri, agricoltori, e produttori alimentari italiani, che si uniscono per sostenere una proposta di legge europea di iniziativa popolare. Questa iniziativa, promossa da Coldiretti, mira a estendere l’obbligo di etichettare l’origine geografica di tutti i prodotti alimentari commercializzati nell’Unione Europea. Un passo fondamentale per la tutela della salute dei consumatori, con un focus particolare sui bambini dai 0 ai 3 anni. L’adesione della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) alla proposta di legge segna un ulteriore capitolo di un impegno che vede coinvolte alcune delle principali realtà del sistema agroalimentare italiano.
Un diritto di conoscere l’origine del cibo
L’obiettivo della legge è chiaro: ogni consumatore deve poter conoscere la provenienza del cibo che consuma, un principio che diventa ancora più rilevante quando si parla di alimentazione infantile. Antonio D’Avino, presidente della Fimp, ha sottolineato come l’alimentazione dei bambini nei primi mille giorni di vita abbia un impatto decisivo sulla salute futura. “L’alimentazione dei bambini nei primi mille giorni pesa sulla salute della vita intera”, ha dichiarato, ribadendo l’importanza di sostenere l’iniziativa legislativa non solo attraverso il supporto formale, ma anche con una concreta mobilitazione sul territorio, raccogliendo firme negli ambulatori pediatrici. La sicurezza alimentare per i più piccoli non è mai una questione di secondaria importanza, e la trasparenza sull’origine geografica dei prodotti rappresenta un tassello cruciale per garantire che i bambini ricevano solo cibo di altissima qualità.
Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha ulteriormente sottolineato come l’origine italiana dei cibi destinati ai bambini rappresenti non solo una garanzia di qualità, ma soprattutto di sicurezza. La collaborazione con i pediatri italiani è fondamentale per dare forza alla proposta, evidenziando che il diritto dei consumatori di conoscere l’origine delle materie prime non protegge solo gli agricoltori italiani, ma anche la salute dei figli, in una protezione reciproca che deve essere tutelata a livello legislativo.
L’importanza dei “baby food” e la protezione della salute infantile
I bambini dai 0 ai 3 anni necessitano di alimenti specifici. Il piccolo corpo umano, infatti, come spiegato dal professor Ruggiero Francavilla, esperto pediatra, non è in grado di metabolizzare contaminanti presenti nei cibi destinati agli adulti. “Da zero a tre anni, il bambino non può e non deve essere considerato alla stregua di un piccolo adulto”, ha dichiarato Francavilla. In questa fase di sviluppo, i bambini sono più vulnerabili agli agenti patogeni e alle sostanze nocive contenute nel cibo, ecco perché è fondamentale scegliere alimenti che rispettino i più rigidi standard di sicurezza.
Il sistema normativo italiano, con le sue leggi rigorose sulla sicurezza alimentare, è uno dei più avanzati a livello mondiale. Da questo punto di vista, i prodotti per l’infanzia provenienti dalla filiera agroalimentare italiana rappresentano una vera e propria garanzia, con livelli di sicurezza elevati e standard di qualità che fanno scuola in tutto il mondo. Un dato che, come sottolineato da Luigi Nigri, vicepresidente della Fimp, diventa una leva di fiducia per le famiglie italiane e per i pediatri che, quotidianamente, si trovano a dover raccomandare alimenti sicuri ai genitori.
Questa proposta di legge, quindi, non riguarda solo la salute dei bambini, ma anche la promozione di un modello agroalimentare che si fonda sulla trasparenza, sulla qualità e sulla tracciabilità. La filiera italiana degli alimenti per l’infanzia è un esempio di eccellenza che va valorizzato, come sottolineato da Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia. La sinergia tra Coldiretti, Fimp e Filiera Italia è, in questo contesto, il cuore pulsante di una proposta che vuole garantire la sicurezza alimentare, non solo in Italia, ma in tutta Europa.
Il supporto di realtà come Plasmon, un marchio storico nell’alimentazione infantile, è cruciale in questa mobilitazione. Plasmon ha da anni scelto di puntare sulla filiera italiana per garantire la qualità e la sicurezza dei propri prodotti. La sigla di un protocollo con il Ministero dell’Agricoltura nel 2019 ha rappresentato un altro passo importante per promuovere una filiera che mette al primo posto il benessere dei più piccoli. Come dichiarato da Luigi Cimmino Caserta, responsabile dei rapporti istituzionali di Kraft Heinz per Plasmon, la collaborazione con le istituzioni e le società scientifiche ha portato alla creazione di un modello agroalimentare “Made in Italy” che garantisce qualità e sicurezza.
Ma l’iniziativa non si ferma qui. Secondo Cimmino Caserta, sarebbe auspicabile che anche il Ministero della Salute, in collaborazione con le società scientifiche, si faccia promotore di Linee Guida nazionali che orientino le scelte alimentari negli asili nido. I bambini, infatti, sono esposti fino a tre volte al giorno a pasti che possono influenzare la loro salute futura, ed è fondamentale che le istituzioni siano in prima linea nel garantire che questi pasti siano non solo buoni, ma anche sicuri.
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