Emergenza culle vuote, esperti e studenti lanciano proposte per batterla
- 04/05/2023
- Giovani
Una serie di proposte da presentare alle istituzioni e ai decisori per battere la denatalità in Italia e rilanciare un ‘new deal’ che aiuti i giovani nei tanti aspetti che ruotano attorno al tema della natalità. Per riportare le nuove generazioni a fare figli. Sono gli obiettivi emersi dal secondo appuntamento di ‘On radar’, think tank della Fondazione Internazionale Menarini, che ha riunito 45 voci, tra esperti e studenti, in 5 tavole rotonde. In una conferenza a Roma sono stati evidenziati i punti principali dell’iniziativa ‘Natalità, politically incorrect’.
“Viviamo in una società piena di stimoli, di modelli di perfezione che ti fanno sentire in dovere di dare il meglio. Questo ti porta al perfezionismo in tutto: nelle relazioni sentimentali, nel lavoro, nell’essere genitore. E il perfezionismo paralizza”. Queste le parole di una studentessa universitaria che ha partecipato all’incontro. Il gruppo di ricerca, guidato dal direttore di ‘On radar’ Massimo Scaccabarozzi, ha riunito attorno a 5 tavoli di lavoro 45 personalità che hanno approfondito il tema della natalità sotto diversi profili. Dalla voce dei ragazzi al mondo della comunicazione, dalle imprese alla scuola, fino a una società sempre più tendente all’individualismo, gli esperti hanno analizzato le cause e le conseguenze dell’inverno demografico italiano da punti di vista non convenzionali, riconoscendo un ruolo centrale ai giovani.
La parola ai giovani
“Abbiamo creato dei gruppi di lavoro su diversi temi sociali e coinvolto gli esperti, e da questo lavoro usciranno delle proposte che porteremo alle istituzioni – ha spiegato Scaccabarozzi – Spesso sulle cause della denatalità ci sono denunce che rimangono inascoltate: noi portiamo delle proposte concrete e le portiamo alle istituzioni, per noi la politica sono le istituzioni. La natalità è il problema del momento, allora abbiamo coinvolto i giovani, le loro idee sul fare i figli e il loro futuro. Ma anche su come comunicazione e le imprese affrontano il tema”.
“Sulla natalità ci siamo mossi in maniera che non fosse politicamente corretta – ha aggiunto Scaccabarozzi – Abbiamo pensato che coloro che devono fare i figli sono già nati e abbiamo messo attorno ad un tavolo i ragazzi in modo stratificato, giovani dai 18 ai 23 anni, per chiedere a loro dov’è il problema e quali sono le loro idee. Li abbiamo lasciati parlare fuori dagli schemi ed è emerso che esiste il problema dell’individualismo. Nei gruppi che abbiamo creato abbiamo messo degli esperti che stanno già lavorando sul territorio”.”I ragazzi intervenuti nel think tank ribaltano l’idea di una generazione che per fare figli ha solo bisogno di stabilità economica – ha evidenziato il direttore di ‘On radar’ – La sicurezza finanziaria è importante, ma il vero problema resta una società che è solo capace di offrire ai giovani un presente idealizzato e un futuro difficile da progettare. Non a caso, come rilevato nella tavola rotonda dedicata alla comunicazione, i figli non sono quasi mai presenti nelle campagne pubblicitarie e vengono visti, spesso, più come un ostacolo. I media dovrebbero sforzarsi di rappresentare, invece, ‘l’energia, la poesia e il progetto’ che i bambini sono in grado di esprimere”.
Le proposte
Secondo gli esperti intervenuti, “le imprese soffrono gli effetti del calo demografico nella mancanza di forza lavoro. Nel breve periodo questa carenza deve essere compensata sviluppando politiche migratorie, interne al Paese e internazionali, coerenti con le professionalità ricercate e sostenendo l’occupazione femminile. Le coppie vanno inoltre supportate con incentivi pubblici per anticipare il primo figlio e favorire la nascita del secondo: così da incrementare, nel lungo termine, una nuova generazione di genitori”.
“Pochi nati – ha concluso Scaccabarozzi – significa pochi genitori potenziali. E’ la trappola demografica, un circolo vizioso che minaccia il nostro Paese. Con questi dati di natalità stiamo buttando via il nostro futuro, che possiamo salvare solo ascoltando i giovani”.
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