Famiglia, da Meloni a Conte: come ne parla la politica?
- 14/02/2024
- Welfare
Lavoro o famiglia, questo è il dilemma di numerosi italiani. Ad accorgersene anche la politica e l’attuale classe dirigente che ci rappresenta. Il fenomeno della denatalità, sempre più preoccupante nel nostro Paese, ha acceso un faro su un problema ancora più grande: lo stato di benessere dei lavoratori che intendono restare in Italia, costruire una famiglia nel Belpaese e invecchiare nella Penisola. Ma a quale costo?
“Quello che abbiamo fatto noi è lavorare soprattutto sulle madri lavoratrici – ha affermato Giorgia Meloni in un’intervista al Tg5 -, perché non accetto un mondo nel quale si debba scegliere tra carriera e figli. Voglio dare il messaggio che non si deve essere costretta a scegliere, perché quella la vera libertà. E anche qui qualche risultato sta arrivando”.
Le attuali politiche di sostegno della maternità e delle pari opportunità attuate dal suo governo, però, sono state spesso oggetto di critiche e considerate insufficienti, soprattutto dalla minoranza.
Lo stesso esecutivo, nella persona di Eugenia Maria Roccella, ha trovato modo di esprimersi proprio sul binomio diritti-famiglia: “Bisogna far crescere diritti e sviluppo – ha affermato di recente la ministra – Quando si accusa chi si preoccupa della natalità di voler riportare indietro le donne, rispondo che noi alle donne vogliamo invece offrire più libertà: vogliamo che siano libere di realizzarsi, di fare carriera, di vivere la propria socialità, e allo stesso tempo di fare i figli che desiderano, senza che questo significhi rinunciare a tutto il resto”.
L’opposizione però ha trovato da ridire in merito. Le politiche familiari sono state definite, infatti, “slogan vuoti” dall’ex premier pentastellato Giuseppe Conte.
“Spesso si stigmatizza che il lavoro di cura ricada quasi esclusivamente sulle donne ma ci si dimentica che è la legge stessa ad attribuire ai padri solo dieci giorni di congedo, pressoché nulla. Una situazione che è diventata intollerabile”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 Stelle, aprendo in collegamento i lavori dell’incontro organizzato dal gruppo in Regione Lombardia ‘Donne e diritti: a che punto siamo?’.
Quello dei diritti delle donne – ha evidenziato Conte – è “un tema che riguarda tutti noi. Nonostante l’uguaglianza sia un diritto fondamentale riconosciuto a livello internazionale, ancora non si può parlare di una vera parità di genere e questo perché le politiche di genere sono state lente e insufficienti anche nel nostro Paese”. Da questo punto di vista “uno dei passi fondamentali è l’estensione del congedo paterno, che non solo favorisce la parità tra uomo e donna ma anche la natalità e l’occupazione femminile, due aspetti su cui il nostro Paese arranca drammaticamente”.
Sul congedo paterno, infatti, “portiamo avanti da anni una battaglia e come Movimento 5 Stelle sul tema abbiamo un disegno di legge sul quale puntiamo molto per far compiere un passo decisivo all’Italia e combattere i vuoti slogan di questa destra”, ha detto Conte.
“Sono stati compiuti passi importanti in avanti con le norme a disposizione adesso vigenti nel nostro Paese, ma c’è ancora tanto lavoro da fare – prosegue in merito alla violenza sulle donne -, anche per perfezionare gli strumenti che abbiamo già a disposizione, perché solo sradicando retaggi e stereotipi che hanno reso la violenza una condizione pressoché strutturale riusciremo a dominare questo fenomeno”, ha detto Conte, esortando ad “affidarsi all’educazione e alla formazione scolastica. Inasprire le pene per chi commette atti di violenza sessuale o di genere è giusto e si può fare, ma non serve a prevenirla. Partire dalla scuola invece significa agire sulla prevenzione della violenza e innescare circoli virtuosi ed efficaci, soprattutto oggi che gli episodi di violenza sono all’ordine del giorno”.
- Europa Giovane6
- Famiglia225
- Fertilità155
- Giovani249
- Mondo203
- Podcast5
- Popolazione489
- Talk | 13 dicembre 20239
- Talk | La 'cura' delle persone5
- Trend97
- Video28
- Welfare237