In Italia oggi i caregiver sono più di 7 milioni
- 08/08/2024
- Welfare
In Italia, oltre 7 milioni di persone si prendono cura di familiari non autosufficienti, e più di un terzo di loro (il 38%) lo fa senza alcun supporto esterno. Solo nella città di Roma l’indice di vecchiaia ha raggiunto il 189% nel 2023 e si stima che ci siano circa 25.000 caregiver. Questo impegno, che spesso si svolge in solitudine, è evidenziato dallo studio ‘Care 4 Caregiver’ realizzato da Jointly e Boston Consulting Group. La ricerca rivela che solo il 33% dei caregiver si avvale di servizi privati e solo il 25% accede a strutture pubbliche. Questo vuol dire che una gran parte dell’assistenza è lasciata alla buona volontà delle famiglie e alle risorse personali.
L’impegno e le difficoltà quotidiane dei caregiver
L’onere economico per chi si occupa di un familiare non autosufficiente è notevole. Il 17% dei caregiver spende annualmente oltre 10mila euro per coprire le spese di assistenza, con molti che devono attingere a fondi personali. Il servizio pubblico più utilizzato è l’indennità prevista dalla legge 104, ma l’accesso alle cure ospedaliere e domiciliari è sempre più demandato al settore privato. Oggi, quasi la metà dei cittadini (47%) accede alle cure ospedaliere come privato, mentre il 51% delle cure domiciliari è sostenuto economicamente dalle famiglie, che devono fare affidamento su badanti e colf a proprie spese.
Ma le spese non sono solo monetarie. Il tempo dedicato alla cura è considerevole, con quasi un caregiver su tre che dedica almeno 14 ore alla settimana a questa attività. Questo impegno ha un impatto significativo sul benessere psicologico e fisico dei caregiver. Il 56% di loro esprime il desiderio di una pausa dal lavoro di cura, e il 44% ritiene di avere bisogno di supporto psicologico. La vita di un caregiver, quindi, non è solo una questione di soldi, ma tocca profondamente il benessere psicologico e la salute mentale.
Il carico di lavoro e le pressioni psicologiche associate al ruolo di caregiver possono influire pesantemente sull’attività lavorativa. La ricerca mostra che il 38% dei caregiver lavoratori ha scelto di non comunicare la propria situazione al datore di lavoro per timore di ripercussioni negative sulla propria posizione. Questa reticenza è indicativa di una cultura lavorativa che spesso non riconosce o non supporta adeguatamente i dipendenti con responsabilità di cura. Solo il 28% dei caregiver afferma di aver ricevuto supporto dal proprio responsabile, mentre il 23% segnala una mancanza di comprensione da parte dei superiori.
Il risultato è una situazione di grande stress e insoddisfazione che, oltre a incidere sulla qualità della vita dei caregiver, può compromettere anche la loro performance lavorativa e la loro stabilità economica. Le aziende, dunque, si trovano a fronteggiare non solo le sfide legate alla produttività, ma anche il rischio di un aumento dell’assenteismo e del turnover tra i dipendenti che svolgono il ruolo di caregiver.
‘Sollievo a domicilio’
Per rispondere alle sfide dei caregiver familiari è stato avviato il progetto pilota ‘Sollievo a domicilio’, che coinvolge l’Unione dei Comuni delle Terre d’Argine, il Distretto Sanitario di Carpi, la cooperativa sociale ‘Anziani e non solo’, la società Jointly e l’agenzia per il lavoro Umana. Questo progetto innovativo punta a fornire un sostegno concreto ai caregiver familiari attraverso l’intervento di operatori specializzati. I fondi pubblici permettono ai caregiver di acquistare pacchetti di ore di supporto, con il servizio completamente gratuito per chi ha un ISEE fino a 10mila euro o è esente perché riconosciuto disabile. Per chi supera questa soglia, il costo è comunque notevolmente ridotto rispetto ai prezzi di mercato, grazie ai contributi pubblici che coprono le spese di coordinamento, monitoraggio e analisi dei bisogni.
Il servizio prevede una fase di prova gratuita di un mese e offre un pacchetto di quattro ore settimanali per un massimo di sei mesi. Questo sollievo può essere esteso anche per un intero weekend. Gli utenti possono accedere a una piattaforma online fornita da Jointly, attraverso la quale possono acquistare le ore di assistenza. Il personale sociosanitario è fornito da Umana, garantendo un doppio beneficio: supporto ai caregiver e opportunità di lavoro qualificato per il personale.
La presidente della cooperativa sociale ‘Anziani e non solo’, Licia Boccaletti, sottolinea come questo progetto rappresenti una novità a livello nazionale, mirata a offrire ai caregiver un’opportunità per recuperare tempo e garantirne al contempo la continuità assistenziale dei propri cari. Francesca Rizzi, amministratore delegato di Jointly, spera che questo progetto possa essere un esempio replicabile su tutto il territorio italiano, specialmente in un contesto demografico che vede l’aumento dell’aspettativa di vita e la crescente necessità di assistenza per la popolazione anziana.
E quando arrivano le ferie?
Con l’arrivo dell’estate e l’esodo agostano, molte famiglie si trovano ad affrontare la questione delle ferie dei caregiver e della continuità dell’assistenza. La Fondazione Policlinico universitario Campus Bio-Medico di Roma ha raccolto alcuni semplici consigli in riferimento alle necessità di cura e continuità di assistenza delle persone più fragili, anziane o non-autosufficienti, esposte ai maggiori rischi legati alla solitudine, alle temperature elevate, al cambiamento dei propri caregiver di riferimento. Innanzitutto, è fondamentale che i caregiver pianifichino con attenzione le ferie e le sostituzioni temporanee, per garantire una continuità dell’assistenza che non comprometta il benessere della persona assistita. Detto ciò, per minimizzare il disagio durante il cambio di caregiver, Claudio Pedone, direttore della Geriatria del Campus Bio-Medico, consiglia di organizzare incontri preliminari tra la persona assistita e il nuovo caregiver temporaneo. Questa preparazione può aiutare a ridurre l’ansia e il senso di estraneità che potrebbe derivare dalla presenza di una nuova persona. La familiarizzazione graduale con il nuovo caregiver può facilitare una transizione più dolce e mantenere la continuità nell’assistenza.
Mantenere attiva la mente degli anziani è cruciale durante i periodi di cambiamento. Partecipare ad attività ricreative e sociali può contribuire a stimolare il benessere cognitivo e a ridurre la sensazione di isolamento. Pedone suggerisce attività semplici che possono essere integrate nella vita quotidiana, come la lettura, l’ascolto di musica, e giochi cognitivi come cruciverba o carte da gioco. Anche attività più fisiche come il giardinaggio, l’orto e la cucina possono fornire stimoli positivi e mantenere un senso di normalità.
In risposta a queste esigenze, alcune iniziative locali e servizi sociali offrono supporto aggiuntivo durante l’estate. È fondamentale che le istituzioni e i servizi sociali continuino a monitorare le necessità dei più vulnerabili e a garantire che il supporto non venga interrotto. I servizi di assistenza temporanea e i programmi di sollievo possono essere una risorsa preziosa per le famiglie che si allontanano per le ferie, assicurando che le persone assistite ricevano le cure di cui hanno bisogno.
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