Allarme sedentarietà, un terzo del mondo è ‘couch potato’
- 02/07/2024
- Popolazione
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un allarme sulla crescente epidemia globale di sedentarietà, rivelando che circa 1,8 miliardi di persone nel 2022 non hanno raggiunto i livelli minimi raccomandati di attività fisica. Questo equivale al 31% degli adulti a livello mondiale, un dato che evidenzia una tendenza preoccupante verso un aumento dell’inattività fisica. Conosciuti in gergo come “couch potato”, questi individui preferiscono il conforto del divano alla vitalità dell’attività fisica.
Il prezzo del mancato movimento
L’Oms avverte che l’inattività fisica comporta un alto costo in termini di malattie e perdita di salute: espone le persone a un rischio maggiore di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, demenza e vari tipi di tumori, tra cui seno e colon. Questo fenomeno non solo incide sulla qualità della vita, ma aumenta anche il peso delle malattie croniche sulla sanità pubblica globale.
Uno studio pubblicato su The Lancet Global Health sottolinea una tendenza preoccupante: l’inattività è aumentata di circa il 5% dal 2010 al 2022. Se questo trend dovesse persistere, si stima che entro il 2030 il 35% degli adulti potrebbe non soddisfare i livelli minimi di attività fisica raccomandati.
Questa “occasione persa” per migliorare la salute attraverso l’attività fisica è stata sottolineata dal direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha esortato a prioritizzare politiche audaci e maggiori finanziamenti per invertire la pericolosa tendenza.
L’Oms ha fissato l’obiettivo ambizioso di ridurre l’inattività fisica entro il 2030, ma attualmente sembra che questo obiettivo sia lontano dall’essere raggiunto. Le regioni con i tassi più alti di inattività includono l’Asia Pacifico ad alto reddito (48%) e l’Asia meridionale (45%), mentre l’Oceania registra un più modesto 14%. Disparità significative persistono anche tra i generi, con il 34% delle donne globalmente inattive rispetto al 29% degli uomini.
Il ruolo delle politiche e delle comunità
Le politiche e le comunità giocano un ruolo cruciale nel contrastare l’inattività fisica diffusa a livello globale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’implementazione di politiche mirate è fondamentale per promuovere l’attività fisica tra i cittadini. Queste politiche dovrebbero includere sostegni concreti per lo sport di comunità, l’accesso facilitato a infrastrutture per l’attività fisica e l’incentivazione dei trasporti attivi come camminare e andare in bicicletta. Tali misure non solo rendono l’attività fisica più accessibile e conveniente, ma anche più attrattiva per le persone di tutte le età e background culturali.
Le comunità, a loro volta, svolgono un ruolo essenziale nel creare un ambiente che promuova uno stile di vita attivo. Fornire spazi pubblici sicuri e ben mantenuti per l’esercizio fisico, organizzare eventi sportivi e ricreativi locali, ed educare sulla salute e l’importanza dell’attività fisica sono solo alcune delle azioni che le comunità possono intraprendere. Questi sforzi non solo migliorano la salute individuale, ma anche quella collettiva, contribuendo a ridurre il rischio di malattie croniche associate all’inattività fisica.
Nonostante il panorama globale dell’inattività fisica presenti sfide significative, ci sono segnali di speranza provenienti da diversi paesi che stanno adottando efficaci strategie di promozione dell’attività fisica. Secondo i dati recenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, quasi la metà dei paesi nel mondo ha registrato miglioramenti nei livelli di attività fisica negli ultimi 10 anni. Inoltre, ben 22 nazioni stanno progredendo verso l’obiettivo globale di ridurre l’inattività del 15% entro il 2030.
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