Ogni anno di scuola riduce il rischio di morte del 2%: la ricerca
- 09/04/2024
- Popolazione
La mortalità mondiale è diminuita ed è anche grazie alla scuola. L’aumento della longevità è attribuibile ad un miglioramento degli stili di vita, complici anche gli avanzamenti scientifici in ambito sanitario, migliori cure, progressi tecnologici, riduzione della povertà, maggiori diritti per i lavoratori, ma soprattutto l’accesso all’istruzione. Perché per ogni anno di scuola in più, c’è il 2,9% di vivere più a lungo.
Già nel 2008, l’Oms proponeva di ridurre la disparità sociale in quanto rappresentava uno tra i principali fattori che portavano ad una cattiva salute e a tassi di mortalità più elevati. Così si è iniziata a studiare la relazione positiva tra una maggiore scolarizzazione e una migliore salute. Si ritiene che i principali percorsi attraverso i quali l’istruzione può migliorare la salute, includano benefici sociali, psicosociali, economici e cognitivi. L’istruzione, perciò, è stata riconosciuta come un fattore determinante per raggiungere la prosperità. Anche le Nazioni Unite hanno inserito tra gli ‘Obiettivi di sviluppo sostenibile’ una maggiore scolarizzazione per i bambini e pari requisiti d’accesso. Ma è una recente scoperta ha evidenziato che gli anni di scolarizzazione riducono i rischi di mortalità. Scopriamo insieme in che misura.
Istruzione e mortalità
Secondo una ricerca pubblicata su The Lancet all’inizio del 2024, l’analisi di set di dati dal 1990 al 2020 di 59 Paesi sulla relazione tra scolarizzazione e mortalità, hanno portato alla scoperta che, rispetto all’assenza di istruzione, il completamento di sei anni di scuola (pari a un livello di scuola primaria nella maggior parte delle aree del mondo) era associato a una riduzione del 13,1% del rischio di mortalità. La riduzione del rischio di mortalità aumenta del 24,5% dopo 12 anni di istruzione e del 34,3% dopo i 18 anni. Questo vuol dire che il risultato evidenzia una riduzione di quasi il 2% del rischio di mortalità per ogni anno di istruzione in più.
Ciò che fa riflettere è stato che, anche dividendo gli individui in gruppi di età (18-49; 50-59; 60-69; e over 70) i benefici erano comunque presenti. I giovani hanno una riduzione di mortalità del 2,9% per ogni anno di scuola. Questo dato scende a 0,8% per gli over 70. In linea di massima, i ricercatori hanno potuto concludere che una maggiore istruzione è universalmente “protettiva” contro la mortalità, Anche dopo i 70 anni, infatti, si può ridurre la morte con un’esposizione maggiore all’istruzione. Il dato non mostra differenze significative tra maschi e femmine.
Ci si potrebbe quindi chiedere se andare a scuola allunghi la vita. E la risposta sarebbe sì. Perché, in media, un adulto con 12 anni di istruzione ha un rischio di mortalità inferiore del 24,5% rispetto ad un adulto senza istruzione, con una riduzione media del rischio di mortalità del 2% per anno.
Istruzione? “Come mangiare sano”
La ricerca ha poi confrontato la riduzione del rischio di mortalità derivante da più anni di istruzione ad altri fattori che possono contribuire a migliorare la vita. È così emerso che 18 anni di istruzione riducono il rischio di morte del 34,3%, pari alla riduzione del rischio di cardiopatia ischemica associata al consumo ottimale di verdure o a chi svolge regolarmente attività fisica.
“Il rischio di mortalità per un adulto senza istruzione, rispetto a chi ha 18 anni di studi, è simile a quello di incidenza o mortalità per cancro al polmone per una persona che fuma almeno 5 pacchetti all’anno, rispetto a chi non ha mai fumato. E, ancora, è pari a chi beve regolarmente grandi quantità di alcol rispetto ad un bevitore occasionale – specificano i ricercatori -. Questi confronti suggeriscono che i benefici di maggiori investimenti sull’istruzione sono pari a investimenti sulla futura salute della popolazione. Ciò sottolinea l’importanza cruciale di un maggiore ed equo livello di istruzione come obiettivo sanitario globale”.
Le cause
Ma perché si verifica questo fenomeno? L’istruzione superiore facilita l’accesso a una migliore occupazione, a guadagni più elevati e a un’assistenza sanitaria di qualità, così come a una maggiore conoscenza in ambito sanitario. Inoltre, gli individui con un livello di istruzione più elevato tendono a sviluppare un insieme più ampio di risorse sociali e psicologiche che influenzano la salute e la durata della loro vita. Quando un individuo raggiunge l’età avanzata, la predisposizione genetica, le abitudini quotidiane, la dieta o altri predittori socioeconomici di mortalità sembrano avere un’influenza maggiore sul rischio di mortalità rispetto al livello di istruzione. Tuttavia, nonostante questi fattori, le disuguaglianze educative in termini di mortalità persistono lungo tutto l’arco della vita e il modello rimane lo stesso in tutti i periodi di tempo e in tutti i gruppi.
Le raccomandazioni
I limiti della ricerca sono stati: la non differenziazione dei percorsi di studio e un’analisi dedicata principalmente ai dati resi disponibili dagli anni ’90 al 2020, nei Paesi a medio e alto reddito. Il calo complessivo dei tassi di mortalità osservato in alcuni paesi ad alto reddito (prima della pandemia) non era sufficiente per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg).
“Gli obiettivi dell’Sdg propongono che tutti i bambini completino l’istruzione primaria e secondaria. Sebbene il mondo fosse sulla buona strada per raggiungere un’istruzione primaria quasi universale prima della pandemia, sono necessari progressi nel conseguimento dell’istruzione superiore per ridurre la perdita di salute globale attribuita a un basso livello di istruzione – hanno concluso i ricercatori -. La nostra ricerca si aggiunge al corpus limitato di ricerche sulle disuguaglianze nella mortalità degli adulti per tutte le cause a livello globale e mostra che miglioramenti nelle condizioni sociali della vita quotidiana sono necessari per la salute futura della popolazione. Aumentando gli anni di scolarizzazione globale, possiamo contribuire a contrastare le crescenti disparità nella mortalità. Tuttavia, i progressi richiederanno un impegno internazionale e investimenti continui nelle istituzioni educative di tutto il mondo. L’istruzione non può rimanere trascurata come determinante sociale della salute. Considerare gli investimenti nell’istruzione come investimenti nella salute può aiutare ad affrontare questa negligenza”.
- Europa Giovane6
- Famiglia221
- Fertilità154
- Giovani246
- Mondo201
- Podcast5
- Popolazione479
- Talk | 13 dicembre 20239
- Talk | La 'cura' delle persone5
- Trend96
- Video27
- Welfare234