Cecilia Rodriguez incinta: il lieto annuncio dopo le difficoltà di concepimento
- 12/05/2025
- Popolazione
Dopo mesi di indiscrezioni e voci di corridoio, è arrivata la conferma ufficiale: Cecilia Rodriguez è incinta. L’annuncio è stato dato dalla coppia stessa attraverso un post congiunto su Instagram l’11 maggio 2025, proprio nel giorno della Festa della Mamma, con parole cariche di emozione: “Ciao topolina, come tutte le cose straordinarie ti sei fatta desiderare molto ma ora eccoci qua a sentire il tuo cuoricino battere”. La sorella di Belen e il marito Ignazio Moser hanno anche rivelato che aspettano una bambina e che si chiamerà Clara Isabel.
La notizia arriva a quasi un anno dal matrimonio celebrato nel giugno 2024 e dopo un percorso non privo di ostacoli. La coppia, infatti, aveva più volte manifestato pubblicamente il desiderio di avere un figlio, ma anche le difficoltà incontrate nel concepimento.
Le difficoltà del concepimento
Il percorso verso la genitorialità per Cecilia e Ignazio, dunque, non è stato facile. La stessa Rodriguez aveva dichiarato in un’intervista alla rivista ‘Chi’: “Voglio un figlio, io e Ignazio ci stiamo provando ma non è facile come ti raccontano”.
Alcuni indizi avevano fatto sospettare che la coppia stesse seguendo un percorso di fecondazione assistita. A marzo, infatti, l’argentina aveva pubblicato lo scatto di un braccialetto da ospedale con scritto il suo nome e quello del marito, senza fornire spiegazioni. Questo dettaglio, unito alle dichiarazioni precedenti, aveva fatto ipotizzare che i due stessero affrontando un trattamento specifico per superare i problemi di fertilità. Ma la storia di Cecilia e Ignazio non è isolata.
Le cause dell’infertilità: un problema di coppia
L’infertilità non è una questione che riguarda solo le donne, come spesso si è portati a credere. I dati forniti dal Quotidiano Sanità riportano che recenti evidenziano che l’infertilità maschile rappresenta il 35,4% dei casi, mentre quella femminile il 35,5%. I restanti casi sono causati da una combinazione di problematiche maschili e femminili o da fattori che non possono essere determinati con precisione.
L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) conferma questa distribuzione, spiegando che “l’infertilità può dipendere in ugual misura dalla donna e dall’uomo”.
Una ricerca condotta dallo stesso Iss evidenzia che circa il 15% delle coppie italiane è infertile, con una ripartizione praticamente equa fra donne e uomini. Va inoltre sottolineato che nel 15% dei casi l’infertilità è attribuibile a una combinazione di fattori maschili e femminili, mentre nel 13,2% dei casi si parla di infertilità idiopatica, ovvero senza una causa apparente identificabile. Secondo IVI Italia, questa percentuale di casi senza causa apparente può arrivare fino al 20%.
Infertilità femminile: cause e fattori di rischio
L’infertilità femminile può dipendere da diverse cause: alterazioni ormonali, alterazioni tubariche, patologie relative all’utero e malattie di carattere genetico. Le due principali cause di infertilità femminile sono il fattore tubo-peritoneale (25% dei casi), che consiste in un’ostruzione o una lesione alle tube di Falloppio, mentre la seconda causa più frequente di infertilità femminile è rappresentata dall’endometriosi.
Altri fattori che possono compromettere la fertilità femminile includono:
- Irregolarità nell’ovulazione;
- Problemi ormonali che possono inficiare il concepimento;
- Infezioni o interventi chirurgici pregressi che potrebbero aver causato un danneggiamento delle ghiandole cervicali;
- Presenza di infezioni vaginali, diagnosticate in oltre il 25% delle donne che si sottopongono a una visita.
Infertilità maschile: un problema sottovalutato
L’infertilità maschile è un problema assai più comune di quanto si pensi: si stima che una percentuale tra il 5 e il 10% degli uomini sposati abbia o abbia avuto problemi di fertilità. Le cause possono essere classificate in tre categorie principali:
- Cause pre-testicolari: includono l’ipogonadismo ipogonadotropo, la disfunzione erettile, i disturbi coitali come eiaculazione retrograda, aneiaculazione, fattori genetici e anomalie cromosomiche. Sono rappresentate principalmente da malattie delle ghiandole che regolano lo sviluppo e mantengono la normale spermatogenesi (produzione di liquido seminale);
- Disturbi testicolari: comprendono i tumori testicolari, l’orchiectomia, la disfunzione testicolare primitiva, il criptorchidismo e i testicoli atrofici. Il varicocele, una condizione in cui si ha la compromissione della termoregolazione testicolare, è una delle cause più comuni di infertilità maschile;
- Cause post-testicolari: includono lesioni del tratto seminale, malattie infiammatorie, assenza congenita del dotto deferente, disfunzione erettile, eiaculazione precoce e conseguenze di interventi chirurgici come la vasectomia.
Fattori comuni che influenzano la fertilità
Esistono poi cause di infertilità che colpiscono uomini e donne allo stesso modo, tra cui:
- Situazioni di stress pronunciato e prolungato
- Assunzione di farmaci, chemioterapia, steroidi anabolizzanti
- Dieta non salutare
- Sovrappeso o sottopeso
- Fumo e consumo eccessivo di alcol
- Uso di droghe
- Fattori iatrogeni, come interventi chirurgici, irradiazioni
- Esposizione a tossine ambientali, come metalli pesanti e pesticidi.
Numerose ricerche hanno confermato che vi è una riduzione della qualità complessiva del liquido seminale nei soggetti fumatori rispetto ai non fumatori. Anche l’uso di sostanze come marijuana, cocaina e steroidi è stato correlato a squilibri ormonali che riducono la produzione di sperma.
C’è poi un altro problema che accomuna entrambi i generi ed è sempre più diffuso: il rinvio della genitorialità. In Italia l’età media al parto è arrivata a 32,4 anni, oltre due anni in più rispetto al 1995, e questo trend moltiplica il rischio di infertilità.
Come osservato dal direttore generale di Merck, Ramón Palou de Comasema, durante l’evento Adnkronos “Essere genitori oggi, tra scienza e welfare”, “Il 17% delle persone ha problemi di fertilità e siccome – ricorda Comasema – la genitorialità dipende da una coppia di persone, questo dato si amplifica e crea danni maggiori. Sopra i 35 anni, il 50% delle coppie ha un problema di fertilità; dobbiamo confrontarci con questo aspetto che ha una profonda radice educativa che dipende dalle aziende e dalla politica”.