Endometriosi e infertilità, perché è importante la diagnosi
- 06/02/2024
- Fertilità
Quasi il 50% delle donne che soffrono di endometriosi ha ricevuto una diagnosi di infertilità o ha avuto difficoltà a concepire. In Italia, in età riproduttiva, circa una donna su dieci è affetta da questa patologia. Si tratta della presenza di una mucosa, come l’endometrio, che invece di occupare esclusivamente la cavità uterina, si posiziona anche all’esterno dell’utero.
Dalla prima mestruazione fino alla menopausa, l’endometriosi provoca dolori mestruali spesso invalidanti. Il dolore, infatti, può essere cronico e persistente. Alcune donne lamentano astenia e lieve ipertermia, che può accentuarsi in periodo mestruale, e fenomeni depressivi. In altri casi, invece, il dolore può riguardare anche i rapporti sessuali o la defecazione, con comparsa di sangue nelle urine o nelle feci. Quest’ultimo, fenomeno più noto e caratteristico della endometriosi del setto rettovaginale, denominata anche “deep infiltrating endometriosis”.
Diagnosticare questo tipo di patologia è spesso molto difficile. Ma scopriamo perché è importante e quali sono gli studi in corso anche in relazione all’infertilità.
Endometriosi: cos’è e possibili cause
Studi istologici evidenziano che l’endometrio nell’endometriosi è simile a quello normale. Caratterizzato, quindi, dalla presenza di ricettori ormonali, ha una capacità di adesività molto alta. Così raggiunge le strutture extrauterine. Nonostante sia ritenuta una patologia dell’età riproduttiva – e perciò incidente sulla fertilità – colpisce spesso anche donne in post menopausa, soprattutto coloro che stanno assumendo trattamenti ormonali sostitutivi.
Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce d’età più basse. I dati del Ministero della Salute dimostrano che la diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche per la donna. Possono trascorrere anche 10 anni prima che una donna riesca ad ottenere una diagnosi di endometriosi.
Non sono ancora ben note le cause, ma una delle ipotesi più accreditate è che sia causata dalle contrazioni uterine che avvengono durante le mestruazioni. Frammenti di endometrio dall’utero passano nelle tube e da queste in addome, con impianto sul peritoneo e sulla superficie degli organi pelvici raramente su fegato, diaframma, pleura e polmone.
Endometriosi e infertilità
Il binomio endometriosi-infertilità può essere davvero pericoloso. Questa patologia, infatti, è causa di sub-fertilità o infertilità rispettivamente nel 30 e 40 per cento dei casi. L’impatto della malattia è alto e connesso anche alla riduzione della qualità della vita e dei costi. La mancanza di consapevolezza della patologia è causa del grave ritardo diagnostico, valutato intorno ai sette anni.
Diagnosticarla quanto prima può ridurre le possibilità di infertilità in futuro. Le donne che hanno altre donne con endometriosi tra i propri familiari, come la mamma o una sorella, hanno rischi sette volte superiori di svilupparla.
Trattamenti
L’uso dell’estroprogestinico (GnRH) o del solo progestinico è capace di migliorare il quadro sintomatologico dell’endometriosi. Il suo impiego, infatti, abolisce la stimolazione ormonale e la crescita della mucosa in spazi non consoni.
Il trattamento più invalidante con gli analoghi del GnRH, farmaci che bloccano totalmente la stimolazione delle ovaie e quindi la produzione ormonale creando un quando endocrino e clinico di menopausa iatrogena (con gli inevitabili effetti collaterali quali vampate di calore, secchezza vaginale, aumentato rischio di osteoporosi), sono limitati a quei casi che richiedano un intervento chirurgico. Sono in corso studi per farmaci che creino meno effetti collaterali.
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