468 milioni di bambini vivono in zone di guerra
- 06/06/2023
- Popolazione
Nel 2022 circa 468 milioni di bambini – più di 1 su 6 – vivevano in una zona di guerra, numero quasi raddoppiato dalla metà degli anni ’90, e 250 milioni di loro erano in prima linea, entro 50 km dal conflitto. Lo denuncia l’organizzazione Save the Children, sottolineando che vi è un deficit di quasi 650 milioni di dollari di finanziamenti per la protezione dell’infanzia che sta lasciando quasi 18 milioni di bambini vulnerabili e gli operatori che vivono nelle peggiori crisi umanitarie del mondo a rischio di violenza, sfruttamento e abusi.
Mentre i leader mondiali sono riuniti per la Conferenza di Oslo sulla protezione dei bambini nei conflitti armati, Save the Children con i suoi partner ha lanciato il rapporto “Unprotected: An Analysis of Funding for Child Protection in Armed Conflict” (Analisi dei finanziamenti per la protezione dell’infanzia nei conflitti armati), che sottolinea come in molti Paesi dove la guerra e la violenza persistono, il finanziamento non tenga il passo con il crescente numero di famiglie e bambini a rischio, mentre con finanziamenti adeguati, l’impatto della violenza sulla vita di un bambino può essere ridotto.
Unprotected: i numeri
- In Europa il numero di bambini esposti al conflitto è quadruplicato in un solo anno, passando da due a nove milioni, soprattutto a causa della guerra in Ucraina.
- L’Africa rimane il continente con il più alto numero di bambini che vivono in zone di conflitto: circa 183 milioni.
- L’Africa occidentale e centrale è anche la regione con il maggior numero di bambini reclutati dai gruppi armati.
- Al pari degli anni precedenti, il Medio Oriente ha continuato ad avere la quota più alta di bambini che vivono in zone di conflitto rispetto alla popolazione infantile totale: il 39% dei minori nella regione, ovvero uno su tre.
I servizi di protezione all’infanzia
I servizi di protezione dell’infanzia sono fondamentali per proteggere i bambini e le bambine dai pericoli, in particolare per coloro che vivono in zone di guerra o nei Paesi colpiti da conflitti. Servono a salvaguardare i minori dalle gravi violazioni che si verificano durante i conflitti, compreso il reclutamento e l’utilizzo da parte di gruppi armati, i matrimoni precoci, la violenza sessuale, l’uccisione e la mutilazione.
I finanziamenti possono anche essere utilizzati per sostenere gli adulti di riferimento che si prendono cura dei minori non accompagnati o le famiglie in povertà che lottano per prendersi cura dei propri figli. Nel 2022 circa 22,4 milioni di bambini bisognosi e i loro adulti di riferimento sono stati destinatari di servizi di protezione dell’infanzia che richiedono un finanziamento di quasi 795 milioni di dollari. Tuttavia, i governi hanno trovato solo il 19% dei fondi necessari, creando un vuoto finanziario di oltre 646 milioni di dollari e lasciando quasi 18 milioni di bambini, bambine e adulti di riferimento senza aiuto e sostegno.
Dal rapporto ‘Unprotected’ emerge che se il sottofinanziamento dei servizi continuerà, entro il 2026 ci sarà un deficit di 1 miliardo di dollari per la protezione dei bambini nelle zone di conflitto.
L’organizzazione invita dunque i leader mondiali, riuniti alla conferenza di Oslo sulla protezione dei bambini nei conflitti armati, a dare priorità ai finanziamenti per la protezione dell’infanzia nelle risposte umanitarie e per sostenere i bambini colpiti dal conflitto, compresi quelli che sono reclutati come soldati.
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