Italia paese più vecchio d’Europa: età media aumentata di 4 anni dal 2013
L’Italia è il Paese dell’Unione europea con il più alto numero di anziani. L’età media è di 48,4 anni. A riportarlo sono i dati dell’Eurostat. L’età media della popolazione Ue, invece, è di 44,5 anni, con un aumento di 2,3 anni rispetto al 2013. Ciò dimostra che in tutti gli Stati membri si è registrato un invecchiamento che, il calo demografico e la denatalità, contribuiscono a influenzare.
Ma scopriamo nel dettaglio cosa sta accadendo alla popolazione europea.
L’età media dell’Ue
Al primo gennaio 2023, l’età media dei cittadini membri dell’Ue variava tra i 38,4 anni di Cipro fino ai 48,4 anni in Italia. Tra il 2013 e il 2023 la media è aumentata in quasi tutti i Paesi, tranne a Malta e in Svezia dove è diminuita (con -0,4 e 0,1 anni), e in Germania, dove è rimasta invariata.
Ma ci sono paesi in cui l’età media è addirittura aumentata di 4 anni o più. In Portogallo, ad esempio, è aumentata di quasi cinque anni, il valore più alto. A seguire, Grecia, Spagna, Slovacchia e Italia, con un aumento di 4 anni.
Il rapporto tra il numero di anziani over 65 e quello tra 15 e 65 anni è era pari al 33,4%, indicatore in aumento del 5,7% in Ue nel 2023. Nel 2013, tale indice di dipendenza degli anziani era pari al 27,7%. Cosa vuol dire? L’età media di quasi tutti gli Stati membri sta aumentando a causa della riduzione delle nascite di nuovi neonati in un numero tale da equiparare o lontanamente avvicinarsi al numero degli over 65.
I rapporti più alti sono stati registrati in Portogallo (38,0%), Italia e Finlandia (entrambi 37,8%). I rapporti più bassi si sono verificati in Lussemburgo (21,5%), Irlanda (23,2%) e Cipro (24,7%). Rispetto al 2013, gli aumenti maggiori si sono verificati in Polonia (+10,4%), Bulgaria (+9,2%) e Croazia (+9,0%). I più bassi in Lussemburgo (+1,3%), Malta (+2,0%) e Austria (+2,8%).
Ma perché un Paese invecchia?
L’invecchiamento di un Paese è soggetto ad una serie di fattori. Sono aumentate le tecnologie e le cure dei sistemi sanitari. In linea di massima, una maggiore istruzione, condizioni socioeconomiche e valutazioni di tipo socio-relazioni, portano gli anziani a condurre uno stile di vita più sano, con una riduzione dei rischi e dei pericoli.
Un focus che supera anche i confini europei è quello di una riduzione dell’attività sessuale in età sempre più precoci, l’aumento dell’età durante la quale i giovani iniziano ad avere concretamente comportamenti adulti e il totale cambio delle abitudini nel corso degli ultimi decenni. Un’infertilità in aumento in tutto il mondo ha contribuito anche ad un calo delle nascite. Ciò fa sì che la popolazione di numerosi Stati sia diminuita al punto tale da preoccupare i governi nazionali e non in merito. Il risultato? Politiche dedicate alla famiglia per un miglior welfare statale, cercando di invertire il trend negativo in atto.
