L’infanzia è più in difficoltà oggi che nel 1946
- 30/09/2023
- Giovani
La situazione dei bambini e dei giovani oggi è anche peggio di come era nel 1946. A dirlo è Paolo Rozera, direttore generale Unicef Italia, intervenuto al Festival dell’Economia Civile a Firenze, evento che quest’anno ha posto al centro dei lavori i limiti dell’attuale sistema sociale ed economico e come andare oltre.
“Per alcuni versi – spiega Rozera – abbiamo sconfitto molte malattie, la polio ad esempio è rimasta solo in due o tre Paesi, e tanti passi avanti sono stati fatti. I bambini che muoiono ogni giorno sono sempre meno, perché stiamo lavorando molto sulle vaccinazioni, ma noi adulti troviamo sempre modi più sofisticati di fare del male e del danno ai minori”. Insomma, c’è ancora molto da fare, ha sottolineato il dg di Unicef Italia.
Ne è un esempio anche lo scottante tema del riscaldamento globale e del ‘benessere’ del Pianeta: a livello mondiale, ha fatto sapere Rozera, “ il 90% dei minori di oggi soffrirà di problemi di salute a causa dell’inquinamento ”.
Come stanno andando gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile Onu sull’infanzia
La condizione dei minori nel mondo non sembra rosea. Un bambino su 6, sottolinea l’Unicef, vive in povertà estrema . L’organizzazione ha dedicato un nuovo rapporto proprio a fare il punto sul percorso per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) del 2030 per quello che riguarda l’infanzia. In sintesi, non siamo a un buon punto: per due terzi degli indicatori relativi ai bambini i traguardi prefissati sono ancora lontani.
Il report, dal titolo ‘Progress on Children’s Well-Being: Centring child rights in the 2030 Agenda’ evidenzia che solo il 6% della popolazione infantile (150 milioni di bambini), e in soli 11 Paesi, ha raggiunto il 50% degli obiettivi relativi all’infanzia. E che questo è il livello più alto di raggiungimento a livello globale.
Continuando così, entro il 2030 solo 60 Paesi con il 25% della popolazione di bambini raggiungeranno gli obiettivi. Di conseguenza, rimarranno fuori circa 1,9 miliardi di minori in 140 Paesi.
In Italia 1 mln 400mila giovani in povertà assoluta
‘Il grado di civiltà di un Paese si misura dal modo in cui tratta i propri bambini’, diceva Nelson Mandela, non a caso citato da Rozera che nel corso del suo intervento al Festival ha sottolineato come anche in Italia la situazione non sia rosea: “Ci sono un milione e 400 mila giovani che vivono in situazione di povertà assoluta”.
Non solo, ma secondo il rapporto ‘Garantire il Futuro dei Bambini’ diffuso da Save the Children, in Italia 2,85 mln di minori sono a rischio povertà o esclusione sociale . Una condizione che impatta sul presente dei giovanissimi così come sul loro futuro, perché li priva di diritti fondamentali ma anche dell’opportunità di migliorare. La pandemia e la crisi legata alla guerra in Ucraina hanno poi alimentato ulteriori diseguaglianze e vulnerabilità sia lungo lo Stivale sia a livello globale.
Cosa si può fare
Per migliorare la situazione è fondamentale è la sinergia tra le istituzioni: “Vorrei che Carla Garlatti, Garante Nazionale dell’infanzia, continuasse a lavorare come sta facendo adesso, poiché sta facendo un ottimo lavoro: deve insistere sul coordinamento, perché quando si parla di minori e di giovani è importante che tutti lavoriamo nella stessa direzione. Attorno al giovane, al bambino, alla bambina, ci deve essere una rete che sia di supporto e che punti a ottenere dei risultati che non siano solo temporanei, ma duraturi nel tempo”, ha concluso Rozera.
Dal canto loro, Unicef e Banca Mondiale chiedono ai governi e ai partner, tra le altre cose, di dare priorità ai programmi di contrasto alla povertà dei bambini e di realizzare politiche per raggiungere i nuclei familiari più a rischio (quelli numerosi, quelli con bambini piccoli e nelle aree rurali), in modo da intervenire sul circolo intergenerazionale della povertà. Un circolo vizioso che va interrotto per migliorare la vita dei singoli e dell’intera società.
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