Mestruazioni precoci, infertilità e mortalità infantile: quali conseguenze
- 19/02/2024
- Fertilità
Mestruazioni o menopausa precoci possono causare una serie di complicazioni alla salute e al corpo della donna. A dimostrarlo è una ricerca pubblicata online sulla rivista Thorax che tra le altre conseguenze, ha scoperto un collegamento anche con un aumento del rischio di ‘Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco)’, termine generico per indicare le condizioni polmonari progressive che causano difficoltà respiratorie.
I risultati della ricerca, però, hanno anche dimostrato che tra le possibili complicazioni coinvolte, ci sarebbero anche gli aborti spontanei, l’infertilità e la mortalità infantile e che contribuiscono altrettanto a rischi di Bpco, come enfisemi o bronchite cronica.
La metodologia della ricerca
Le donne, infatti, sembrano sviluppare tali complicazioni in età più giovane rispetto agli uomini. E se a complicare il tutto, oltre ai più noti fattori sociali e culturali, subentrano anche stili di vita e comportamenti non salutarli, come il vizio del fumo con consumo continuativo del tabacco, le evidenze scientifiche hanno sottolineato anche la differenza di genere e le ricadute sulla gravità della Bpco. Ma per le donne, una maggior incidenza è valida anche per le non fumatrici.
Gli studi pubblicati in precedenza sulla potenziale influenza degli ormoni femminili sul rischio di Bpco sono stati ostacolati da difetti metodologici, notano i ricercatori. Per cercare di aggirare questi problemi, si sono rivolti al consorzio InterLACE (International Collaboration for a Life Course Approach to Reproductive Health and Chronic Disease Events). Si tratta di una raccolta di 27 studi osservazionali, che raccolgono dati a livello individuale provenienti da oltre 850.000 donne in 12 paesi.
Tre macrogruppi di donne, quasi 300mila, di età media 54 anni, sono state prese in esame dai ricercatori, per capire i collegamenti tra fattori riproduttivi, mestruazioni o menopause precoci appunto e problemi legati ai polmoni. I tre studi di gruppi differenti di donne sono: l’Australian Longitudinal Study on Women’s Health 1946–51 (ALSWH-mid); la biobanca britannica; e lo studio svedese sullo stile di vita e sulla salute delle donne (WLH).
Nei gruppi ALSWH-mid e UK Biobank, le donne sono state monitorate fino alla fine di dicembre 2019. Le donne nel WLH sono state monitorate fino alla fine del 2010. Le informazioni sui fattori riproduttivi sono state raccolte insieme ai dati, considerabili possibili variabili: anno di nascita (prima o dopo il 1950), etnia, livello di istruzione, durata del fumo, asma e peso (BMI).
La Bpco è stata identificata retrospettivamente e prospetticamente attraverso auto-segnalazioni e cartelle cliniche, che includevano prescrizioni, ricoveri ospedalieri, visite di emergenza e dati del registro dei decessi. La salute delle donne è stata monitorata per una media di undici anni. Durante questo periodo, 10.737 (4%) donne hanno sviluppato Bpco a un’età media di 63 anni. Le donne con Bpco erano per la maggior parte coloro che avevano meno di 10 anni di istruzione formale, in condizione di obesità, fumatrici per almeno 10 anni, con asma. Diversi fattori riproduttivi erano associati al rischio di Bpco, inclusa l’età in cui hanno avuto inizio le mestruazioni; numero di bambini; una storia di infertilità, aborto spontaneo o feto morto, in particolare aborti multipli o feto morto; ed età alla menopausa.
I risultati
Coloro che avevano iniziato ad avere le mestruazioni prima o all’età di 11 anni avevano il 17% in più di probabilità di sviluppare la Bpco rispetto a coloro che avevano iniziato ad avere le mestruazioni all’età di 13 anni; dopo i 16 anni il rischio era più alto del 24%. Questo è il risultato più eclatante della ricerca. Ma la Bpco si è dimostrata collegata anche ad altre variabili. Un rischio più elevato è emerso nei casi in cui le donne avevano più di due bambini, una forma di infertilità, una storia di aborto spontaneo. Allo stesso modo, i nati morti erano associati a un rischio complessivo più elevato di Bpco del 42%, così come alla menopausa prima dei 40 anni si associa un rischio del 69%.
I ricercatori hanno così concluso che, anche se lo studio ha dei limiti, come il fatto di essere osservazionale quindi impossibile rintracciare le cause o che non sono stati prese in esame altre variabili come l’uso di contraccettivi, l’ormone femminile estrogeno probabilmente ha un ruolo chiave nel rischio di Bpco nelle donne, a causa dei suoi vari effetti sui polmoni.
“L’effetto complessivo degli estrogeni potrebbe differire a seconda dei tempi – hanno spiegato -. Nella fase riproduttiva iniziale o media, un’esposizione accumulata lunga o maggiore agli estrogeni sarebbe dannosa per i polmoni, portando a un rischio più elevato di Bpco tra le donne con menarca precoce o con nati vivi multipli. Nella fase successiva, gli estrogeni possono essere protettivi, poiché l’età precoce della menopausa o la rimozione delle ovaie (che indica un’esposizione più breve agli estrogeni) sono associati a un rischio più elevato di Bpco”.
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