Italiani figli unici: cos’è l’infertilità secondaria e chi colpisce
- 11/01/2024
- Fertilità
Gli italiani saranno sempre più figli unici? Avere un figlio nel 2023 è sembrata impresa complessa a numerose famiglie. I dati dell’ultimo censimento della popolazione hanno confermato che il calo della denatalità è ormai in continuo aumento. Analisi in merito suggeriscono “bonus economici dedicati alle famiglie” una strada percorribile per incentivare nuove nascite. Soluzione, però, non sufficiente visti i fattori che incidono sulla scelta di avere un figlio. Crisi climatica, economica, paura per il futuro, incertezze e instabilità e intanto, aumenta l’età media in cui mettere al mondo un neonato rischiando che non sia più possibile.
Ma è sempre una scelta avere un figlio?
A rispondere all’interrogativo è stato il dottor Luigi Fasolino, specialista in Ginecologia e Ostetricia, che a Vogue Italia ha spiegato nel dettaglio una realtà: quando e se si decide di avere un bambino, il secondo non è così scontato come il primo. Parliamo, infatti, di un fenomeno che si definisce infertilità secondaria, in una coppia che ha avuto una precedente gravidanza spontanea, andata a buon fine e che è pronta ad averne una seconda, ma senza successo.
Le cause dell’infertilità secondaria
Tra le principali cause dell’infertilità secondaria si individua uno stile di vita poco sano. Anche se i sondaggi hanno mostrato italiani più attenti alla salute, i buoni propositi per il 2024 sono gli stessi degli anni precedenti e spesso, non vengono messi in pratica. Ecco che, tabagismo, alcol, sedentarietà e uso di dispositivi tecnologici a stretto contatto con il proprio corpo per ore eccessive nell’arco della giornata, portano ad avere un possibile e maggiore infertilità.
Tra le altre possibili cause dell’infertilità secondaria, c’è l’aumento dell’età in cui si decide di concepire e qui è il nodo della questione: avere un figlio non è sempre una scelta che si può prendere a tavolino. Se in molti casi, l’aumento dell’età può essere un problema, in altri, invece, è anche il tipo di parto con cui si è avuto il primogenito. Secondo uno studio condotto dal Penn State College of Medicine (Usa) e pubblicato su “JAMA Network Open”, le primipare, ossia le donne al primo figlio che partoriscono con un cesareo, hanno il 15% in meno di probabilità di avere un secondo figlio nei tre anni successivi rispetto alle donne che partoriscono con parto naturale.
Altre cause possono riguardare la mancata diagnosi di patologie specifiche, come l’endometriosi, ad esempio. In generale i fattori psicologici, come ansia da prestazione e stress, possono influenzare il ritardo di una seconda gravidanza.
Possibili soluzioni
L’infertilità secondaria non ha cure speciali e non esistono metodi naturali mirati che dimostrino la capacità di invertire la tendenza. Per questo motivo, sempre maggiori coppie trovano nella procreazione medicalmente assistita (Pma) un possibile rimedio.
Una delle metodologie prevede la stimolazione delle ovaie a produrre follicoli. Gli ovociti saranno fisicamente prelevati e l’incontro con un gruppo di spermatozoi avverrà in laboratorio: ecco la definizione di “fecondazione in vitro”. Da questo incontro nascerà un embrione che verrà fisicamente trasportato in utero per favorire l’impianto. In tal caso, le possibilità di gravidanza possono arrivare fino al 35% di successo.
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