Assegno unico e bonus mamme, le novità per le famiglie in Manovra
- 29/08/2024
- Famiglia
Assegno di inclusione e bonus mamme sono al centro della Manovra 2025 sulla quale è a lavoro l’esecutivo italiano. La Manovra, stando alle prime stime, tra taglio del cuneo e interventi pensionistici, dovrebbe valere circa 25 miliardi di euro.
Una nota del Ministero dell’Economia e Finanza ha chiarito che è infondata l’ipotesi di un taglio. “Fantasiosa e senza alcun fondamento l’ipotesi di tagli agli assegni per i figli in vista della prossima manovra”.
Per ottenere un quadro chiaro, però, bisognerà aspettare la presentazione del Piano strutturale di bilancio, il documento previsto dal nuovo Patto di stabilità Ue da inviare a Bruxelles entro il 20 settembre. Intanto, la Legge di bilancio sarà anche al centro del vertice di maggioranza in programma domani venerdì 30 agosto, data in cui è stato già fissato il primo Consiglio dei ministri per la ripresa dei lavori, dopo la pausa estiva.
Assegno di inclusione: la rimodulazione
Sul tavolo a Palazzo Chigi c’è la rimodulazione dell’assegno unico figli utilizzando le risorse stanziate ma non impiegate per il 2024. Insieme ai 2 miliardi risparmiati dal reddito d’inclusione, dovuti alle richieste inferiori rispetto alle previsioni iniziali, questa somma potrebbe creare un budget dedicato alle famiglie. Il governo, in questo modo, potrebbe scegliere di premiare anche quelle meno numerose sostenendo, come ribadito in più occasioni, la natalità nel Belpaese.
L’inverno demografico, infatti, uno dei problemi più complicati da risolvere. La Banca d’Italia ha stimato un calo del Pil del 13% fino 2040 a causa delle poche nascite. “Senza un’inversione del trend demografico l’equilibrio della finanza pubblica non può essere più sostenibile”, ha spiegato il ministro dell’Economia Giorgetti che aveva proposto un “piano choc” per azzerare le tasse a chi fa più figli.
A pesare, dall’altro lato, c’è la procedura di infrazione della quale l’Italia dovrà rispondere all’Unione europea a causa del requisito di residenza di due anni richiesto alle famiglie straniere per poter accedere all’assegno. Con riferimento alla procedura di infrazione in materia di Assegno Unico Universale, la Commissione aveva denunciato quanto la richiesta di due anni di residenza e il requisito della “vivenza a carico”, “violano il diritto dell’UE in quanto non trattano i cittadini europei in modo paritario, il che si qualifica come discriminazione”.
Questa, in sintesi, potrebbe essere l’occasione per mettere mano all’intero Piano nazionale per le famiglie varato nel 2022 dal governo Draghi. Il cambiamento sul quale si è espresso il Mef, chiarendo l’assenza di riferimenti reali, avrebbe riguardato la “rimodulazione dell’assegno unico”, una modifica che avrebbe incluso la riduzione di quello base da 57 euro per figlio per le famiglie con un ISEE elevato o non dichiarato, destinando maggiori risorse alle famiglie numerose, con disabili.
L’assegno unico ha coinvolto fino ad oggi 6,6 milioni di famiglie per un totale di 10 milioni di figli, con un costo annuale di circa 20 miliardi di euro. Nonostante l’incremento della spesa e dei beneficiari, il governo sostiene che vi sono ancora fondi inutilizzati e che circa un milione di famiglie non abbiano richiesto l’assegno.
Mamme autonome
Uno dei nodi sui quali si sta dibattendo in queste ore è che la Manovra del governo italiano potrebbe agevolare e ampliare il gruppo di beneficiarie del bonus mamme. Si parla di estenderlo anche alle lavoratrici autonome, cioè con Partita Iva, fino ad oggi escluse dall’agevolazione (che invece è a vantaggio delle dipendenti a tempo indeterminato).
Se così fosse, le lavoratrici non dipendenti, circa 2 milioni di donne in Italia, si aggiungerebbero alle lavoratrici madri con tre o più figli che potranno godere di un esonero del 100% della quota dei contributi per l’invalidità, vecchiaia e superstiti a carico del lavoratore fino al 18esimo anno di età dell’ultimo figlio. Parliamo di circa 3mila euro annui, quasi 250 euro al mese. E solo per il 2024, varrebbe anche per chi ha due figli (se almeno uno dei due ha età inferiore ai 10 anni).
Secondo i dati Inps, da inizio 2024 il bonus è stato chiesto da poco meno di 500mila lavoratrici su una platea di quasi 800mila aventi diritto. Una spesa di 500 milioni di euro per il governo che ha garantito così lo sconto in busta paga per 362 mila madri con due figli e 122 mila madri con tre figli.
Opposizioni in rivolta
Le opposizioni e la minoranza, sull’ipotesi di un taglio, si sono già espressi con contrarietà. “L’assegno unico è una misura che funziona, e che sta dando aiuti concreti a tanti nuclei familiari. Ma, per la destra, ha un difetto insormontabile: è stato varato dal governo Draghi. E così – ha affermato il presidente dei deputati di Italia Viva Davide Faraone – anziché rafforzare i provvedimenti che già ci sono, mettendoci altre risorse, ecco che scatta la ‘rimodulazione’: si fa qualche modifica, ovviamente peggiorativa, e si cambia il nome, per far vedere che si sta facendo qualcosa. Una ‘fine’ strategia, già vista all’opera con l’affossamento della legge delega del Family act. Pianificazione? Zero. Eppure, le politiche per la natalità richiederebbero tempi lunghi, progettualità, costanza, le famiglie hanno bisogno di certezze. E invece in due anni e mezzo Meloni e la destra non hanno fatto nulla se non distruggere. Ulteriore conferma del fatto che, a Fratelli d’Italia, l’unica famiglia che interessa è la famiglia Meloni”.
Così come Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi Sinistra ha dichiarato: “Mentre le famiglie sulla soglia della povertà aumentano, il governo Meloni è pronto a smontare l’assegno unico per i figli e procedere a riformare in toto l’assegno unico secondo i desiderata dei sovranisti”.
E ha concluso: “Ufficialmente la premier Meloni dice di voler risistemare una misura che ha dovuto subire richiami da parte dell’Unione Europea per l’esclusione dei lavoratori stranieri dal beneficio. La realtà è che Il governo cerca di tagliarla perché pesa sul bilancio dello Stato per 20 miliardi: a conferma che si accingono a varare una manovra lacrime e sangue destinata e che colpirà, ancora una volta, le fasce più deboli della popolazione, lavoratori dipendenti e pensionati in particolare oltre che la sanità e la scuola. Noi di Alleanza Verdi e Sinistra daremo battaglia perché questa logica non passi”.
Mentre le minoranze chiedono la smentita a Giorgia Meloni, dalla maggioranza arriva la notizia che “a noi non risulta alcuna cancellazione dell’assegno unico“. Così Andrea Crippa, vice-segretario della Lega, interpellato da Affaritaliani.it, ha commentato l’indiscrezione di questa mattina sulla presunta cancellazione dell’assegno unico da parte del governo Meloni con la Legge di Bilancio dal prossimo anno. “Detto questo, ribadisco, non ci risulta alcuna cancellazione dell’assegno unico nella Legge di Bilancio. Discorso chiuso”, conclude Crippa.
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