In ricchezza e povertà: le dinamiche economiche delle famiglie italiane
- 12/01/2024
- Famiglia
Le nuove statistiche sperimentali trimestrali sui conti distributivi della ricchezza delle famiglie italiane, pubblicate dalla Banca d’Italia, rivelano una realtà preoccupante: il 5% delle famiglie più abbienti detiene circa il 46% della ricchezza netta totale.
Secondo le prime evidenze, indica l’istituto di via Nazionale, la concentrazione della ricchezza netta è aumentata tra il 2010 e il 2016, per poi mantenersi pressoché stabile. La dinamica più recente, caratterizzata da una lieve crescita nel 2021 e da una riduzione nel 2022, sembra riflettere principalmente l’andamento dei prezzi delle attività finanziarie detenute dalle famiglie appartenenti al decile più ricco.
I portafogli e le disuguaglianze
I principali indici di disuguaglianza sono rimasti sostanzialmente stabili tra il 2017 e il 2022, dopo essere aumentati tra il 2010 e il 2016. Tra il 2017 e il 2022, gli indici di disuguaglianza sono rimasti sostanzialmente stabili, dopo un aumento nel periodo 2010-2016. La composizione del patrimonio abitativo mostra una diminuzione nella quota detenuta dalla classe centrale, favorendo il decimo più ricco. I depositi sono aumentati significativamente, soprattutto per le famiglie più ricche.
Le statistiche dei conti distributivi evidenziano un’eterogeneità significativa nella composizione del portafoglio delle famiglie italiane. Mentre le famiglie meno abbienti detengono principalmente abitazioni e depositi, quelle più ricche diversificano ulteriormente, possedendo azioni, partecipazioni e altre attività finanziarie complesse.
La distribuzione della ricchezza delle famiglie italiane
Alla fine del 2022, le famiglie italiane possono essere suddivise in tre gruppi distinti in base alla loro ricchezza netta, secondo le statistiche della Banca d’Italia:
- la classe al di sotto della mediana (50% più povera): le famiglie in questa categoria hanno una ricchezza netta che si colloca al di sotto della mediana, indicando che la maggioranza della popolazione appartiene a questa classe. La composizione del loro patrimonio è caratterizzata da una forte dipendenza dalle abitazioni, che costituiscono una parte significativa della loro ricchezza;
- la classe centrale o intermedia (ricchezza netta compresa tra il 50° e il 90° percentile): si tratta di una fascia di popolazione che ha una posizione finanziaria più solida rispetto alla metà inferiore, ma che non fa parte della fascia più ricca della popolazione. La composizione del loro patrimonio riflette una diversificazione tra diverse forme di ricchezza, anche se in misura inferiore rispetto alla classe più ricca;
- il 10% più ricco: questo gruppo rappresenta la fascia più elevata della distribuzione della ricchezza. Le famiglie in questa categoria godono di una posizione finanziaria significativamente superiore rispetto alla maggioranza della popolazione. La composizione del loro patrimonio è caratterizzata da una maggiore diversificazione, con una quota consistente di ricchezza legata a investimenti più complessi come azioni, partecipazioni, attività reali destinate alla produzione, fondi comuni di investimento e polizze assicurative.
La metà della ricchezza degli italiani è nel mattone
La ricchezza degli italiani, secondo le statistiche sperimentali dei Conti Distributivi sulla Ricchezza delle Famiglie (DWA) della Banca d’Italia, è ampiamente rappresentata dalle abitazioni, che costituiscono circa la metà della ricchezza totale. Tuttavia, questa percentuale varia significativamente tra le diverse classi di ricchezza, evidenziando disparità sostanziali nella composizione del patrimonio delle famiglie.
Secondo i DWA, le abitazioni rappresentano una quota significativa della ricchezza per diverse fasce di reddito. Per le famiglie al di sotto della mediana, raggiungono addirittura i tre quarti della ricchezza complessiva, mentre per quelle della classe centrale si attestano poco sotto il 70%. Al contrario, per le famiglie più ricche, questa percentuale scende a poco più di un terzo.
La diversificazione del portafoglio delle famiglie è un elemento chiave. Le famiglie più povere hanno la loro ricchezza concentrata principalmente nei depositi, che costituiscono il 17% della loro ricchezza finanziaria. In contrasto, le famiglie più ricche presentano una maggiore diversificazione, con quasi un terzo della loro ricchezza investita in capitale di rischio legato alla produzione, come azioni, partecipazioni e attività reali destinate alla produzione, e un quinto in fondi comuni di investimento e polizze assicurative.
L’analisi temporale rivelata dai dati dei DWA mostra cambiamenti significativi nella distribuzione della ricchezza. Nel 2010, la classe centrale deteneva circa la metà del patrimonio abitativo, ma questa percentuale è scesa al 45% nel 2022, principalmente a vantaggio del decimo più ricco. Nel medesimo periodo, le famiglie più ricche hanno aumentato la loro quota di depositi del 40%, raggiungendo la metà del totale, mentre la quota detenuta dalle famiglie al di sotto della mediana è diminuita notevolmente.
Le attività non finanziarie non residenziali, che includono investimenti in società di piccole dimensioni, erano prevalentemente possedute dal decimo più ricco, rappresentando circa due terzi della loro ricchezza. Al contrario, le famiglie della classe centrale detenevano il 28% di queste attività alla fine del 2022. Nel periodo dal 2010, si è osservata una riduzione della quota posseduta dalle famiglie più ricche, mentre la classe centrale ha sperimentato un notevole aumento.
In sintesi, l’analisi dettagliata della distribuzione della ricchezza in Italia rivela disparità significative nella composizione del patrimonio delle famiglie. Le abitazioni svolgono un ruolo chiave, ma la diversificazione del portafoglio è una caratteristica distintiva delle famiglie più ricche. La comprensione di tali dinamiche è essenziale per sviluppare politiche mirate a promuovere una distribuzione più equa della ricchezza nella società italiana.
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