“Mi ha lasciato senza casa. Mi ha rovinata”. Le parole di Simona, vittima di violenza economica
- 03/01/2024
- Famiglia
Simona ha 48 anni, è di Bologna ed è una vittima di violenza economica. A raccontare la sua storia è proprio lei, su Repubblica, che ha deciso di spiegare quando si è accorta di essere una vittima del suo ex marito. “Ci sono uomini che non ti picchiano ma che, attraverso i soldi, tengono il coltello dalla parte del manico e sanno come renderti una persona non libera”.
Ecco come Simona si è resa conto di essere vittima di violenza economica: scopriamolo insieme.
La separazione
Nel 2013, la 48enne bolognese ha deciso di separarsi dal marito. “All’inizio fece finta di accettare la mia scelta – ha raccontato la donna -, mi chiese solo di avere un po’ di pazienza. Dopo circa otto mesi ci disse che io e i nostri tre bambini potevamo stare in un appartamento scelto da lui, in centro città, di cui si sarebbe occupato economicamente”. Ma una volta pagato il primo affitto, l’ex marito pare essere sparito: “In meno di un anno aveva trasferito la sua residenza e la sede della sua casa di produzione musicale in Francia, dove andava spesso per lavoro”.
Simona è un’insegnante. Con il marito ha sempre diviso le spese di casa. Lei si occupava delle rate del mutuo e lui delle altre spese. “Mi sono ritrovata improvvisamente senza la possibilità di pagare – ha continuato Simona -: dal dentista, al telepass, al bollo della macchina, alla mensa, più un affitto che non mi potevo permettere. Ma non solo: falsificando la mia firma, il mio ex aveva svuotato i conti dei nostri figli, parliamo di 21mila euro in totale. A quel punto mi disse: “Io ti rovino, non avrai più una vita, sprecherai il tuo tempo e i tuoi soldi a combattere”.
Quella di Simona è una storia che da quel 2013 è stata tortuosa e combattuta. In primis, riacquistare la propria libertà finanziaria e poi, assicurare un futuro sereno e stabile ai propri figli, sembrava ormai impossibile.
La violenza economica
In Italia, una donna su due è vittima di violenza economica. Secondo quanto riportato da una ricerca Ipsos, il 49% delle donne intervistate ha dichiarato di aver subito nella vita almeno un episodio di violenza economica. Il 67% tra le donne separate o divorziate. Una su dieci ha ammesso che il proprio partner le ha negato la possibilità di lavorare.
La situazione economica peggiora nei casi di separazione e divorzio. Il 37% delle donne separate o divorziate dichiara di non ricevere la somma di denaro concordata per la cura dei figli e una donna separata o divorziata su quattro avverte difficoltà a trovare un lavoro con un salario sufficiente al suo sostentamento.
Il coraggio di reagire
“Appena ho potuto, ho venduto la grande casa per cui stavo pagando il mutuo in modo da poter affittare un piccolo appartamento solo per noi quattro e pagare gli avvocati per passare alle vie legali. Dal 2014 a oggi ho vinto sia in sede penale che in sede civile per mancato mantenimento: l’ultimo processo si è chiuso lo scorso giugno, ma stiamo ancora aspettando il pagamento degli arretrati. Nel corso degli anni infatti ho sempre dovuto insistere perché il mio ex marito mandasse soldi per coprire le spese dei ragazzi ed è capitato che, per ingannarmi, inviasse delle copie dei bonifici su whatsapp. Erano falsificati da lui e scritti in francese – che io non conosco bene – e aggiungeva sempre: “Ma come questo non ti è arrivato?”. Lui disse fin da subito che non voleva più occuparsi dei figli, ma a me interessa solo che ricevano quanto spetta loro”, ha poi affermato Simona.
La donna ha raccontato di aver deciso di rendere nota la propria storia perché, dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, si è resa conto di essere una vittima, anche se in forma diversa: “Psicologicamente ero distrutta. Dover ‘elemosinare’ ciclicamente soldi al proprio ex per mantenere i figli che sono anche i suoi, anche questo è violenza. Non poter dare una vita normale ai miei bambini mentre lui spendeva i loro soldi in vacanze di lusso, anche questo è violenza. Ma non viene percepita ancora come tale. Mi è stato detto: “Lo hai lasciato tu in fondo, è giusto che lui faccia la vita che vuole e tu la vita da madre se vuoi che i figli stiano insieme a te”.
Una questione demografica
Essere a conoscenza di questo tipo di violenza economica è uno dei motivi per cui si possa decidere di non sposarsi o di non mettere al mondo un figlio. Una donna su cinque lascia il lavoro dopo la maternità e il 63% delle dimissioni sono motivate dall’incapacità di conciliare vita privata e lavoro. Il ruolo dei papà? Partire da questa domanda e ripensare ad un sistema di uguali diritti e doveri è alla base della costruzione di una società che intende definirsi civile.
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