Perché gli adolescenti fanno abuso di alcol?
- 12/07/2024
- Giovani
Il panorama dell’abuso di alcol tra gli adolescenti italiani è motivo di crescente preoccupazione, secondo i recenti risultati dell’indagine nazionale condotta da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca IARD, supportata da Mediatyche Srl. I dati raccolti da un campione rappresentativo di 3.427 studenti tra i 13 e i 19 anni dipingono un quadro inquietante: oltre il 70% degli adolescenti ha sperimentato almeno una volta un episodio di ubriacatura.
Questo fenomeno è ancora più allarmante considerando che una minoranza dei giovani, meno del 15% dei maschi e il 10% delle femmine, consuma alcol più volte alla settimana. Tuttavia, tra coloro che non sono astemi, il 75% ha riferito di essersi ubriacato almeno una volta, e il 32% di questi ha vissuto questa esperienza più di tre volte.
Sempre più ‘binge drinking’
L’analisi dei dati evidenzia una tendenza allarmante tra gli studenti degli ultimi anni di scuola superiore: il 45% ha dichiarato di essersi ubriacato più di tre volte. Questo dato suggerisce che l’ubriacatura frequente sia percepita da molti giovani come una fase inevitabile del proprio sviluppo sociale, influenzata pesantemente dal contesto amicale. Circa il 20% degli adolescenti ammette di essere fortemente condizionato dalle abitudini e dalle pressioni del gruppo di amici, il che contribuisce a perpetuare il fenomeno del binge drinking, caratterizzati da episodi di consumo massiccio di alcol concentrati in breve tempo.
Ancora più preoccupante è la percezione distorta dei rischi connessi al consumo di alcol tra i giovani. Solo il 30% degli adolescenti intervistati è “molto d’accordo” sul fatto che bere possa provocare problemi di salute significativi, mentre un altro 40% si limita a essere “abbastanza d’accordo”. Questa scarsa consapevolezza dei rischi a lungo termine dell’abuso di alcol riflette una carenza critica nelle informazioni e nella educazione sui pericoli associati a questo comportamento.
Testimonianze dai pronto soccorso
L’emergenza legata all’abuso di alcol è un fenomeno ricorrente ogni fine settimana nei pronto soccorso italiani. Gianluigi Marseglia, direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Pavia, ha fornito uno sguardo approfondito sulla situazione al Policlinico San Matteo di Pavia, dove si osserva regolarmente l’afflusso di adolescenti con sintomi severi derivanti dall’abuso di alcol.
I casi trattati spaziano da malessere generale a stati confusionali gravi, fino ai casi più estremi di coma etilico. Questi sintomi rappresentano solo la punta dell’iceberg di una problematica più ampia e profonda che coinvolge giovani che ignorano o sottovalutano i rischi associati al consumo eccessivo di alcol. La frequenza con cui tali casi si presentano evidenzia una grave mancanza di consapevolezza tra i giovani riguardo alle conseguenze immediate e a lungo termine di questa pratica.
La disinformazione sull’alcol tra i giovani
Un aspetto critico emerso dall’indagine riguarda la percezione del rischio associato all’alcol, confrontato con altre sostanze. Mentre l’86% dei giovani intervistati ritiene le droghe sintetiche altamente pericolose per la salute, solo il 33,9% attribuisce lo stesso grado di rischio all’alcol. Questo divario nella percezione del rischio è profondamente allarmante e riflette una grave disinformazione diffusa tra gli adolescenti.
Secondo Giada Giglio Moro, psicologa e psicoterapeuta, l’alcol è classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come droga, nonostante il suo status comune come bevanda sociale. Questo fatto evidenzia una discrepanza significativa tra la percezione popolare e la realtà scientifica riguardo agli effetti nocivi dell’alcol sulla salute.
La mancanza di consapevolezza riguardo ai pericoli dell’alcol può avere conseguenze gravi. Prima di tutto, gli adolescenti potrebbero non essere sufficientemente motivati a limitare o evitare il consumo eccessivo di alcol, pensando erroneamente che sia meno dannoso rispetto ad altre sostanze. Ciò potrebbe portare a comportamenti rischiosi come il binge drinking, con conseguenze immediate come incidenti stradali, violenze, e intossicazioni acute. Inoltre, la percezione distorta del rischio può influenzare le decisioni dei giovani riguardo alla prevenzione di problemi di salute a lungo termine, come danni al fegato, dipendenza dall’alcol, e problemi mentali e comportamentali associati.
Progetti di prevenzione: il caso di Trastevere
Un esempio significativo di iniziativa volta alla prevenzione dell’abuso di alcol tra i giovani è rappresentato dal progetto ideato da Trastevere Attiva Odv nel cuore di Roma. Quest’associazione ha lanciato un programma innovativo e psicoeducativo denominato “Bevo? Anche no!“, che si rivolge agli studenti delle scuole medie della capitale.
Ciò che rende questo progetto particolarmente efficace è il suo approccio interattivo e partecipativo. Gli studenti non sono semplicemente destinatari passivi di informazioni, ma sono coinvolti attivamente nella creazione di contenuti educativi. In collaborazione con psicologi, videomaker e coordinatori del progetto, gli adolescenti partecipano alla creazione di videoclip educativi che affrontano i rischi dell’abuso di alcol e promuovono comportamenti responsabili.
Attraverso questi videoclip, che vengono successivamente condivisi sui social media, gli studenti non solo esplorano e comprendono i rischi legati all’alcol, ma diventano anche ambasciatori della prevenzione all’interno delle loro comunità, responsabilizzandoli nel diffondere messaggi positivi e informativi tra i loro coetanei e oltre.
L’iniziativa ha già avuto successo, con videoclip che hanno raggiunto un ampio pubblico online e hanno suscitato un interesse significativo tra gli adolescenti. L’approccio di Trastevere Attiva Odv dimostra che la prevenzione dell’abuso di alcol può essere efficace quando si combinano educazione, coinvolgimento attivo degli studenti e supporto della comunità.
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