Come incrementare la pensione e aggiungere fino a 5 anni di carriera con la pace contributiva
- 07/08/2024
- Welfare
La pace contributiva è tornata e con essa una serie di vantaggi significativi per i lavoratori italiani. Questa misura, attivata dall’INPS a partire dal 1° gennaio 2024, consente di riscattare periodi di inattività non coperti da contribuzione, rappresentando un passo decisivo verso un futuro previdenziale più robusto. Con la possibilità di aggiungere fino a cinque anni alla propria carriera contributiva, i lavoratori hanno ora l’opportunità di rafforzare la propria posizione previdenziale e di incrementare l’importo della pensione futura.
La legge di bilancio 2024, attraverso la circolare dell’INPS, ha delineato i contorni di questa iniziativa, sottolineando come il riscatto dei periodi non coperti possa influire positivamente non solo sul diritto alla pensione, ma anche sull’ammontare dell’assegno pensionistico futuro. In un contesto caratterizzato da un’alta aspettativa di vita e da una crescente incertezza economica, la pace contributiva si configura come una strategia fondamentale per garantire un tenore di vita adeguato durante gli anni della pensione. L’importanza di una pianificazione previdenziale oculata non è mai stata così cruciale, e la pace contributiva offre un’ottima occasione per prendere in mano il proprio futuro.
L’obiettivo di questa misura è chiaro: garantire una pensione più adeguata e stabile, rispondendo così alle esigenze di una popolazione sempre più anziana e a un contesto demografico in evoluzione.
Cos’è la pace contributiva?
La pace contributiva consente ai lavoratori di riscattare periodi di lavoro non coperti da contribuzione previdenziale obbligatoria. Questa opportunità si rivolge in particolare a coloro che, avendo cominciato a versare contributi solo dopo il 1° gennaio 1996, desiderano completare la propria carriera contributiva per migliorare la propria posizione previdenziale.
In pratica, la pace contributiva permette di aggiungere fino a cinque anni di contributi alla propria carriera previdenziale, coprendo periodi di inattività lavorativa o di lavoro non adeguatamente contributivo. Questo riscatto si applica ai periodi compresi tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023, offrendo così la possibilità di recuperare lacune temporali significative nel proprio storico contributivo. Il vantaggio principale di questa misura è che i periodi riscattati vengono considerati sia ai fini del diritto alla pensione, sia per il calcolo dell’assegno pensionistico futuro.
Ci sono delle limitazioni da tenere a mente: non è possibile riscattare periodi già coperti da obbligo di versamento contributivo, nemmeno se l’obbligo è prescritto. In questi casi, i lavoratori dovranno ricorrere ad altre modalità previste dalla normativa vigente, come la regolarizzazione contributiva o la costituzione di una rendita vitalizia in caso di prescrizione dei contributi.
I periodi da riscattare devono essere scoperti da contribuzione e situati tra due periodi di lavoro coperti, non possono pertanto riguardare il tempo precedente alla prima occupazione o periodi di lavoro per i quali era già previsto l’obbligo di contribuzione. La misura non consente di anticipare l’età pensionabile, ma aumenta l’ammontare dell’assegno pensionistico accumulato, contribuendo così a garantire una pensione più consistente e sicura.
Per i lavoratori che scelgono di utilizzare la pace contributiva, il costo del riscatto viene calcolato sulla base delle aliquote contributive applicabili e può essere pagato in un’unica soluzione o in rate mensili, fino a un massimo di 120 rate senza interessi. Tuttavia, la misura non prevede la detrazione fiscale del 50% della spesa sostenuta come nella misura sperimentale del triennio 2019-2021, ma il contributo versato rimane deducibile dal reddito complessivo. La pace contributiva, dunque, rappresenta una strategia preziosa per rafforzare la propria posizione previdenziale e assicurare un futuro pensionistico più stabile.
La misura della pace contributiva è rivolta a un ampio spettro di lavoratori, inclusi quelli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria, alle sue forme sostitutive ed esclusive, alle gestioni speciali per lavoratori autonomi, commercianti e artigiani, e alla Gestione Separata. Questo ampio raggio di destinatari garantisce che la misura possa essere accessibile a diverse categorie di lavoratori, comprendendo sia coloro che operano nel settore pubblico che privato, nonché i liberi professionisti e gli imprenditori.
Il principale vantaggio della pace contributiva è l’ampliamento della carriera contributiva, che può contribuire a raggiungere il diritto alla pensione e a migliorare l’ammontare dell’assegno pensionistico. I periodi riscattati sono considerati sia per il diritto alla pensione che per il calcolo dell’assegno pensionistico, offrendo una maggiore sicurezza economica per il futuro.
Modalità di accesso e presentazione della domanda
Per usufruire della pace contributiva, è necessario presentare la domanda entro il 31 dicembre 2025. Le richieste possono essere effettuate attraverso diversi canali: il portale web dell’INPS, il Contact Center multicanale, i patronati e gli intermediari autorizzati. Anche i datori di lavoro possono presentare la domanda per conto dei dipendenti, utilizzando i premi di produzione e beneficiando di un onere deducibile dal reddito d’impresa. La presentazione attraverso i canali ufficiali è stata progettata per facilitare l’accesso alla misura e garantire che il maggior numero possibile di lavoratori possa beneficiare di questa opportunità.
Il costo del riscatto è calcolato utilizzando il metodo “a percentuale”, applicato sull’imponibile degli ultimi 12 mesi e in base alle aliquote contributive vigenti nella gestione assicurativa del richiedente. A differenza della misura sperimentale del triennio 2019-2021, la legge di bilancio 2024 non prevede la detrazione del 50% della spesa sostenuta, ma il contributo versato è comunque deducibile dal reddito complessivo. Per il pagamento, è possibile scegliere tra un’unica soluzione o una rateizzazione fino a 120 rate mensili, con un importo minimo di 30 euro per ciascuna rata, senza applicazione di interessi. Tuttavia, la rateizzazione non è concessa se i contributi riscattati sono necessari per la liquidazione immediata di una pensione o per l’accoglimento di una domanda di versamenti volontari; in tali casi, l’intero importo deve essere versato in un’unica soluzione.
Nel contesto di una popolazione in invecchiamento e con una natalità in calo, la pace contributiva rappresenta un’importante opportunità per garantire una pensione adeguata e stabile. Approfittare di questa misura significa consolidare la propria carriera contributiva e migliorare la propria sicurezza economica per il futuro.
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