Quanto puoi andare avanti senza reddito? L’Italia non è messa benissimo
- 07/08/2024
- Popolazione
Se all’improvviso non aveste più un reddito mensile, tanto o poco che sia, e doveste vivere solo di risparmi o della vendita di oggetti che già possedete, quanto potreste andare avanti? La risposta forse è meno ovvia di quello che potreste pensare, ma in ogni caso dipende dal Paese in cui vivete. E dall’età che avete. Quanto al primo aspetto, l’Italia non è messa benissimo, mentre per il secondo, in generale vi va molto meglio se siete over 50.
Questa in estrema sintesi la situazione che emerge dai (molti) dati in cui si articola il World Risk Poll Index della Lloyd’s Register Foundation, che dal 2019 misura – nell’ambito del Gallup World Poll – le preoccupazioni e i danni derivanti dai rischi per la sicurezza delle persone. Il sondaggio fornisce da due anni anche il World Risk Poll Resilience Index, una misura della resilienza e delle vulnerabilità dei Paesi e delle comunità di tutto il mondo, di fronte ai disastri legati al cambiamento climatico e ad altri shock.
Il World Risk Poll Resilience Index
Quattro le dimensioni analizzate dal World Risk Poll Resilience Index – Individuale, Familiare, Comunità e Società – in modo da fornire un indice il più completo possibile. Il rapporto è costruito utilizzando i dati misti del World Risk Poll raccolti nel 2023, coinvolgendo 147mila persone in 142 Paesi, compresi anche quelli dove i dati ufficiali sulla sicurezza e sui rischi sono scarsi o inesistenti.
I problemi trattati in questa edizione includono la resilienza a condizioni meteorologiche avverse e cambiamenti climatici, la sicurezza sul posto di lavoro e la gestione dei rifiuti, i cui dati sono in via di pubblicazione. Il sondaggio analizza anche come le percezioni e le esperienze del rischio cambino nel tempo, e a seconda dei diversi aspetti demografici delle persone – come età, sesso, livello di istruzione, reddito.
L’obiettivo del corposo report, che potete leggere qui in inglese, è aiutare governi, autorità di regolamentazione, aziende, ONG e organismi internazionali a indirizzare politiche e interventi che rendano le persone più sicure, collaborando con le comunità.
La resilienza globale. Italia nella parte bassa della ‘classifica’
In base al World Risk Poll, a livello mondiale la resilienza complessiva è rimasta stabile dal 2021 al 2023 (con un punteggio di 55 contro 57, fatto 100 l’indice), mentre quella individuale è diminuita, con cali rilevanti in quasi un terzo (42) dei Paesi analizzati, molti dei quali nell’Europa orientale.
Il calo è dovuto, spiega il rapporto, all’aumento – dal 36% al 43% – delle persone che affermano di non poter fare nulla per proteggere se stesse e le proprie famiglie in caso di disastro. Un aspetto preoccupante se si pensa che, sempre secondo il World Risk Poll, la popolazione mondiale che ha subìto un disastro correlato a un pericolo naturale negli ultimi cinque anni è aumentata, passando dal 27% del 2021 al 30% del 2023, soprattutto per l’incremento delle inondazioni.
In generale, tre quarti dei Paesi e territori (90 su 120) analizzati sia nel 2021 che nel 2023 non hanno registrato cambiamenti significativi nelle quattro dimensioni dell’indice di resilienza, mentre molti dei Paesi che hanno segnato i maggiori aumenti sono allo stesso tempo alle prese con gravi crisi e instabilità. Tra questi Russia, Burkina Faso, Ucraina, Mali e Libano. Un risultato forse controintuitivo, spiegabile con la crescita della resilienza nelle dimensioni della Comunità e della Società.
Per quanto riguarda poi la pandemia da covid 19, che ha portato a un calo del Pil globale pari al 3,1% – il più grande mai misurato in un anno dalla Banca Mondiale – e a un conseguente rimbalzo che è stato a macchia di leopardo, ad essa si sono aggiunti lo shock della guerra in Ucraina e a cascata un’inflazione galoppante e un sensibile rallentamento della crescita economica. Non tutti i Paesi hanno ‘ammortizzato’ allo stesso modo, e il sondaggio rileva che c’è una correlazione positiva tra resilienza e Pil reale dei Paesi, con le nazioni ad alto reddito tendenzialmente più resistenti.
Dopo questi anni turbolenti, peraltro ancora in corso, il World Risk Resilience Poll fotografa una situazione in cui agli estremi della classifica troviamo in basso l’Afghanistan, il Paese meno resiliente, che ha un indice globale pari a 29, e in alto il Kuwait con 76. Da sottolineare che al secondo posto c’è il Vietnam, ovvero una Nazione a basso reddito, che ha un indice pari a 73 grazie agli alti punteggi dati soprattutto alle dimensioni Famiglia e Comunità.
Quanto all’Italia, si colloca 88ma su 141 Paesi, con un indice di resilienza globale pari a 51 che la piazza quartultima tra i Paesi ad alto reddito, la cui classifica è chiusa dalla Grecia sempre con 51. Sono interessanti gli andamenti delle quattro dimensioni della resilienza: nel 2023 l’Italia segna 62 per la voce ‘Famiglia’, in crescita dal 53 del 2021, mentre vede un calo per ‘Comunità’ da 59 a 50, una sostanziale stabilità per ‘Società’, da 56 a 55, e soprattutto un crollo per ‘Individuale’, da 64 a 38. Segnale, questo, di un crescente senso di impotenza e precarietà personale.
Quanto si va avanti senza reddito
Se dalla resilienza complessiva passiamo a quella finanziaria delle famiglie – ovvero per quanto tempo un nucleo potrebbe coprire i bisogni di base (cibo, alloggio e trasporto) senza avere un reddito – , scopriamo non sorprendentemente che le famiglie che possono andare avanti meno di una settimana sono anche quelle con una resilienza inferiore in tutte le dimensioni.
Un aspetto rilevante messo in luce dal rapporto 2024 è che nella maggior parte dei Paesi le tendenze macroeconomiche a lungo termine sono in gran parte scollegate dalla capacità di una famiglia di soddisfare i bisogni di base a breve termine; quindi, eventuali miglioramenti a livello nazionale non si riflettono automaticamente in modo capillare sulle persone. Emerge invece una correlazione positiva tra la resilienza finanziaria delle famiglie e la resilienza individuale. Ovvero: quando le famiglie sono meno in grado di soddisfare le necessità di base, gli individui all’interno di quella famiglia diventano meno resilienti, e allo stesso modo se i risparmi a disposizione sono consistenti, i componenti del nucleo diventano più resilienti.
Approfondendo i dati, e scomponendoli per fasce d’età, a livello globale senza reddito tirerebbe avanti meno di un mese il 40% dei 15-24enni, il 39% dei 25-34enni, il 38% dei 35-49enni, il 32% dei 50-64 e il 28% degli over 65. Viceversa, potrebbe reggere oltre quattro mesi il 20% dei 15-24enni, il 24% dei 25-34enni, il 25% dei 35-49enni, il 29% dei 50-64 e il 33% degli over 65. I giovani quindi si troverebbero più facilmente in difficoltà anche se, come sottolinea il rapporto, la resilienza considera quattro dimensioni e dunque nell’insieme i meno anziani possono percepire una maggiore capacità di affrontare le situazioni rispetto ai più adulti.
Per quanto riguarda poi nello specifico l’Italia, il 9,71% delle persone potrebbe resistere meno di un mese, il 12,34% due mesi, il 14,81% tre mesi, il 62,86% quattro mesi o oltre.
Lloyd’s Register Foundation. (2024). Rapporto World Risk Poll 2024: Resilienza in un mondo che cambia. Lloyd’s Register Foundation. https://doi.org/10.60743/C0RM-H862
Analizzando i dati per sesso, infine, le donne ottengono punteggi uguali o inferiori a quelli degli uomini nell’indice di resilienza in tutti i Paesi o territori misurati dal World Risk Poll, con significative disuguaglianze di genere indipendentemente dalla posizione o dal benessere del Paese.
Un fenomeno che il rapporto spiega almeno in parte con le norme socio-culturali, i contesti istituzionali e i fattori ambientali, che influiscono sulla capacità di guadagnare reddito e di sentirsi responsabilizzati: fattori diversi nel mondo ma che in qualche modo portano ovunque allo stesso svantaggio per la parte femminile della popolazione.
Più in generale, conclude il World Poll Resilience Risk, dove si è nati e si vive, oltre al genere e al livello di reddito, continua ad essere determinante per quanto riguarda i livelli di resilienza, finanziaria e non solo, delle persone.
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