Mense scolastiche in Italia, quanto costano?
- 29/05/2024
- Welfare
Le mense scolastiche rappresentano un elemento fondamentale nel sistema educativo italiano, per garantire un pasto sano ai bambini, contrastare la povertà alimentare, ma anche un’opportunità per la vita educativa e sociale dei bambini. Ma quanto costa alle famiglie questo servizio essenziale? Dietro i numeri delle tariffe e delle presenze si nascondono sfide significative legate alla povertà alimentare e alla distribuzione disomogenea delle strutture sul territorio nazionale.
Secondo la VII Indagine sulle mense scolastiche condotta da Cittadinanzattiva, la spesa media mensile per la mensa di un figlio iscritto alla scuola dell’infanzia o alla primaria si attesta tra gli 84 e gli 85 euro, equivalenti rispettivamente a 4,20 e 4,26 euro per pasto.
Dove si spende di più e di meno
Le spese per le mense scolastiche variano notevolmente in Italia, con significative disparità regionali e locali. La regione più costosa è la Basilicata, dove le famiglie spendono in media 109 euro al mese per ogni figlio iscritto. Al contrario, la Sardegna emerge come la regione più economica, con tariffe di 61 euro per l’infanzia e 65 euro per la primaria.
Questa variabilità nei costi è riflessa anche nelle differenze tra i capoluoghi di provincia. Tra i capoluoghi di provincia, Barletta emerge come la città più economica con un costo di 2 euro per pasto sia per l’infanzia che per la primaria, mentre Torino e Livorno registrano i costi più alti, rispettivamente con 6,60 euro e 6,40 euro per pasto. Tra le città metropolitane, Roma si distingue come una delle meno care, con un costo a pasto di circa 2,32 euro per la famiglia “tipo” in entrambe le tipologie di scuola.
Rispetto all’anno scolastico 2022/23, le tariffe mensili sono aumentate di oltre il 3%, ma con variazioni significative a livello regionale. In Calabria l’aumento delle tariffe rispetto all’anno scolastico precedente ha superato il 26%, mentre in Umbria si è registrata una riduzione del 9%.
Tuttavia, queste differenze di spesa evidenziano anche sfide significative legate all’accessibilità economica dei pasti scolastici. La necessità di rendere gradualmente gratuiti i pasti scolastici per tutti, in particolare per i bambini delle famiglie in povertà assoluta, è una raccomandazione chiave emersa dal “Piano di Azione nazionale per l’attuazione della garanzia infanzia”. L’obiettivo è quello di garantire a tutti i bambini pasti sani e completi, contribuendo così a contrastare la deprivazione alimentare e promuovere l’uguaglianza di accesso all’istruzione.
La distribuzione delle mense scolastiche in Italia
Secondo i dati recenti del Ministero dell’Istruzione, su un totale di 40.160 edifici scolastici statali presenti sul territorio italiano, solo il 33,6% è dotato di mensa scolastica o di un “ambito funzionale alla mensa”. Ad esempio, nelle Regioni del Sud, poco più di un edificio su cinque dispone di una mensa (22% nelle regioni meridionali e 21% nelle isole), mentre la percentuale scende al 15,6% in Campania e al 13,7% in Sicilia. Al contrario, nelle regioni del Centro e del Nord, la presenza di mense è molto più diffusa, con il 41% e il 43% degli edifici dotati di tale servizio.
La regione con la più ampia disponibilità di mense è la Valle d’Aosta, dove la presenza è dichiarata per il 71,8% degli edifici scolastici. Seguono Piemonte, Toscana e Liguria, con una presenza in circa sei edifici su dieci. Al contrario, la Campania e la Sicilia registrano la più bassa dotazione, inferiore al 20%, seguite dalla Calabria con il 21,8%. In Puglia, Abruzzo e Lazio, la presenza si attesta attorno a un edificio su quattro.
Analizzando a livello locale, Alessandria spicca come il comune con la più alta percentuale di mense scolastiche, con il 76,7% degli edifici scolastici dotati di questo servizio. Altri comuni come Como, Torino, Monza, Biella, Prato, Vercelli e Savona superano il 60% di presenza di mense.
Tuttavia, vi sono 22 capoluoghi in cui la mensa scolastica è presente in meno del 10% degli edifici. Di questi, 11 si trovano nel sud continentale e altri 4 nelle isole, per un totale di 15 capoluoghi su 22 collocati nel mezzogiorno. Osservando il quadro generale, la maggioranza dei comuni con una bassa presenza di mense si trova nell’area con maggiore deprivazione, il mezzogiorno, mentre solo uno si trova nel centro Italia, dove il problema sembra essere meno diffuso.
Mense scolastiche e deprivazione alimentare
Un’analisi condotta dall’Osservatorio povertà educativa #conibambini, in collaborazione con Openpolis e l’impresa sociale Con i Bambini, rivela un legame significativo tra la disponibilità di mense scolastiche e la povertà alimentare tra i minori, soprattutto nell’Italia meridionale, dove l’offerta di mense è più limitata.
Anche prima della pandemia, i dati indicavano che la deprivazione alimentare era particolarmente diffusa tra bambini e ragazzi del sud Italia. Questa tendenza è confermata anche nel periodo post-Covid, secondo i dati più recenti sulle condizioni di vita dei minori.
La povertà alimentare non è un fenomeno circoscritto al sud, ma coinvolge un’ampia parte del paese. Le regioni con la quota più alta di minori che non consumano almeno un pasto proteico al giorno includono la Sicilia, la Campania e la Basilicata.
L’importanza delle mense scolastiche nel contrasto della povertà educativa e alimentare è evidenziata dai dati che mostrano una significativa correlazione tra la disponibilità di mense e la riduzione della deprivazione alimentare tra i minori. Tuttavia, nonostante questa relazione, è necessario sottolineare che i fenomeni della carenza di mense e della povertà alimentare non sono direttamente correlati.
Nel 2021, quasi l’8% dei minori nel Mezzogiorno viveva in condizioni di deprivazione alimentare, rispetto al 6,2% della media nazionale.
L’importanza delle mense scolastiche
Le mense scolastiche rivestono un’importanza cruciale nel garantire un’alimentazione sana e completa ai bambini italiani, specialmente per coloro che provengono da contesti familiari con difficoltà economiche. Questi luoghi non sono solo spazi dove i bambini possono mangiare, ma rappresentano un elemento fondamentale per contrastare la povertà alimentare e educativa nel Paese.
Le disuguaglianze geografiche giocano un ruolo significativo nella distribuzione della povertà alimentare.
L’obiettivo indicato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede la creazione di circa 1.000 nuove mense scolastiche. Tuttavia, ad oggi, si registra un ritardo nell’attuazione di questi progetti, e la disponibilità effettiva delle nuove mense potrebbe verificarsi solo a partire dal II semestre del 2026. È essenziale che gli investimenti siano indirizzati verso le regioni e i territori maggiormente sprovvisti di questo servizio, sebbene ciò potrebbe non essere sufficiente a soddisfare appieno le reali necessità esistenti.
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