Guangdong, cos’è il villaggio cinese dedicato agli anziani
Gli anziani di Hong Kong si stanno trasferendo in città lontane dal centro per vivere il periodo post pensione in modo più economico. Il mercato dell’assistenza agli anziani in Cina è in forte espansione con investitori di Hong Kong e dall’estero attratti alle potenzialità della Silver economy che la longevità sta offrendo ai mercati. Ad esempio, come riporta Reuters, New World Development sta cercando di espandere i suoi servizi sanitari e riabilitativi per anziani, il progetto “Hamansa”, in varie città del Paese.
La zona del Guandong, nello specifico, ha almeno cinque case di cura per anziani e fornire oltre 2mila posti letto. Il motivo? Costi più accessibili e servizi dedicati agli over 65. Il governo di Hong Kong ha fornito assistenza sociale agli anziani svantaggiati nelle province di Guangdong e Fujian e già a partire dal 2020 ha iniziato a concedere ulteriori indennità di vecchiaia, complice l’assicurazione medica troppo costosa e la mancanza di fiducia nei servizi medici cinesi: oggi, gli ostacoli più significativi per le persone di Hong Kong.
Città a misura di anziano
Eee hong heights, appena fuori dalla città di Shenzhen, “sembra più un rifugio di montagna che una casa di cura – scrive l’Economist -. I suoi 260 abitanti possono passeggiare nei giardini circondati di palme. Ma forse più importanti sono i corsi su come usare l’iPad. Circa il 70% dei residenti proviene da Hong Kong. La formazione digitale permette loro di parlare con i propri figli in città”.
Sono sempre più numerosi gli abitanti di Hong Kong che scelgono il Guangdong, la provincia in cui si trova Shenzhen. Secondo i dati ufficiali, lo scorso anno circa 89.000 persone di età pari o superiore a 65 anni risiedevano “regolarmente” nella regione. Si tratta del 32% in più rispetto a dieci anni prima. Dietro l’ascesa c’è il governo di Hong Kong. Come riporta il quotidiano britannico, è a partire dal 2014 che il governo ha lanciato un programma che copre il costo della vita e il trasporto transfrontaliero per gli anziani bisognosi di cure che scelgono di trasferirsi nel Guangdong: “Paga la maggior parte degli abitanti di Hong Kong a Yee Hong Heights. Tutta la Cina sta invecchiando, ma la situazione a Hong Kong è particolarmente grave. Con 86 anni, l’aspettativa di vita della città è la seconda più alta al mondo. Entro il 2050 uno su tre dei residenti avrà più di 65 anni. L’invecchiamento della popolazione sta esercitando pressioni sulle case di cura, che già registrano una carenza di posti letto. Il tempo medio di attesa per un posto sovvenzionato dal governo è di 16 mesi. Senza spostare gli anziani, il futuro della città appare decisamente grigio”.
Ciò che Hong Kong intende realizzare è una “Greater Bay Area”, che comprenderà Macao, Hong Kong e gran parte del Guangdong, questo perché in alcune zone lontane dai centri vi è un surplus di alloggi, che gli abitanti più anziani di Hong Kong potrebbero riempire: “Se spendessero le loro pensioni nel Guangdong, ciò aiuterebbe anche l’economia”, stima l’Economist.
Senior housing anche in Italia?
È replicabile un modello del genere in Italia? La zona del Guangdong, seppur lontana da Hong Kong, è un polo molto grande con zone verdi all’interno delle quali sono state immerse strutture per anziani. Nel nostro Paese, questo tipo di realtà non è propriamente esistente. Città dedicate agli anziani sono riscontrabili in piccoli borghi o città tra la montagna e la costa, ma nulla che abbia strutture concentrate all’assistenza degli over 65. Prime forme di senior co-housing sono state realizzate già in numerose città, come ad esempio a Firenze. Ma sono appartamenti dai costi mensili medio-alti e per persone autosufficienti. Per tutto il resto dovrebbe pensarci la sanità pubblica sulla quale si sta ripensando un modello di welfare basato su investimenti a medio e lungo termine che consentano di supportare, nei prossimi decenni, la possibile crisi dovuta ad un aumento degli anziani e quindi ai servizi offerti.
