Fitto: “Con la revisione del Pnrr un approccio strategico ai problemi demografici”
- 12/04/2024
- Europa Giovane Welfare
“È necessario superare, per quanto possibile, l’approccio che c’è stato in questi anni a livello generale, politico e europeo, considerando il tema della demografia un tema non di rilevanza strategica ma sul quale ci si soffermava con dati e analisi per convegni e iniziative senza comprenderne la vera importanza per il sistema”. A sostenerlo è stato Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr nell’ambito dell’evento “Per un’Europa giovane: transizione demografica, ambiente, futuro”. L’incontro dedicato alla demografia, promosso oggi, venerdì 12 aprile, dalla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Opportunità, Eugenia Roccella, con la partecipazione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, delle Commissarie europee per la Demografia (Dubravka Suica, vicepresidente) e per l’Uguaglianza (Helena Dalli), di ministri del governo italiano, esperti e amministratori territoriali ha aperto un primo dibattito strutturale sul tema.
“Bisogna comprendere quali sono gli impatti dal punto di vista culturale, sociale ed economico – ha sostenuto il ministro Fitto -. Bisogna capire come riallineare le politiche del governo cogliendo le opportunità che devono essere portate avanti a livello europeo. La discussione con l’incaricato, Enrico Letta, per la predisposizione del rapporto sulla competitività che la settimana prossima sarà discusso in consiglio europeo è una prima occasione per dialogare sulle strategie. Nelle scelte che dovranno essere fatte, il tema della competitività, sarà centrale per le azioni della commissione europea per i prossimi anni. Questo si collega con la strategia del lavoro in merito alla quale abbiamo approvato a fine dicembre 2023 un accordo in commissione affari generali”.
Secondo il ministro Fitto, il modo in cui l’Unione europea ha affrontato la crisi energetica dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina rappresenterebbe un esempio di prima idealizzazione di un’autonomia rilevante: “Ha rappresentato la capacità di immaginare di sviluppare politiche nuove su diverse tematiche, comprese quelle demografiche, in momenti in cui le disponibilità finanziare non sono tantissime”.
Con la revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza si è consentita una stabilizzazione dei numeri di posti degli asili nido, “approccio che va nella direzione della strategia di Lisbona con il 33% di posti coperti per i bambini da 0 a 3 anni, in modo efficace ed efficiente. Ma dobbiamo anche dirci che il lavoro di intesa con la commissione europea ci ha consentito di poter rivedere alcune situazioni che non ci avrebbero consentito questo traguardo. Così come, il miliardo e 200milioni di euro per l’efficientamento degli alloggi per le giovani coppie e per le famiglie in condizioni di vulnerabilità. Efficientamento dal punto di vista energetico che rappresenta un modello “alternativo” e che sono volte al sostegno di chi ne ha bisogno – ha continuato il ministro -. E un terzo traguardo è quello relativo alla sanità. Abbiamo scelto di poter utilizzare 750 milioni di euro per l’assistenza sanitaria integrata e per la telemedicina”.
Spopolamento delle aree rurali e dei piccoli comuni
Anche sulla tematica dello spopolamento delle aree rurali, dei piccoli comuni e borghi italiani, il ministro Fitto ha sottolineato quanto sia importante, anche da un punto di vista economico, la salvaguardia di queste realtà. “Sullo spopolamento – ha aggiunto Fitto -, abbiamo 10 milioni di abitanti e oltre 5 mila comuni sui quali dobbiamo interrogarci per scelte in grado di affrontare la carenza di servizi a supporto dell’isolamento e della longevità. Dobbiamo uscire da un dibattito illogico che guarda sempre alla quantità dei fondi e non alla qualità della spesa. In questo contesto si muove una logica di strategia comune su tre assi: Pnrr, fondo di coesione e fondo per lo sviluppo e di coesione”.
Soddisfatto, inoltre, ha evidenziato che l’Italia è il Paese che ha raggiunto il maggior numero di target del Pnrr. A riportarlo è il rapporto di medio termine del Next Generation Ue che la Commissione europea ha affidato ad esterni. “Non dobbiamo eccedere nell’entusiasmo, ma siamo l’unico Paese in Europa che ha chiesto una revisione del Pnrr. Abbiamo aggiunto, alle 59 riforme già previste, altre sette, una di queste è quella dedicata alla coesione territoriale. Il nono rapporto presentato nelle ore scorse da parte della commissione europea sulla politica di coesione ha dimostrato che i risultati su questa politica, nel nostro Paese, non sono i migliori e vengono rappresentati in modo critico. Bisogna riadeguare queste politiche allo scenario nuovo che si sta presentando oggi e renderli coerenti con la programmazione del Pnrr per evitare contrasto e sovrapposizione”.
“Sono certo che da questa iniziativa di oggi arriveranno utili spunti che potranno essere utilizzati all’interno delle strategie che stiamo mettendo in campo – ha concluso il ministro -, e sono certo che da qui a breve avremo la possibilità, anche nella presentazione delle strategie delle aree interne, di dare un contributo rilevantissimo rispetto alle spese e alle scelte che devono essere portate avanti per dare risposte concrete alle valutazioni oggettive che rappresentano una problematica a livello europeo e mondiale”.
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