L’85% dei papà manager vuole il congedo parentale obbligatorio
- 02/02/2024
- Welfare
I papà italiani vogliono avere più tempo per i propri figli. Un’indagine condotta da Manageritalia in collaborazione con Ipsos ha rivelato che l’85% dei manager under 45 in Italia vorrebbe avere la possibilità di trascorrere più tempo con i propri bambini, dicendosi d’accordo sul rendere obbligatorio anche il congedo parentale.
A differenza dei congedi di maternità e paternità, infatti, il congedo parentale resta una misura facoltativa, mentre il congedo di paternità consiste in appena 10 giorni di astensione obbligatoria dal lavoro. Una situazione che mette in difficoltà i papà-lavoratori, in particolare quelli che ricoprono ruoli manageriali, per i quali il concetto di “orario di lavoro” è spesso aleatorio.
Congedo parentale e gender gap
Quanto emerge dal rapporto di Manageritalia dimostra un rinnovato interesse dei papà per la cura della famiglia e anche per la parità di genere, in contrasto con il modello “tradizionale” di famiglia, che appare sempre più anacronistico oltre che discriminatorio. Diversi studi, infatti, dimostrano che spesso sono le donne a dover rinunciare alla carriera per curare la famiglia in quello che non dovrebbe essere, ma è, un aut-aut. Lo dimostra il fatto che, nel 2022, il 63% delle dimissioni delle donne italiane sia stato provocato dalla neo maternità.
Negli ultimi anni, la ripartizione delle faccende domestiche si sta distribuendo più equamente, ma le donne continuano a svolgere le mansioni più delicate e quelle che portano via più tempo.
I dati raccolti dall’indagine di Manageritalia indicano che la mentalità sta cambiando e che anche i papà vogliono sentirsi più inclusi nelle dinamiche educative e di cura. Opinione condivisa dal 92% dei 1.000 manager italiani intervistati, convinti che questo cambiamento sia, almeno in parte, avviato.
I dati della ricerca
La ricerca ha esplorato le opinioni e le aspettative dei manager in merito al ruolo del padre, alla conciliazione tra vita professionale e vita privata, e alle politiche di welfare aziendale. Oltre ai risultati già visti sul congedo parentale e sulla rinnovata mentalità degli uomini:
– il 79% dei manager dichiara di aver aumentato il tempo dedicato ai figli durante il lockdown, sperimentando nuove modalità di relazione e di condivisione delle responsabilità familiari;
– il 74% dei manager riconosce che il lavoro agile ha favorito una maggiore flessibilità e una migliore conciliazione tra vita professionale e vita privata, ma anche che ha comportato una maggiore difficoltà nel separare i due ambiti e nel gestire lo stress e la pressione lavorativa;
– il 67% dei manager si dichiara soddisfatto delle politiche di welfare aziendale offerte dal proprio datore di lavoro, ma il 58% vorrebbe che fossero ampliate e personalizzate in base alle esigenze dei dipendenti.
La generale soddisfazione dei papà per le politiche di welfare aziendale mette in luce le iniziative delle imprese italiane, di cui si è molto parlato durante l’evento “Lavoro e welfare a misura di famiglia”.
Le differenze tra i congedi
Nonostante questa crescente richiesta di maggiore flessibilità e conciliazione tra vita professionale e vita privata, il congedo di paternità per il 2024 resta confermato a 10 giorni, senza novità rispetto agli anni precedenti. Alcuni esperti ritengono che sia necessario estendere il congedo di paternità a tre mesi per favorire una maggiore distribuzione dei carichi di cura all’interno delle famiglie e per garantire una migliore qualità della vita ai bambini e ai genitori.
Congedo di maternità
Mentre il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro concesso ai genitori per prendersi cura del bambino, il congedo di maternità e quello di paternità sono obbligatori. l primo è un periodo di assenza dal lavoro che spetta alle lavoratrici in gravidanza e alle neomamme. In Italia, la durata del congedo di maternità è di 5 mesi. Durante il congedo di maternità, la lavoratrice ha diritto a un’indennità pari all’80% della retribuzione.
Il congedo di maternità può essere fruito in modo continuativo o frazionato, a scelta della lavoratrice. Inoltre, la lavoratrice ha diritto a due ore di “permesso allattamento”, un’ora se la giornata lavorativa dura meno di 6 ore. La durata del permesso di allattamento raddoppia in caso di gemelli.
Il congedo di paternità
Il congedo di paternità, invece, è un periodo di assenza obbligatoria dal lavoro che spetta ai neopapà. In Italia, la durata del congedo di paternità è di 10 giorni lavorativi, che diventano 20 in caso di gemelli. Il congedo di paternità va usufruito entro i primi 5 mesi di vita del bambino e durante il congedo di paternità, il lavoratore ha diritto a un’indennità pari al 100% della sua retribuzione.
Il congedo parentale 2024
Il congedo parentale spetta ai genitori entro i primi 12 anni di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento) per un periodo complessivo, tra i due genitori, non superiore a dieci mesi secondo le nuove norme, elevabili a undici se il padre lavoratore si astiene dal lavoro per un periodo, continuativo o frazionato, di almeno tre mesi.
I mesi di congedo parentale possono essere utilizzati anche non consecutivamente ed essere ripartiti non equamente dalla coppia, ma nessuno dei due genitori può usufruire del congedo parentale per più di 6 mesi. I genitori possono usufruire il congedo parentale anche contemporaneamente.
La Manovra ha aumentato l’indennità del congedo parentale 2024. Con queste modifiche, l’indennità del secondo mese sale dal 30% al 60%, che diventa 80% per il 2024. La legge di Bilancio, infatti, ha inserito una nuova norma che porterà i primi due mesi di congedo parentale a un indennizzo dell’80%.
Più nello specifico, il congedo parentale 2024 prevede che, nel corso del nuovo anno, l’indennità per il primo mese sale dal 60% all’80% mentre il secondo mese rimarrà all’80% solo per le famiglie che terminano il congedo obbligatorio entro il 31 dicembre 2024.
In pratica, la Manovra ha aggiunto un’indennità pari all’80% della retribuzione per un mese entro il sesto anno di vita del bambino per i lavoratori dipendenti che terminano il periodo di congedo di maternità o, in alternativa, di paternità, successivamente al 31 dicembre 2023.
L’indennità standard del congedo parentale è pari al 30% della retribuzione media giornaliera, calcolata in base alla retribuzione del mese precedente l’inizio del periodo di congedo, entro i 12 anni di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento) e per un periodo cumulativo non superiore a 9 mesi.
Conclusioni
In Italia quasi l’80% di chi usa il congedo parentale è donna, come risulta dall’elaborazione di Openpolis-Con i Bambini sui dati Istat relativi al periodo 2017-2021. Una situazione che amplia il gender gap nella cura dei figli e nei guadagni dal momento che il congedo parentale è retribuito per la maggior parte delle mensilità al 30%.
La società, però, sta cambiando e la politica è chiamata ad ascoltare le nuove istanze, come quelle dei papà che chiedono l’obbligatorietà del congedo parentale. Se, infatti, le donne sono gravemente discriminate sotto il profilo della carriera e dei redditi, gli appena 10 giorni di astensione obbligatoria per i papà lasciano molti dubbi. La richiesta dei papà, inoltre, va incontro alle esigenze delle donne, che necessitano di supporto e aiuto, non potendo fare sempre affidamento su altre persone, a partire dai nonni.
Come recentemente dichiarato dalla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella: “Se non si comprende che fare meno figli è una tendenza legata al benessere, non si metterà a fuoco la vera sfida: accrescere lo sviluppo, i diritti, le libertà, rendendo la genitorialità sempre più compatibile con i nuovi bisogni, i desideri di oggi, i nuovi stili di vita. È con questo che bisogna fare i conti, è su questo piano che dobbiamo trovare soluzioni”.
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