Generazione Z al lavoro, realtà e miti sulla forza lavorativa emergente
- 02/02/2024
- Giovani
La Generazione Z sta rapidamente emergendo come una forza dinamica nel mondo del lavoro che porta con sé competenze digitali innegabili, valori progressisti e un approccio unico al lavoro. Sono individui alla ricerca di gratificazioni istantanee, che danno priorità ai premi rispetto alla dedizione al lavoro, o promuovono l’innovazione, supportando la diversità e offrendo una prospettiva unica?
La percezione comune potrebbe suggerire che la Generazione Z cerchi gratificazioni istantanee, ma un recente studio condotto dalla società di recruiting Zety ha esplorato la realtà della Generazione Z sul posto di lavoro, cercando di separare i fatti dalla finzione e abbattere alcuni stereotipi comuni. Intervistando 1.100 lavoratori della Generazione Z, i risultati hanno fornito un quadro interessante:
- l’83% si considera “job hoppers”, cambiando lavoro ogni due anni;
- il 97% afferma che il lavoro è parte integrante della propria identità;
- il 41% lascerebbe il lavoro se richiesti a fare straordinari;
- il 75% lascerebbe il lavoro senza avere un’alternativa;
- il 74% considererebbe una carriera da libero professionista in mancanza di un lavoro adeguato;
- il 93% ha lavorato durante le ferie.
Questi dati ci spingono a esaminare più da vicino come la Generazione Z sta influenzando il mercato del lavoro e come le sue caratteristiche si traducono in comportamenti sul posto di lavoro.
La Generazione Z sul mercato del lavoro: numeri e tendenze
Nati tra la metà degli anni 90 e il 2010, la Generazione Z conta in Italia circa 9 milioni di individui, e secondo il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti, rappresenterà un terzo dei lavoratori entro il 2030. Tuttavia, nonostante la loro presenza significativa e il loro ingresso massiccio nel mercato del lavoro, il 65% della Generazione Z negli Stati Uniti dichiara di avere difficoltà ad arrivare a fine mese, secondo PYMNTS: un dato che evidenzia sfide economiche e finanziarie che possono influenzare le decisioni e le scelte di carriera di questa generazione.
LinkedIn, invece, evidenzia che il 65% della Generazione Z cambia lavoro a un ritmo del 134%, in crescita rispetto al 2019, rispetto al 24% dei Millennial e al 4% dei Boomer.
Una delle sorprese più significative emerse dallo studio è che il 97% degli intervistati considera il lavoro come parte integrante della propria identità. Questo legame profondo tra la carriera e l’identità personale suggerisce una generazione alla ricerca di uno scopo specifico nel lavoro, una sorta di autoconservazione attraverso l’occupazione.
Motivazioni, sfide e richieste della Generazione Z
Quando si tratta di motivazioni, la Generazione Z ha priorità diverse rispetto alle generazioni precedenti. Le principali forze trainanti del loro lavoro includono lo sviluppo personale (35%), l’ambizione e il desiderio di mettersi alla prova (28%), responsabilità familiari (28%), denaro (25%), fare la differenza (25%), avere uno scopo (25%) e la passione (24%): varietà di motivazioni che riflettono un approccio bilanciato, in cui lo sviluppo personale e l’equilibrio tra vita e lavoro sono altrettanto cruciali quanto il successo finanziario.
Motivazioni frenate, però, dall’ansia che, per l’87% degli intervistati della Generazione Z, deriva principalmente dalla mancanza di stabilità (29%), mancanza di progressi di carriera (28%) e mancanza di flessibilità (26%), preoccupazioni che vanno oltre il semplice guadagno finanziario. Nel mondo del lavoro in evoluzione giocano, infatti, un ruolo chiave priorità e aspettative: tra le richieste principali spiccano la flessibilità degli orari (35%), l’assistenza sanitaria privata (31%), aumenti salariali regolari (29%), opportunità di sviluppo e formazione (29%) e un buon equilibrio tra lavoro e vita privata (28%).
La Generazione Z cerca anche un buon rapporto con i propri superiori, con il 72% che si licenzierebbe se l’ambiente lavorativo fosse tossico e il 72% in caso di mancanza di opportunità di sviluppo.
Denaro e Generazione Z, oltre la semplice retribuzione
Il denaro rimane importante, ma per la Generazione Z c’è molto di più da considerare. Mentre il 77% si candiderebbe a un lavoro senza conoscere il salario, il 70% ritiene che un salario competitivo sia fondamentale per la decisione di rimanere con il proprio datore di lavoro. Tuttavia, quando confrontato con altri aspetti del lavoro e della vita, il denaro non ha mai prevalso:
- un buon equilibrio tra lavoro e vita privata (73% vs. 27%)
- compiti lavorativi soddisfacenti (72% vs. 28%)
- una buona relazione con i colleghi (72% vs. 28%)
- un lavoro significativo (70% vs. 30%)
- sviluppo di carriera (70% vs. 30%)
Questi dati indicano chiaramente che la Generazione Z cerca una realizzazione olistica e un coinvolgimento significativo nella vita lavorativa, ridefinendo le norme del lavoro, portando con sé una mentalità orientata ai valori, un impegno attivo e un desiderio di creare impatti positivi.
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