Giappone e denatalità: “Le aziende dovranno fissare obiettivi di congedo di paternità”
Fissare obiettivi di congedo paternità: questo l’obbligo per le aziende in Giappone. Altrettanto in declino demografico, il Paese del Sol levante ha introdotto una nuova legislazione nel tentativo di alleviare il peso sproporzionato della cura dei figli sulle donne. Così si prova ad incoraggiare le coppie ad abbracciare la genitorialità e invertire la tendenza ormai comune in molti altri Paesi.
Le aziende giapponesi con oltre 100 dipendenti, nello specifico, saranno tenute a stabilire e rendere pubblici gli obiettivi per l’utilizzo del congedo da parte dei dipendenti uomini. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Il congedo di paternità
Il ministero della Salute, Lavoro e Welfare giapponese, con un emendamento alla legge “Misure per sostenere l’educazione dei figli della prossima generazione”, sarà presentato all’attuale sessione regolare della Dieta Nazionale, e entrerà in vigore dall’aprile 2025 se approvato.
Dall’aprile 2023, le aziende con oltre 1.000 dipendenti sono obbligate a rivelare i loro tassi effettivi di utilizzo del congedo di paternità e si prevede che l’obbligo riguarderà le aziende con oltre 100 dipendenti se l’emendamento verrà approvato. Circa 50.000 aziende dovranno sottostare a questo regolamento. Le aziende con meno di 100 dipendenti sono incoraggiate a fissare valori obiettivi. Il livello di questi obiettivi sarà determinato a discrezione di ciascuna azienda.
Il sostegno alla genitorialità
Non è la prima iniziativa che il Paese adotta per incoraggiare le famiglie alla genitorialità. Come riportano i media locali, coloro che hanno obiettivi più bassi potrebbero essere percepiti come privi di adeguati sistemi di sostegno all’infanzia e quindi poco attrattivi per nuovi candidati in cerca di un welfare familiare. Sul tema della conciliazione tra assistenza all’infanzia e lavoro, infatti, se ne parla in molti altri Stati e i governi nazionali stanno adoperando misure che possano consentire l’occupazione femminile, nello specifico, spesso prima vittima di sistemi obsoleti e poco incoraggianti.
Con un numero crescente di famiglie a doppio reddito in Giappone, si è resa necessaria la misura che consente ai dipendenti di sesso maschile di prendersi la dovuta pausa dal lavoro alla nascita di un figlio. E mentre il calo demografico colpisce anche celebrazioni storiche come il Festival dell’uomo nudo e registra un record di centenari nel paese, il Giappone tenta anche la strada della tecnologia con l’impiego di un app di incontri che propone lo Stato come un Cupido pronto a far incontrare sconosciuti in cerca di amore e, magari, di una famiglia. Le misure di welfare aziendale, in tal senso, però, restano le principali promotrici di un sistema migliore che guarda alla famiglia come ad un “bene” da tutelare e incentivare. Il tasso di fruizione del congedo di paternità non ha superato il 17,1% dal 2022. Numero significativamente inferiore se si considera che a richiederlo sono l’80,2% delle donne. In termini di durata del congedo, il 51,5% dei dipendenti uomini ha preso meno di due settimane di ferie nell’anno fiscale 2021, mentre il 95,3% delle donne hanno preso sei mesi o più.
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