Voto in condotta? Il pedagogista Novara: “La scuola non può diventare il posto dove scontare una pena”
- 26/09/2024
- Popolazione
“Prevedere che il voto in condotta possa provocare la bocciatura è un cortocircuito pedagogico”. A sostenerlo è Daniele Novara, pedagogista e fondatore del Centro Psico Pedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti (Cpp), che ha commentato aspramente l’approvazione della riforma di Valditara, insieme alla quale ha reintrodotto anche i giudizi sintetici da “Ottimo” a “Insufficiente” alla scuola Primaria.
Per il pedagogista, il voto in condotta che farà media, rischiando così con un 6 la bocciatura, “crea uno scenario in cui l’alunno o l’alunna che si comporta male a scuola subisce, come pena da espiare, una permanenza maggiore a scuola. Chiunque può capire che si tratta di una soluzione impossibile. La scuola non può diventare il posto dove scontare una pena, non è un luogo di espiazione ma una comunità di apprendimento”.
La riforma Valditara
Il ministro Valditara ha apportato una serie di modifiche che hanno generato non poche perplessità. La riforma scolastica reintroduce i giudizi sintetici nella scuola primaria, ad esempio, con valutazioni che vanno da “ottimo” a “insufficiente”.
Questo sistema, secondo il ministro, mira a semplificare la comunicazione dei risultati scolastici alle famiglie, rendendo più immediata la comprensione delle performance degli studenti. Valditara ha sottolineato che questa misura migliorerà l’efficacia della valutazione e la trasparenza nei confronti dei genitori.
Per quanto riguarda la riforma sul voto in condotta, questa attribuisce un peso significativo al comportamento degli studenti nella valutazione complessiva e nell’ammissione agli esami di Stato. La condotta non sarà più una semplice formalità, ma influirà in modo determinante sul percorso scolastico. Le sanzioni disciplinari saranno riviste, con percorsi di cittadinanza solidale per le infrazioni più gravi. Questo cambiamento mira a sostenere il lavoro dei docenti e a far comprendere ai giovani l’importanza del rispetto per gli altri e per i beni pubblici.
Il parere dell’esperto
Secondo il pedagogista: “Così si sviliscono i presupposti della scuola stessa e si diminuisce la motivazione con cui ragazzi e ragazze si avvicinano a questa fondamentale istituzione che dovrebbe essere attrattiva e caricare di possibilità la loro vita”.
“L’idea poi di tornare ai giudizi sintetici e non descrittivi appartiene a una visione restrittiva della scuola – ha continuato Novara -, più votata alla chiarezza del giudizio, piuttosto che a dotarsi di una valutazione che sia strumento di sostegno all’apprendimento. Non serve essere sintetici, serve una valutazione descrittiva bene articolata che, alla fine, risulta più comprensibile a tutti e tutte. Di certo non era perfetta, ma rimpiangeremo quella basata su livelli con termini come avanzato, intermedio, base, in via di prima acquisizione”.
“A vedere tutto, sorge il dubbio e la preoccupazione di una volontà ministeriale volta a ripristinare aspetti della scuola tipicamente tradizionale e passati – ha concluso Daniele Novara -. Un approccio che, nel tempo, aveva ceduto il passo a una rivisitazione critica in funzione di un obiettivo pedagogico: creare le condizioni migliori perché gli alunni potessero vivere l’istituzione scolastica come luogo di accoglienza, di cambiamento e anche di felicità”.
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