Laboratorio gender di Roma Tre crea polemica, Mur: “Avviati accertamenti”
- 26/09/2024
- Giovani
Un laboratorio di ricerca universitario sull’identità di genere dei minori. Tanto è bastato a innescare una polemica nazionale che ha coinvolto politici, istituzioni e associazioni, contro l’Università degli Studi Roma Tre. Si tratta di un corso che intende dialogare con i più giovani su come si identificano e con le loro famiglie per capire come affrontano eventuali problematiche rispetto all’identificazione in un genere diverso dal sesso biologico del proprio figlio.
A spiegarlo è stato proprio il rettore dell’ateneo romano, Massimiliano Fiorucci, secondo il quale, “l’Università è da sempre il luogo della ricerca libera e indipendente, senza pregiudizi e senza ideologismi”.
La polemica è nata in seguito all’iniziativa promossa per sabato 28 settembre, al Dipartimento di Scienze della Formazione di Roma Tre, ma contestualmente anche presso la Scuoletta Montessori di Torino e che, secondo l’ateneo, “altro non è che una delle fasi di un progetto, uno studio scientifico di natura qualitativa sul benessere di bambini/e e ragazzi/e con un’espressione e/o identità di genere non normativa clinicamente riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”. La onlus Pro Vita & Famiglia, prima fra tutti, si è scagliata contro, indicendo una petizione nazionale affinché il corso non si facesse. E intanto, fonti del ministero dell’Università avrebbero avviato degli accertamenti sui fondi del corsi.
Ma andiamo con ordine.
Chissà come faranno adesso gli amici progressisti a dire che la “Teoria #Gender” non esiste?!?!?!
Il Laboratorio per “Bambin* trans e gender creative”, promosso dall’Università di Roma Tre, è la prova che l’ideologia gender non solo esiste ma si fa di tutto pur di applicarla a discapito anche dei più piccoli!
Qui la nostra petizione per chiedere al Rettore dell’Università di Roma Tre di annullare questo folle progetto 👇🏻
https://www.provitaefamiglia.it/petizione/giu-le-mani-dai-bambini-fermiamo-il-laboratorio-trans-per-minori-delluniversita-di-roma-tre-firma-oraFirmala subito ✍️
Jacopo Coghe
Pubblicato da Pro Vita & Famiglia Onlus su Mercoledì 25 settembre 2024
Il laboratorio gender Roma Tre
Nella nota universitaria, si parla di un “progetto avviato dall’Università Roma Tre, in collaborazione con altre sedi universitarie”, che “non ha ricevuto finanziamenti ed è stato approvato dalla Commissione Etica di Ateneo, che ha verificato che nella ricerca i partecipanti siano tutelati e che siano rispettati i criteri di correttezza scientifica”.
L’obiettivo? “Quello di ampliare la conoscenza rispetto al vissuto delle giovani persone con identità di genere non normativa, indagando in particolare i significati da loro attribuiti all’esperienza di rottura con la norma sociale in termini di genere e i fattori sociali che, dal punto di vista delle persone direttamente coinvolte, possono mitigare o aumentare le esperienze di discriminazione e di mancato riconoscimento affrontate”. E ha chiarito: “Non è un laboratorio aperto al pubblico ma una sessione di ricerca a cui prendono parte persone che hanno aderito al progetto con il consenso e la presenza dei loro genitori”.
Il progetto vuole essere pioniere nella discussione che riguarda la diversità e l’identità di genere nei minori, “un’opportunità – secondo l’ateneo – per colmare le lacune nella comprensione e nel sostegno a bambini e ragazzi gender diverse, promuovendo la creazione di ambienti inclusivi e aumentando il loro riconoscimento sociale”.
La polemica
Il laboratorio “Bambin* trans e gender creative” organizzato dall’Università Roma Tre ha suscitato un acceso dibattito tra le autorità politiche e le istituzioni, con dichiarazioni fortemente critiche. Chiara Iannarelli (FdI), consigliere regionale del Lazio, ha affermato: “I bambini trans, semplicemente, non esistono: la fine dello sviluppo cognitivo e sessuale avviene intorno ai vent’anni. Nessuno studio al mondo supporta la teoria che siano possibili cristallizzazioni di questo tipo in bambini piccoli.”
Giuseppe Schiboni, assessore al Lavoro, alla Scuola, alla Formazione, alla Ricerca e al Merito della Regione Lazio, ha espresso il suo “sconcerto rispetto all’iniziativa”, sottolineando che “parlare a bimbi così piccoli… significa non rispettare la loro crescita e il loro sviluppo naturale”.
Anche Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei deputati, ha condannato l’iniziativa, affermando: “Il laboratorio… è un colpo ferale alla libertà dei minori di crescere senza condizionamenti”. E il deputato Antonio Baldelli (FdI) ha parlato di “indottrinamento della teoria gender ai danni dei nostri giovani e giovanissimi”.
Ma l’attacco più duro è arrivato da Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus: “Siamo allibiti dalle parole usate dal Rettore dell’Università di Roma Tre, Massimiliano Fiorucci, per difendere il ‘laboratorio per bambin* trans’ promosso da attivisti politici delle associazioni Lgbtqia+ con l’approvazione del Comitato Etico dell’Ateneo”.
“Secondo Fiorucci – ha aggiunto Brandi – il laboratorio deve proseguire perché ‘la ricerca è chiamata a esplorare territori di confine, lungo i quali non sono consolidate conoscenze adeguate; ciò costituisce un preliminare necessario alla formulazione di ogni tesi e di ogni giudizio’. In altre parole, il Rettore di Roma Tre sta ammettendo che l’iniziativa in questione è una vera e propria forma di sperimentazione al di fuori di un contesto scientifico condiviso, ma dimentica che le ‘cavie’ in questione sono bambini dai 5 anni, e che il progetto investe direttamente la loro identità sessuale, tanto che gli ideatori hanno usato l’aberrante espressione di ‘bambini trans’ nella stessa locandina del laboratorio”.
“Le dichiarazioni del Rettore – ha poi concluso il presidente di Pro Vita & Famiglia – sono tanto più sconcertanti considerando che Fiorucci è stato fino a due anni fa Presidente Nazionale della Società Italiana di Pedagogia, di cui oggi è ancora consigliere nel Direttivo: proprio da lui ci saremmo aspettati maggior giudizio, prudenza e scientificità su un progetto di matrice ideologica che pretende di affibbiare a bambini e bambine etichette politiche totalmente inadeguate alla loro crescita e alla loro formazione. Pertanto, continuiamo a chiedere all’Università di Roma Tre l’immediata sospensione del laboratorio e al Ministro dell’Università Anna Maria Bernini di approfondire nel dettaglio se il progetto in questione è coerente con i requisiti del bando a cui si riferisce, apprezzando le interrogazioni già formalizzate in tal senso da parlamentari come Gasparri, Rampelli, Mennuni e Sasso”.
“L’obiettivo della ricerca – ha concluso il Rettore, Massimiliano Fiorucci – è quello di comprendere meglio il loro vissuto emotivo e come si relazionano nel contesto familiare e scolastico, con l’intento di salvaguardare i diritti dei minori. I territori poco noti possono spaventare anche se la reazione che si è scatenata sembra quella di una caccia alle streghe”.
Fonti Mur: “Accertamento in corso su laboratorio gender”
“È già in corso da parte degli uffici del Mur un accertamento, che si concluderà in tempi brevissimi, sulla congruità della realizzazione del progetto rispetto al bando. In caso contrario, i fondi assegnati potranno essere revocati“. Lo riferiscono fonti del ministero dell’Università e della Ricerca in merito al laboratorio.
Sul progetto, sempre secondo quanto riferiscono fonti del ministero, la ministra Anna Maria Bernini, ha dato mandato agli uffici del ministero di contattare l’Università Roma Tre allo scopo di acquisire, in tempi rapidi, informazioni circa il laboratorio per ‘Bambin* trans e gender creative’.
In particolare, la ministra Bernini ha chiesto di verificare se il progetto corrisponda ai requisiti previsti dal bando che ha consentito all’Università di accedere a fondi pubblici.
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