Roccella: “Non possiamo sostituire la natalità con l’immigrazione”
- 28/09/2023
- Popolazione
“Non possiamo sostituire la natalità con l’immigrazione perché la natalità non è solo questione di numeri ma un problema di vitalità”. Lo ha dichiarato la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Maria Roccella, intervenuta in collegamento alla prima giornata della V edizione di “‘SudeFuturi’, energie al Sud tra storia e innovazione. Risorse, ostacoli e opportunità”, il meeting internazionale organizzato dalla Fondazione Magna Grecia in corso a Santa Maria di Castellabate nel cui ambito si è tenuto l’incontro ‘Denatalità e spopolamento‘, in partnership con Adnkronos.
“La denatalità è una spia del fatto che il paese è incartato su se stesso In Italia un 30% di famiglie sono composte da una sola persona, un 30% di coppie è senza figli ed un altro 30% è composto da coppie con un solo figlio – ha ricordato Roccella – La Campania sta messa sicuramente meglio rispetto alla Liguria ma questo non è solo un problema italiano ma europeo. Il governo ha rimesso al centro natalità, famiglia e vitalità. Non possiamo sostituire la nostra natalità con la presunta immigrazione ma dobbiamo renderci conto che anche gli immigrati che vivono in Italia acquistano le nostre abitudini, cioè smettono di fare figli”.
L’inverno demografico italiano
L’Italia, con 1,24 figli in media per donna, è il Paese meno prolifico d’Europa insieme alla Spagna. Secondo l’Istat avrà una popolazione di 51 milioni di persone nel 2050, in calo dunque rispetto agli attuali circa 59 milioni. Uno studio di ‘Rinascita Italia’ sostiene che l’intera popolazione italiana potrebbe estinguersi nel 2307 .
Per contrastare l’ inverno demografico occorre agire su più fronti.
“Noi come governo stiamo mettendo al centro la natalità attraverso i nostri provvedimenti e nonostante le difficoltà. Basti vedere l’ assegno unico o l’assegno di inclusione, provvedimento avviato al posto del reddito di cittadinanza proprio per mettere al primo posto i figli. In questo paese – ha spiegato la ministra – serve un grande cambiamento culturale per riportare l’ idea che fare un figlio non deve essere una penalità ma una premialità . Nella prossima legge di bilancio vogliamo attivare anche altri strumenti per facilitare la nascita del secondo e terzo figlio. Noi vogliamo dare aiuti, servizi e strumenti del welfare aziendale, così da rendere il secondo figlio un’ ipotesi fattibile”.
Non solo motivi economici a pesare sui giovani
Se l’aspetto economico è il primo ostacolo alla formazione di una famiglia, si discute anche del valore sociale dell’avere figli. La stessa Roccella recentemente ha sottolineato come “in Italia non si fanno figli per un problema culturale. Il giornalista Francesco Verderami disse: ‘Sì, infatti oggi l’alternativa è tra lo spritz e il figlio’. Con questo voleva dire che oggi hai delle opportunità che un tempo non c’erano e che fare i figli può essere un ostacolo a vivere queste opportunità”.
In occasione dell’evento ‘Denatalità e spopolamento’, ha ripreso il tema la psicologa Maria Rita Parsi: “Per invertire il calo delle nascite in Italia bisogna capire che il problema della natalità è il problema della sfiducia della resistenza della coppia“, ha dichiarato Maria Rita Parsi, psicopedagogista, psicoterapeuta e presidente Fondazione Movimento Bambino.
“Il calo delle nascite è anche un meccanismo legato all’incapacità di sentirsi genitori mentre si è occupati a realizzarsi – ha continuato la dottoressa Parsi – non puoi cambiare la denatalità se non cambi la condizione delle famiglie. Diventare genitori è come governare una nazione, c’è molta gente che non si prende più questa responsabilità perché ha paura di come governa questa nazione perché attorno non ci sono più le linee guida. La soluzione è la formazione. Non è vero che senza soldi non si fanno figli. Ai miei tempi il numero minimo erano quattro ma anche in molte famiglie molto più povere della mia ce ne erano molti di più. È che quando dio te li mandava li facevi”.
All’incontro è intervenuto anche Fabio Insenga, vicedirettore Adnkronos e responsabile del progetto Demografica, che ha dichiarato: “Il progetto Demografica è un’iniziativa editoriale che parte dalla convinzione che sia necessario conoscere di più, informare meglio e far confrontare tutti i soggetti che concorrono all’andamento del trend demografico. È un progetto che abbiamo scelto di fare con una grande inchiesta giornalistica – continua Insenga – un’inchiesta aperta che aggiorniamo quotidianamente e che utilizza tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione: la produzione testuale, quella video, i podcast, i talk e gli eventi per fare in modo che di denatalità e trend demografico si parli nella maniera più corretta possibile”.
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