Reddito di cittadinanza e nuove misure: il ‘sentiment’ degli italiani
- 03/08/2023
- Popolazione
La cancellazione del Reddito di cittadinanza non appassiona gli italiani su web e social. Le conversazioni su Rdc e affini mostrano, a sorpresa, uno scarso interesse sul tema da parte degli italiani. Il tasso di engagement medio è molto basso rispetto all’importanza dell’argomento. Pesa sicuramente il periodo vacanziero e il susseguirsi di fenomeni atmosferici straordinari che accrescono le preoccupazioni degli italiani, come gli incendi e le alluvioni di queste ultime settimane.
È quanto emerge da una ricerca di SocialCom che ha analizzato oltre 36K mentions (post su pagine pubbliche che menzionano la keyword di ricerca) e 1,23 milioni di interazioni (reactions, commenti e condivisioni) tra il 18 luglio e il 1° agosto.
Le reazioni social
Oltre il 45% delle conversazioni che riguardano il Reddito di cittadinanza citano il tema della povertà e del disagio sociale. Il 28,4% si richiamano invece a possibili azioni dimostrative (proteste, manifestazioni) per contestare le decisioni del governo, mentre solo il 9,4% sono le conversazioni che associano lavoro e Reddito di cittadinanza. È Napoli la città più citata in associazione al Reddito di cittadinanza, mentre Giorgia Meloni lo è tra i politici.
Il sentiment sul tema è negativo al 73%: permane una forte polarizzazione, bilanciata tra chi esprime contrarietà all’azione intrapresa dal governo e chi invece guarda al reddito di cittadinanza come una misura assistenzialista, che ha causato enormi spese per lo Stato a fronte di scarsi risultati in termini di inserimento nel mondo del lavoro di chi percepiva l’assegno.
Nel focus eseguito, dove sono state analizzate le dieci tematiche più “calde” in rete degli ultimi quindici giorni, si nota che il Reddito di cittadinanza si posiziona ultimo nella graduatoria dell’engagement (interazioni ai post sul tema), superato dalle elezioni spagnole, dal calciomercato e dalla notizia del ritorno dei Coldplay a Roma.
Nuove misure di inclusione sociale e lavorativa: cosa cambia
Sono 169mila le famiglie interessate dalla sospensione del reddito di cittadinanza. La comunicazione è arrivata via sms nei giorni scorsi dall’Inps che, quasi contestualmente, ha diffuso una nota per spiegare le nuove misure di inclusione sociale e lavorativa, introdotte dalla Legge n. 85 del 3 luglio 2023 di conversione del Decreto Lavoro 48/2023.
Nato per superare la stretta al sussidio destinato alla fascia di popolazione che si trova sotto la soglia della povertà assoluta, il provvedimento contiene azioni concrete rivolte a famiglie, lavoratori e imprese, con l’obiettivo di favorire e incentivare l’inclusione nel tessuto produttivo e l’accesso al mondo del lavoro. Fra queste, l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro:
- l’assegno di inclusione sarà riconosciuto a decorrere dal primo gennaio 2024 quale misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata al possesso di requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, alla prova dei mezzi sulla base dell’ISEE, alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.
Il contributo economico spetta a tutti i nuclei familiari caratterizzati dalla presenza di persone con disabilità, minori, over 60 o componenti in condizione di svantaggio, inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari. L’importo dell’assegno integra il reddito familiare fino alla soglia di 6mila euro annui moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza e il beneficio è erogato per massimo 18 mesi, rinnovabili, per periodi ulteriori di 12 mesi previa sospensione di un mese. L’Assegno di inclusione deve essere richiesto telematicamente all’INPS o presso i CAF che sottoscriveranno apposita convenzione con l’INPS o presso i Patronati.
- il supporto per la formazione e il lavoro è uno strumento attivo dal primo settembre 2023 al fine di favorire l’attivazione nel mondo del lavoro delle persone a rischio di esclusione sociale e lavorativa. È utilizzabile da parte di tutti i componenti tra i 18 e i 59 anni dei nuclei familiari con ISEE non superiore a 6mila euro (non aventi i requisiti per accedere all’Assegno di inclusione). Può essere utilizzato anche da componenti dei nuclei che percepiscono l’Assegno in particolari condizioni.
Consiste nella partecipazione a progetti di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, orientamento, accompagnamento al lavoro e politiche attive del lavoro. La richiesta di accesso allo strumento deve avvenire telematicamente tramite la medesima piattaforma attivata per l’Assegno di inclusione. In seguito, il richiedente viene convocato dai servizi per il lavoro per sottoscrivere un patto di servizio personalizzato e potrà così ricevere offerte di lavoro o inserirsi autonomamente in percorsi di formazione. L’interessato riceve inoltre 350 euro mensili, per un massimo di 12 mesi, per il periodo di partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro comunque denominate.
Stop al Reddito di cittadinanza
La misura “Reddito di Cittadinanza” cessa alla scadenza della fruizione della settima mensilità. Resta in vigore solo per le famiglie che hanno un componente minorenne, disabile o con almeno 60 anni di età e comunque non oltre il 31 dicembre 2023.
A partire dal 1° gennaio 2024, anche queste categorie a cui si aggiungono le persone che si trovano in una condizione di svantaggio accertata dall’inserimento in programmi di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali, dovranno richiedere l’attivazione della misura “Assegno di inclusione” per continuare a beneficiare dell’integrazione al reddito.
Il contributo delle aziende
Le nuove misure per l’inclusione sociale e lavorativa si basano sul coinvolgimento delle aziende in una rete partecipata che faciliti l’inserimento lavorativo. Alle aziende che operano all’interno della nuova piattaforma di politiche attive del lavoro, contribuendo all’inclusione sociale e lavorativa delle fasce deboli e delle famiglie fragili, vengono riconosciuti incentivi alle assunzioni come:
- l’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro per un periodo massimo di 12 mesi, nel limite massimo di importo pari a 8.000 euro su base annua;
- l’esonero dal versamento del 50% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro in caso di assunzione con contratto subordinato a tempo determinato o stagionale, pieno o parziale, per un periodo massimo di 12 mesi e non oltre la durata del rapporto di lavoro, nel limite massimo di 4.000 euro annui.
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