Michele Morrone, rischio coma etilico dopo la separazione: perché gli uomini soffrono più delle donne?
- 21/05/2025
- Popolazione
“In qualche modo devi poter anestetizzare il dolore e io l’ho fatto con il metodo più economico, distruttivo, che mi ha portato a bere tantissimo”. Con queste parole, Michele Morrone ha rivelato uno dei momenti più bui della sua vita a Belve, il programma condotto Francesca Fagnani su Rai 2.
Dopo la fine della relazione con l’ex moglie e madre dei suoi due figli, Rouba Saadeh, Morrone ha attraversato “un momento di depressione profonda e di troppo alcol”, fino a sfiorare il coma etilico in una occasione. “Bevevo tantissimo per anestetizzare il dolore. Prendevo una bottiglia di vino e mi ubriacavo. Una, due, tutti i giorni”, ha confessato l’attore pugliese, diventato famoso a livello internazionale grazie al film “365 giorni”.
“Non ero pronto a diventare marito e padre. Sono diventato padre a 24 anni, non avevo una lira, non sapevo dove andare e cosa mangiare. Ero solo sicuro di stare camminando verso la mia strada. Non mi sono pentito di avere lasciato la mia famiglia per rincorrere i miei sogni. Lo trovo un gesto egoista, ma ho capito che non volevo fare solo il marito e il padre. Volevo diventare chi sono oggi e ne è valsa la pena”, ha rivelato l’attore a Francesca Fagnani. Parole familiari per le mamme lavoratrici che non vogliono più essere costrette a rinunciare alla propria carriera, come accade ancora troppo spesso.
La confessione di Morrone offre uno spaccato sincero di come il dolore per la fine di una relazione possa manifestarsi in comportamenti autodistruttivi, soprattutto nella popolazione maschile. Ma quanto è diffuso questo fenomeno? E perché, generalmente, gli uomini hanno più difficoltà a superare una rottura?
Gli uomini e le separazioni, cosa dice la scienza
Si parta col dire che non si tratta di una sensazione: diversi studi scientifici dimostrano che gli uomini soffrono profondamente per la fine di una relazione, spesso più delle donne.
Un’indagine condotta dall’Università di Binghamton e dal London College su oltre 5.700 persone provenienti da 96 Paesi diversi ha rivelato che, sebbene le donne manifestino una sofferenza fisica più intensa nell’immediato, gli uomini tendono a portare le cicatrici emotive più a lungo.
Una conferma schiacciante arriva dallo studio “Sisters Are Doin’ It for Themselves: Gender Differences in Singles’ Well-Being” (“Le sorelle ce la fanno da sole: differenze di genere nel benessere dei single”), condotto dall’Università di Toronto e pubblicato sul Social Psychological and Personality Science.
La ricerca, che ha coinvolto 5.941 partecipanti single over 30 per metà uomini e per metà donne, dimostra che le donne single hanno livelli significativamente più alti di soddisfazione in tutti gli ambiti esaminati e, contemporaneamente, un minor desiderio di entrare in una relazione romantica.
Gli autori dello studio propongono diverse spiegazioni per questi risultati. Una possibilità è che le donne abbiano generalmente reti di supporto sociale più forti al di fuori delle relazioni romantiche come la ricerca ha confermato. Il supporto sociale è fortemente correlato al benessere generale. Un’altra spiegazione potrebbe risiedere nelle disuguaglianze che ancora persistono nelle relazioni eterosessuali. Secondo le prospettive teoriche sull’eteronormatività, le relazioni eterosessuali comportano spesso una divisione iniqua dei lavori domestici e una minore priorità data al piacere sessuale femminile, creando più vantaggi per gli uomini e più costi per le donne.
Anche secondo l’antropologo Craig Morris dell’Università di Binghamton, “le donne investono molto di più in un rapporto” e quando la relazione fallisce, metabolizzano il fallimento cercando di non commettere lo stesso errore in futuro. Gli uomini, invece, impiegano più tempo per realizzare ciò che hanno perso e spesso tentano di sostituire la perdita o si trovano a fare i conti con un vuoto insostituibile.
Un altro studio condotto da ricercatori della Lancaster University ha analizzato il comportamento di oltre 184.000 utenti del social Reddit che cercavano consigli sulle relazioni. Il dottor Ryan Boyd, responsabile del progetto, ha scoperto che “gli uomini hanno espresso problemi emotivi più spesso delle donne” e che “il tema del cuore spezzato affiorava abbastanza spesso nei post degli uomini, sorprendentemente più spesso che per le donne”.
Queste ricerche aiutano a capire perché sono quasi sempre gli uomini a non accettare la fine di una relazione e a mostrare gravi carenze affettive che possono sfociare in violenza sulle donne e femminicidi. La morbosità degli uomini dopo la rottura è emersa in tutta la sua nei messaggi scritti da Filippo Turetta a Giulia Cecchettin, che di lì a poco sarebbe morta per mano dell’ex ragazzo.
Strategie di coping diverse: perché gli uomini ricorrono all’autodistruzione
Secondo il dottor Scott Carol, esperto di relazioni e psichiatra dell’Università del New Mexico, “gli uomini preferiscono un approccio ‘fake it till you make it’ (fingi finché non ce la fai) quando elaborano le loro emozioni. Non mostrano il loro dolore, nemmeno a sé stessi”.
Questa tendenza a reprimere le emozioni può portare a comportamenti autodistruttivi. La ricerca della Binghamton University del 2011 ha evidenziato che mentre le donne hanno il doppio delle probabilità di soffrire di depressione rispetto agli uomini, questi ultimi “sono più inclini all’autodistruzione, a rifugiarsi nell’alcol, nelle droghe e in una sessualità irresponsabile”. Esattamente ciò che è accaduto a Michele Morrone.
Il peso sociale degli stereotipi di genere
Ma perché gli uomini tendono a nascondere il loro dolore? Gli stereotipi di genere giocano un ruolo cruciale. La società del “maschio Alfa” scoraggia gli uomini dall’esprimere vulnerabilità e dolore emotivo, considerandoli segni di debolezza incompatibili con l’ideale di mascolinità.
Per il dottor Boyd, responsabile della ricerca, lo studio sugli utenti Reddit ha rappresentato “un’opportunità importante per mettere in discussione le differenze di genere. Per esempio, gli uomini sono davvero meno coinvolti emotivamente nelle relazioni rispetto alle donne o sono semplicemente stigmatizzati?”. Gli studi sembrano propendere per la seconda ipotesi.
Conseguenze economiche e familiari della separazione
Il rischio di prendere male la separazione aumenta se si è padri. Per molti papà, la separazione comporta anche disagi legati all’impoverimento economico e alla paura di perdere un rapporto continuativo con i figli. In alcuni casi, l’uomo può sentirsi ridotto a mero “erogatore di beni materiali” e non considerato dal lato personale e affettivo.
Questa percezione può aggravare il senso di perdita e portare a comportamenti che danneggiano ulteriormente la relazione con i figli, come la “fuga” in nuovi rapporti senza riuscire a integrare la nuova vita con la precedente.