Invecchieremo come Dorian Gray, Peter Pan o Wolverine?
- 14/05/2024
- Popolazione
Nel mondo frenetico in cui viviamo, spesso ci troviamo a chiederci: quanto tempo avremo? E se potessimo averne un po’ di più? Queste domande, poste da Andrew J. Scott, professore di Economia presso la London Business School, all’inizio del suo recente libro, “The Longevity Imperative”, aprono un dibattito affascinante sul nostro rapporto con il tempo e con l’invecchiamento.
Con lo sviluppo scientifico, tecnologico e socio-culturale, abbiamo guadagnato un dono prezioso: una maggiore longevità. Ma questa ricchezza di tempo ci pone di fronte a una domanda cruciale: come dovremmo utilizzarlo? Scott sostiene che dobbiamo abbandonare la narrazione della “società che invecchia” come un peso e abbracciare invece un’ottica che ci incoraggi a invecchiare diversamente, a investire di più nel nostro futuro a ogni età.
Secondo Scott, il cambiamento più significativo non è tanto il numero di anziani presenti nella società, ma piuttosto il fatto che ciascuno di noi, a prescindere dall’età, può aspettarsi di vivere più a lungo delle generazioni precedenti. Questo ci obbliga a riconsiderare il concetto stesso di invecchiamento e a adottare una prospettiva più dinamica e proattiva. Scott parla di una “rivoluzione della longevità” in atto, una trasformazione che richiede un cambiamento radicale nel modo in cui concepiamo il nostro futuro e affrontiamo le sfide legate all’invecchiamento.
Una delle chiavi per invecchiare in modo diverso è investire nel nostro futuro a ogni età. Non si tratta solo di quanti anni vivremo, ma di come vivremo quegli anni. La vecchiaia non dovrebbe essere vista come una fase di declino inevitabile, ma come un periodo di sviluppo continuo e opportunità di reinventarsi.
Per far fronte a questa sfida, dobbiamo adottare un approccio multifattoriale. Dobbiamo investire nella nostra salute, ricchezza, competenze, relazioni e senso di scopo lungo l’intero arco della vita.
Tuttavia, Scott riconosce che la società attuale non ha ancora adeguatamente strutturato istituzioni, norme o politiche per aiutarci in questo processo di trasformazione. Di conseguenza, siamo chiamati a individuare e adottare attivamente strategie personali per affrontare le sfide e cogliere le opportunità che la longevità ci offre.
Vita a tre fasi
Una delle questioni centrali affrontate da Scott è il concetto di vita a tre fasi, con cui sottolinea la necessità di rivedere il nostro approccio all’istruzione, al lavoro e alla pensione in un mondo in cui la longevità è la nuova normalità. Con l’aumento dell’aspettativa di vita, questa suddivisione convenzionale della vita diventa sempre più obsoleta. Scott sostiene che dobbiamo abbracciare un approccio più flessibile e dinamico, in cui le persone possono alternare periodi di lavoro, studio e riposo lungo l’arco della vita e sperimentare diverse fasi della vita in momenti diversi e adattarsi alle loro esigenze e aspirazioni in evoluzione.
Questo richiede un ripensamento radicale delle nostre istituzioni e politiche sociali ed economiche. Ad esempio, l’età pensionabile e i sistemi pensionistici devono essere rivisti per consentire maggiore flessibilità e adattabilità alle esigenze individuali. Allo stesso modo, l’istruzione e la formazione devono essere considerate come attività continue lungo l’arco della vita, piuttosto che limitate alla giovinezza.
Tuttavia, il futuro della longevità non è solo una questione individuale, ma anche sociale ed economica. Dobbiamo riformare i nostri sistemi educativi, lavorativi, pensionistici e sanitari per far fronte alle sfide e alle opportunità di una popolazione che invecchia.
In definitiva, il nostro destino di fronte alla longevità dipende da come affrontiamo questa sfida collettiva. Dobbiamo abbracciare il cambiamento e adottare un approccio proattivo per garantire che la nostra vecchiaia sia non solo più lunga, ma anche più significativa e soddisfacente. L’invecchiamento non dovrebbe essere visto come una condanna, ma come un’opportunità di crescita e di realizzazione personale.
Struldbrugg, Dorian Gray, Peter Pan o Wolverine?
In questo contesto, Scott propone quattro possibili scenari per l’invecchiamento futuro: gli Struldbrugg di Jonathan Swift, che vivono in eterno ma invecchiati e decrepiti; Dorian Gray di Oscar Wilde, che rimane giovane fino alla fine e poi invecchia improvvisamente; Peter Pan, che è per sempre giovane e senza età; e infine Wolverine dei fumetti Marvel, che è in grado di rigenerarsi e mantenere la sua giovinezza.
Ognuno di questi scenari presenta vantaggi e svantaggi, ma Scott suggerisce che il futuro dell’invecchiamento potrebbe essere un ibrido di questi diversi approcci. Ciò richiede un impegno collettivo per adattare le nostre istituzioni, politiche e mentalità alla realtà della longevità e per creare un mondo in cui le persone possano godere di una vecchiaia sana, attiva e significativa.
Ma più importante ancora è il messaggio di speranza e possibilità che Scott trasmette. Nonostante le sfide che l’invecchiamento porta con sé, ci sono anche straordinarie opportunità per reinventare il nostro concetto di vecchiaia e per creare una società più inclusiva e sostenibile per tutte le età.
Quindi, mentre non possiamo predire esattamente come invecchieremo – se come Dorian Gray, Peter Pan o Wolverine – possiamo certamente lavorare insieme per garantire che la nostra vecchiaia sia caratterizzata da vitalità, scopo e benessere. E forse, proprio come Dorian, potremmo scoprire che l’età non è solo un numero, ma una ricchezza di esperienze e possibilità da abbracciare pienamente.
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