No dei giocatori della Danimarca all’aumento di stipendio, vogliono la parità con le calciatrici
- 18/06/2024
- Popolazione
I calciatori della Danimarca hanno rifiutato l’aumento salariale proposto dalla federazione per solidarietà alle colleghe danesi donne, da sempre molto attive nella richiesta di un trattamento salariale equo tra uomini e donne.
Non è un gesto di galanteria, ma una netta presa di posizione senza precedenti nel mondo del calcio, sempre più vittima di venali agenti e dei divorzi a parametro zero per chiedere un ingaggio più alto alla nuova squadra.
I calciatori della Danimarca e il doppio atto di solidarietà
Eriksen e compagni non solo hanno rifiutato l’aumento, ma hanno anche accettato una riduzione della propria copertura assicurativa per aumentare le risorse economiche da destinare alle calciatrici danesi: “In Danimarca la Nazionale di calcio femminile ha firmato un accordo con la Federazione che le garantirà una compensazione equa con la squadra maschile”, informa Fifpro.
Il sindacato specifica: “In fase di definizione dei dettagli del contratto, che entrerà in vigore al termine degli Europei 2024 e avrà una durata quadriennale, i calciatori della Danimarca hanno accettato una riduzione della propria copertura assicurativa e hanno rifiutato un aumento salariale per poter ridistribuire equamente le risorse anche alla squadra femminile”.
In sostanza, si è concordata una diminuzione del 15% della copertura assicurativa della squadra maschile, che è di gran lunga la più esosa. Questo taglio, infatti, ha consentito di aumentare la copertura assicurativa della selezione femminile del 50% e quella dell’Under 21 maschile di oltre il 40%.
Inoltre, l’accordo prevede che i giocatori e la Federazione Dbu (Dansk Boldspil-Union) creino:
- una Club House che possa essere utilizzata da tutte le squadre nazionali (nazionale maschile, nazionale femminile e formazioni giovanili);
- un fondo per lo sviluppo, che sarà pagato dalla squadra maschile quando si qualificherà per la Coppa del Mondo o per gli Europei, e dalla Federazione, contribuendo entrambe con un milione di corone danesi (133.735 euro).
Un progetto di giustizia sociale per donne e giovani che guarda già al futuro e si fonda sul passato.
La protesta delle calciatrici danesi nel 2017
Il gesto di solidarietà dei calciatori della Danimarca non è un fulmine a ciel sereno, ma l’esempio concreto di come solo un fervido contesto culturale possa vincere certe battaglie.
Le giocatrici della nazionale femminile danese, infatti, hanno a lungo lottato per ottenere condizioni economiche e lavorative paritarie rispetto ai colleghi maschi. Il culmine di questa battaglia si è verificato a ottobre 2017, quando le calciatrici hanno scioperato, costringendo alla cancellazione di una partita di qualificazione per la Coppa del Mondo femminile 2019 contro la Svezia. Già il mese prima era stato annullato il match contro l’Olanda sempre per lo stesso motivo. La richiesta si basava anche sulla competitività delle calciatrici biancorosse, che solo due mesi prima (il 6 agosto) avevano raggiunto la finale degli Europei contro l’Olanda, persa 4-2.
Il doppio rifiuto di scendere in campo aveva scosso la federazione: “È un brutto giorno per la storia del calcio femminile e per il calcio danese in generale”, aveva dichiarato in quella occasione il vicepresidente senior del Dbu, Kim Hallberg, aggiungendo: “È spiacevole questa situazione dove le calciatrici si rifiutano di disputare grandi partite internazionali, nonostante l’offerta fatta per migliorare le condizioni invitando ad aprire nuovi negoziati dopo le partite”.
La situazione in altri Paesi e l’appello di Morace
Già nel maggio 2022 le calciatrici della Nazionale statunitense avevano ottenuto la parità salariale e l’equa distribuzione dei premi Fifa. Prima di quel momento guadagnavano il 40% in meno rispetto ai colleghi, anche se Rapinoe e compagni avevano ottenuti molti più successi, come è noto agli appassionati e alle appassionate di calcio. Prima degli Usa, anche Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda e Spagna avevano fatto passi avanti sulla parità dei compensi a livello di formazione nazionali, pur non raggiungendo l’equità totale.
Molto distante, invece, la situazione in Italia su cui si è espressa l’ex calciatrice e allenatrice Carolina Morace, neoeletta europarlamentare con il Movimento 5 Stelle: “Speriamo che questo modello venga applicato anche in Italia”.
Intanto, alla Dbu la possibilità di dare l’annuncio storico: “La nazionale femminile danese ottiene la paga equa e questa è la prima notizia importante. La seconda notizia, da sottolineare, è che l’ha ottenuta con il supporto della squadra maschile”.
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