Educazione sessuale nelle scuole, arriva il fondo dedicato nella manovra 2025
- 19/12/2024
- Popolazione
L’educazione sessuale arriva nelle scuole passando dalla Manovra. La società civile chiede da tempo un intervento della politica per ridurre i femminicidi e gli altri reati di violenza domestica (o comunque perpetrata dal partner), e il 2025 potrebbe essere l’anno della svolta.
L’emendamento accolto dal governo è stato proposto da Riccardo Magi, deputato e presidente di +Europa, e prevede un fondo da 500.000 euro dedicato a corsi sull’educazione sessuale, l’educazione affettiva e la prevenzione da inserire nei piani triennali dell’offerta formativa delle scuole secondarie di primo e secondo grado. La proposta mira a rendere l’educazione sessuale una componente stabile del corso scolastico, sostenendo percorsi formativi rivolti sia agli studenti che agli insegnanti.
L’obiettivo principale è sensibilizzare i giovani su temi quali la salute riproduttiva, la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, il consenso dell’altro e le pari opportunità uomo-donna.
“Un piccola ma importante passo”, commenta Riccardo Magi. D’altronde, i dati non lasciano spazio a interpretazioni.
Italia indietro rispetto all’Ue
L’Italia è tra i pochi Paesi europei dove l’educazione sessuale non è obbligatoria. Un recente rapporto Unesco ha sottolineato che solo il 9% delle scuole italiane offre programmi dedicati, contro una media europea del 60%. Questa lacuna si traduce spesso in una carente consapevolezza sui temi della sessualità, che può avere conseguenze negative, tra cui:
- Aumento delle gravidanze indesiderate tra le adolescenti;
- Maggiore diffusione di malattie sessualmente trasmissibili;
- Mancanza di informazioni sulle dinamiche del consenso e delle relazioni interpersonali.
Il fondo rappresenta dunque un tentativo concreto per colmare questo divario, fornendo agli studenti gli strumenti necessari per affrontare consapevolmente le proprie scelte.
Il finanziamento sarà utilizzato per:
- Formare il personale scolastico con corsi specializzati e aggiornati in collaborazione con esperti di salute pubblica e psicologia;
- Sviluppare materiali didattici innovativi che possano affrontare i temi della sessualità in maniera inclusiva, tenendo conto delle diversità culturali e di genere;
- Collaborare con associazioni e organizzazioni del terzo settore per l’attivazione di laboratori pratici e interattivi;
- Rafforzare le campagne di sensibilizzazione rivolte alle famiglie per favorire un dialogo aperto tra genitori e figli.
L’educazione sessuale come strumento di prevenzione
L’introduzione dell’educazione sessuale non è solo una risposta culturale, ma anche una strategia di prevenzione. Circa 7 adolescenti italiani su 10 accedono alle informazioni sulla sessualità attraverso Internet, dove l’affidabilità delle fonti è spesso discutibile.
“Ormai la scuola ha demandato il discorso sessualità a non si sa bene chi. Le famiglie, che oggi sembrano così aperte, amicali, vicine, in realtà fanno una fatica immensa a parlarne. Io colpevolizzo anche i media, che hanno un ruolo importante e spesso demandano anche loro”, ricordava a inizio anno l’infettivologo Andrea Gori parlando con l’Adnkronos Salute. “E questi giovani, che uno penserebbe informatissimi, lo sono in realtà molto poco. Non è che non ricevano informazioni, – continua Gori – non ricevono quelle giuste, le trovano su Internet, su siti pornografici a cui accedere è la cosa più facile del mondo. Non le ricevono da una struttura protetta come scuola o famiglia, ma dal passaparola che ti indica su quale sito andare. Il che ha un risvolto drammatico, perché per loro la pornografia e la sessualità finiscono per coincidere, essendo questi siti per tre quarti la loro fonte d’informazione al riguardo. Quello che vedono lì diventa normale e si stravolge totalmente il senso”.
L’aumento delle Infezioni sessualmente trasmissibili (Ist) è la conseguenza di questo contesto, caratterizzato (anche) da uno scarso utilizzo dei contraccettivi. Secondo i dati del Ministero della Salute, il numero di diagnosi di infezioni da Hiv tra i giovani italiani (15-24 anni) è aumentato del 30% nell’ultimo decennio. Sono molte le cause di questa recrudescenza delle infezioni sessualmente trasmissibili, o comunque del loro permanere. Innanzitutto, le mancate vaccinazioni, anche quando sarebbero disponibili, come è il caso del papilloma virus.
In questo scenario, l’assenza di programmi educativi sistematici espone i ragazzi a rischi evitabili, aggravati dalla disinformazione e dai pregiudizi sociali.
Al momento, però, il piano resta ridotto alla sfera prettamente sessuale, anche per via della platea di studenti che potrà accedere a queste informazioni. Si parla infatti di scuole secondarie di primo e secondo grado.
Politica divisa, quali orizzonti?
Nonostante i numeri, il tema divide la politica. Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara aveva annunciato il piano “Educare alle Relazioni” nel mese di novembre 2023. La bozza prevedeva anche l’intervento di influencer, cantanti e attori per ridurre le distanze con i giovani. Secondo la bozza del progetto, gli studenti, guidati da un docente in qualità di moderatore, avrebbero preso parte a discussioni di gruppo, esponendosi in prima persona sul tema.
Un mese prima il Parlamento il tema era diventato rovente alla Camera dopo che il leghista Rossano Sasso aveva definito “Una porcheria e una nefandezza” l’emendamento alla proposta di legge sulla violenza sessuale, con cui il Movimento 5 Stelle prevedeva di finanziare interventi a favore dell’insegnamento dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole.
Dopo mesi di stallo, la proposta elaborata quest’anno dal Ministero non ha convinto quella parte del Parlamento che da anni cerca di portare in Italia un modello di educazione alla sessualità e all’affettività simile a quello presente in altri Paesi e lontano dai tabù.
Considerate tutte le divisioni sul tema, l’approvazione dell’emendamento di Riccardo Magi arriva dunque un po’ a sorpresa, mentre si attende il sì definitivo alla Manovra con il voto di domani, venerdì 20 dicembre.