Dieta vegetariana e vegana per 4 milioni di italiani
- 09/08/2023
- Mondo Popolazione
Sono quasi due milioni e mezzo gli italiani che seguono una dieta vegetariana e quasi un milione e mezzo quelle che hanno scelto un’alimentazione totalmente vegetale: un trend in lieve calo tra gli italiani, mentre è in forte crescita a livello globale.
Le rileva l’Eurispes nel 35esimo ‘Rapporto Italia’: nel 2023 ha intrapreso la scelta vegetariana il 4,2% del campione mentre è vegano il 2,4% (in totale 6,6% contro l’8.2% del 2021). Il 93,4% afferma di non essere vegetariano, ma tra di essi il 7% dichiara di esserlo stato in precedenza.
Considerando i vegetariani e i vegani insieme, la serie storica degli ultimi dieci anni mostra un andamento stabile negli ultimi due anni considerati (6,7% nel 2022 e 6,6% nel 2023), leggermente in calo rispetto alla media dell’intero periodo che si attesta a 7,3%. Nell’insieme, il trend appare altalenante, con picchi positivi negli anni 2016 (8%) e nel 2020 (8,9%) e negativi nel 2015 (5,9%).
Chi sceglie la dieta veg e perché
Sono soprattutto i giovanissimi, tra i 18 e i 24 anni, a scegliere una dieta vegetariana (8,3%). La maggior adesione all’alimentazione vegana è riscontrabile invece nella fascia di età che racchiude i 25-34enni (3%). Tra coloro che hanno dai 35 ai 64 anni è più alta la percentuale di quelli che hanno tentato di avvicinarsi alla pratica vegetariana per poi rinunciarvi (il 7,4%).
Scienza ed etica
La diffusione delle diete vegetariane è dovuta non solo a ragioni scientifiche, ma anche a ragioni etiche. Il vegetarianesimo (o vegetarianismo), da intendersi come il rifiuto di assumere carne animale, ha origini antiche e nasce dalla cultura di rispetto degli animali. Negli ultimi anni, inoltre, con il progressivo aumento della popolazione mondiale e il continuo sfruttamento delle risorse della terra, si stanno valorizzando modelli di alimentazione più sostenibili nel tempo, che abbiano, cioè, un basso impatto ambientale.
Dieta vegetariana e dieta vegana: che differenza c’è
Dai presupposti scientifici ed etici nascono le diete che evitano in parte o del tutto gli alimenti di origine animale: si parte dalla dieta vegetariana (latto-ovo-vegetariana e latto-vegetariana) per arrivare a quella vegana, passando per la dieta pesco-vegetariana e quella crudista e fruttariana.
- La dieta latto-ovo-vegetariana è essenzialmente una dieta a base vegetale che esclude carne, pesce e pollame, ma include latticini e uova.
- La dieta latto-vegetariana prevede invece di evitare il consumo, oltre che di carne, pesce e loro derivati, anche delle
- La dieta vegana, invece, elimina tutti i prodotti di origine animale, come uova, latte e derivati e miele.
- Poi c’è la dieta pesco-vegetariana, ossia un regime alimentare comprendente frutta verdura, latte e latticini, uova, pesce, crostacei e molluschi, ed escludente qualsiasi tipo di carne o prodotto da esso derivato.
- Il crudismo e il fruttismo rappresentano le forme più estreme di vegetarianesimo. Il crudismoprevede il consumo di soli alimenti vegetali crudi (cereali e legumi germogliati, frutta fresca e secca e semi, ma anche uova e latte), mentre secondo la dieta fruttariana, più restrittiva, bisognerebbe alimentarsi mangiando solo frutta fresca e secca, semi e alcune verdure.
Benefici per la salute
L’utilizzo di diete vegetariane si fonda anche su ragioni salutistiche. Per il Ministero della Salute “è noto che una dieta vegetariana conferisca protezione dalle malattie cardiovascolari, da alcuni tipi di neoplasie (in particolare colon e tratto gastroenterico e vie respiratorie), e sia associata a una riduzione della mortalità per tutte le cause”. In una guida agli equilibri nutrizionali pubblicata dal ministero di Lungotevere Ripa “rispetto alle diete vegetariane, la dieta vegana sembra offrire un’ulteriore protezione dall’insorgenza di obesità, ipertensione, diabete mellito di tipo 2 e mortalità cardiovascolare, soprattutto nel sesso maschile. La riduzione del peso corporeo e un miglioramento dei profili lipidici rilevati dopo l’utilizzo di queste diete potrebbero spiegarne l’effetto protettivo dalle patologie metaboliche e cardiovascolari, anche se altri fattori potrebbero intervenire. Gli effetti positivi potrebbero derivare, infatti, anche da un aumentato introito di agenti antiossidanti e di fibre che caratterizzano un’alimentazione ricca in verdura e frutta fresca”.
Il Ministero della Salute segnala, tuttavia, che le diete prive di carne e soprattutto di derivati animali, se non applicate correttamente, possono essere associate al rischio di carenze nutrizionali, in particolare di vitamina B12 e in minor modo di vitamina D, acidi grassi n-3, calcio, zinco e altri oligoelementi. Queste diete necessitano pertanto di un’adeguata integrazione almeno di vitamina B12 e comunque di un’attenta scelta degli alimenti per evitare carenze nutrizionali, soprattutto se applicate nella fase di crescita o in gravidanza.
Riscontri positivi arrivano anche dall’Organizzazione mondiale della sanità secondo cui le diete a base vegetale, come quella vegana e vegetariana, aiutano a prevenire lo sviluppo di alcune malattie come tumori, malattie cardiovascolari e diabete e a ridurre l’impatto ambientale associato all’elevato consumo di alimenti di origine animale.
Per l’Academy of Nutrition and Dietetics, la più grande associazione di nutrizionisti al mondo, le diete vegetariane, se correttamente pianificate, possono favorire lo stato di salute. In particolare, chi segue una dieta vegetariana ha un rischio ridotto di ammalarsi di determinate condizioni cliniche, tra cui cardiopatia ischemica, diabete di tipo 2, ipertensione, alcune forme tumorali e obesità.
Anche la Sinu (Società italiana di nutrizione umana) ha affermato che le diete vegetariane e vegane ben pianificate forniscono un adeguato apporto di nutrienti in ogni stadio della vita. Stessa posizione della British Dietetic Association (Bda), la più grande organizzazione del Regno Unito di professionisti dell’alimentazione e della nutrizione.
Carenza di proteine?
Uno dei dubbi principali legati alle diete vegetali – emerge da un report di Altroconsumo – riguarda l’eventuale carenza di proteine. Una dieta vegetariana o vegana bilanciata – dettaglia l’associazione – soddisfa il fabbisogno di proteine, anche quello degli atleti, a tutte le età. Le proteine vengono infatti fornite da un’ampia varietà di alimenti vegetali, tra cui i legumi, che garantiscono un apporto proteico adeguato. I legumi sono anche ricchi di ferro, e alcuni ne contengono anche più di carne o pesce; perciò, la loro assunzione nelle quantità adeguate andrà ad evitare questo tipo di carenze.
Le diete senza latticini sono spesso considerate a rischio di una carenza di calcio. In realtà – si sottolinea nell’approfondimento – il calcio può essere assunto da diversi alimenti vegetali, come le verdure della famiglia delle crucifere (broccoli, verza, cavolo nero, cime di rapa, rucola) e le verdure verdi in foglia, le mandorle, il sesamo o anche i legumi. Se invece non si consuma pesce, il modo più semplice per assumere gli omega-3 è quello di prendere due cucchiaini di olio di semi di lino al giorno o mangiare 7-8 noci.
Infine, spesso si pensa che l’alimentazione onnivora sia più equilibrata di una vegetariana o vegana, ma in realtà – conclude la nota – è importante ricordare che ogni dieta deve tenere conto della piramide alimentare ed essere ben bilanciata per essere salutare.
I Paesi più vegetariani
L’India è al primo posto nel mondo per la più alta percentuale di vegetariani tra la sua popolazione, il 24%. Il vegetarianismo nel paese è associato principalmente al lacto-vegetarianismo. Le motivazioni vanno cercate principalmente nella religione: l’induismo, il giainismo e il buddismo (le principali religioni praticate in India), infatti, promuovono il vegetarianismo come pratica spirituale. Inoltre, il vegetarianismo ha radici profonde nella società indiana ed è associato a nozioni di purezza, non violenza e salute olistica.
Seguono il Messico e il Brasile, con il 19% e il 14% di vegetariani. La cucina messicana è incentrata sulla carne, con alimenti di base di manzo, pollo e maiale. Ma la scena alimentare del paese sta ora diventando più inclusiva delle diete vegetali, anche a causa dei crescenti movimenti per i diritti degli animali e considerazioni ambientali.
In Brasile si sta assistendo a una tendenza crescente verso il vegetarianismo. Secondo un sondaggio del 2022 dell’Istituto brasiliano di opinione pubblica e statistica (IBOPE), quasi il 30% dei brasiliani sta ora riducendo il consumo di carne.
L’industria vegetariana e vegana
Il trend in forte crescita con sempre più consumatori che si spostano verso diete a base vegetale a causa di preoccupazioni per la salute, l’ambiente e l’etica va a vantaggio anche dell’industria vegetariana che sta guadagnando l’accettazione generale.
Il mercato globale degli alimenti vegetariani ha un valore di 52,5 miliardi di dollari nel 2023 e dovrebbe raggiungere i 95,5 miliardi di dollari entro il 2029. Allo stesso modo, il mercato globale del cibo vegano, che comprende sostituti della carne, alternative ai latticini e pasti vegetariani, è stato valutato a 23,3 miliardi di dollari nel 2020. Secondo un rapporto di Fortune Business Insights, si prevede che il mercato vegano raggiungerà i 61,35 miliardi di dollari entro il 2028.
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