Aumenta il consumo di droghe tra i più giovani, esplode il fenomeno degli psicofarmaci senza prescrizione
- 09/08/2023
- Popolazione
Nel 2022 è aumentato il consumo di sostanze stupefacenti: tra adulti e giovanissimi, hanno assunto droghe almeno una volta circa 4 milioni e 900 mila italiani. Preoccupano anche l’abuso di alcol e il fenomeno crescente dell’autoprescrizione dei farmaci.
È quanto emerge dalla relazione annuale al Parlamento delle tossicodipendenze in Italia realizzata dal dipartimento delle Politiche antidroga e inviata dal sottosegretario Alberto Mantovano ai presidenti di Camera e Senato lo scorso 19 luglio.
Il rapporto fotografa l’uso che i cittadini fanno non solo di sostanze illecite, ma anche di sostanze lecite e di quelle lecite ma utilizzate per scopo diverso da quello prescritto. Il riferimento è agli psicofarmaci assunti senza controllo medico, così come all’uso e abuso di alcol e tabacco nella popolazione generale e giovanile.
Il fine della relazione annuale è anche quello di offrire spunti alle istituzioni per contrastare il problema delle dipendenze.
Come è cambiato il consumo delle droghe negli ultimi anni
Secondo le stime, in Italia oltre 14 milioni e 900 mila persone tra i 18 e gli 84 anni di età hanno assunto almeno una sostanza illecita nel corso della vita, circa 4 milioni e 900 mila nel 2022. La più diffusa è la cannabis, consumata da 4 milioni di persone. A seguire tra le sostanze più utilizzate ci sono gli oppiacei e derivati il cui consumo è aumentato del 180% rispetto al 2021.
Preoccupa anche il trend delle cosiddette “droghe pesanti”: il numero di persone che dichiarano di aver consumato cocaina nel 2022 è aumentato del 17% rispetto al 2017. Questa sostanza è consumata molto anche dai giovanissimi (15-19 anni): 1 studente su 50 ha assunto cocaina nel 2022 (circa 44.000 studenti). Sono mezzo milione le persone tra i 18 e gli 84 anni (1,1%) che ne hanno fatto uso nel corso dello stesso anno rendendo evidente che la cocaina resta una delle sostanze stupefacenti più diffuse nel Paese, dato confermato anche dalle analisi delle acque reflue.
Il consumo di eroina/oppiacei, invece, è addirittura triplicato rispetto al 2017. Nella popolazione generale sono 750.000 le persone fra i 18 e gli 84 anni (1,4%) che affermano di aver assunto queste droghe almeno una volta nel 2022.
Il rapporto spiega che “gli oppiacei, e l’eroina in particolare, continuano a rappresentare la sostanza con un maggiore impatto di tipo sanitario”. Sono infatti la principale sostanza di consumo tra gli utenti in trattamento ai servizi pubblici per le dipendenze e sono responsabili del 30% dei percorsi di recupero presso le strutture del Privato Sociale e del 20% dei ricoveri con diagnosi principale droga-correlata. Il 14% dei detenuti tossicodipendenti hanno consumato eroina/oppiacei come principali sostanze stupefacenti. Si tratta della categoria responsabile del 50% dei decessi per overdose registrati in Italia seppur con una “tendenza alla riduzione osservata nel corso degli ultimi tre anni”, si legge nel documento.
Sono state oggetto di analisi anche le nuove sostanze psicoattive (Nps) che sono state consumate da circa 300 mila persone nel 2022, con un aumento del 370% nella fascia d’età tra i 18-64anni. Si tratta di un gruppo ampio ed eterogeneo, in continua evoluzione, di sostanze sintetiche, tra cui cannabinoidi, oppiodi e ketamine, potenzialmente letali. Le nuove sostanze psicoattive sono oggetto di monitoraggio da parte del Sistema nazionale di allerta precoce (Snap). Solo nel 2022 sono state rilevate 76 nuove sostanze di cui 29 circolanti per la prima volta in Italia.
Sono per lo più i giovanissimi a consumare Nps: circa il 6% degli studenti di 15-19 anni le ha assunte almeno una volta nel 2022. Dopo la cannabis rappresentano la seconda tipologia di sostanze più diffusa e spesso vengono utilizzate in associazione con altre sostanze psicoattive. Le Nps maggiormente popolari fra gli studenti sono i cannabinoidi sintetici (4,4%) che hanno visto un ritorno ai valori pre-pandemici, seguiti da oppioidi sintetici (0,9%), ketamina (0,7%) e catinoni (0,5%). Seppure il consumo di queste sostanze resti piuttosto stabile, preoccupa il costante inserimento di sostanze nuove e quindi sconosciute da un punto di vista sanitario.
Il fenomeno delle “droghe legali”
Sul fronte del consumo di sostanze legali, nel 2022 salgono a circa 3 milioni le persone con un profilo di consumo di alcol “a rischio”, in aumento del 57% rispetto al 2006. Gli psicofarmaci, medicinali per cui è previsto l’obbligo della prescrizione medica, sono stati assunti nel 2022 da 8 milioni e mezzo di persone (18%). Il dato sorprendente è che il 4,5% della popolazione ha fatto uso di psicofarmaci senza prescrizione medica, con una netta prevalenza del genere femminile. In alcuni casi, l’acquisto viene fatto direttamente in farmacia, seppur senza prescrizione o utilizzando internet e conoscenti.
Tra coloro che hanno bevuto sostanze alcoliche nel corso del 2022, il 7,9% è a rischio abuso, soprattutto i consumatori di genere maschile (9,2% contro il 6,3% del rischio abuso tra le donne) e la fascia di età 18-40 anni (13% a rischio). Nonostante in tutte le fasce di età siano sempre gli uomini a essere maggiormente a rischio con un rapporto di 1,5 rispetto alle donne, nella fascia tra i 41 e i 60 anni emergono le maggiori differenze, con un rapporto di genere pari a 2,6. Eppure, nel 2022 nel genere femminile si registra un maggior numero di eccessi alcolici. In pratica, le donne a rischio abuso di alcol sono meno degli uomini, ma gli eventi di eccesso si sono registrati di più tra le donne nel corso del 2022. Il consumo a rischio di alcol nella popolazione 18-64 anni è progressivamente aumentato aumentando dal 5,6% nel 2006 all’8,8% nel 2022. La crescita è stata registrata in entrambi i generi.
Passando al tabacco, tra i 18 e gli 84 anni quasi 30 milioni di italiani, ovvero il 62%, lo hanno fumato almeno una volta nella vita (il 68% degli uomini e il 57% delle donne).
Il numero si riduce a 14milioni se si considera il solo consumo nel 2022, quando si è registrata un uso da parte del 29% della popolazione 18-84 anni.
La relazione sulle tossicodipendenze certifica una diminuzione nel consumo quotidiano di tabacco. Circa un quarto dei fumatori nel 2022 ha consumato meno di una sigaretta a settimana (21%) e il 13% meno di una al giorno; il 24% ha fumato tra 1 e 5 sigarette al giorno, il 19% tra 6 e 10 e il restante 24% ha superato questa soglia. Il 4,1% dei fumatori ha superato le 20 sigarette quotidiane.
Il consumo varia notevolmente nelle diverse fasce di età: seppur diminuisca la diffusione della sostanza, al crescere dell’età aumenta la frequenza di consumo. Sono infatti gli over60 a fumare maggiormente più di 10 sigarette quotidianamente, mentre quasi la metà dei fumatori under40 non fuma quotidianamente (46%) e il 52% dei 41-60enni ne fuma al massimo 5 al giorno.
Le dipendenze tra gli studenti
Nel 2022, la percentuale di giovani tra i 15 e i 19 anni di età che riportano l’uso di cannabis nel corso dell’anno aumenta dal 18,7% nel 2021 al 27,9% nel 2022 (600mila studenti) e cresce la proporzione che dichiara di averla utilizzata per la prima volta a 14 anni o meno (33%).
Dopo la cannabis, sono le sostanze sotto monitoraggio del sistema Snap a registrare consumi più elevati (44mila giovanissimi). L’assunzione di stimolanti, allucinogeni, cocaina e oppiacei aumenta, superando in gran parte i numeri registrati pre-pandemia.
In aumento sono gli studenti che riferiscono il consumo di alcol (ben il 78%) e coloro che utilizzano psicofarmaci senza prescrizione medica, che passano dal 6,6% del 2021 al 10,8% del 2022. Si verifica una diminuzione del numero di studenti che riportano di fumare quotidianamente, ma crescono quelli che iniziano a farlo a 14 anni o prima (35%).
Nella popolazione giovanile, l’analisi prende in considerazione la dipendenza da altri comportamenti dannosi per la salute psicofisica, spesso associati a consumi di sostanze superiori rispetto ai coetanei che non ne sono affetti. Il più comune è il gioco d’azzardo, un fenomeno che nel 2022 coinvolge un milione e 300mila studenti. Si rilevano incrementi nei profili di gioco “a rischio” (130mila), ovvero studenti che, pur di giocare, prendono in prestito denaro o compiono furti, assentandosi dalla scuola e trovano difficoltà a smettere.
L’attenzione della relazione sulle tossicodipendenze si concentra anche su nuovi comportamenti a rischio emersi negli ultimi anni, come il ritiro sociale volontario, noto come hikikomori (“stare da parte” in giapponese), una situazione sperimentata da 55mila studenti nel 2022. Questo fenomeno implica un periodo di isolamento protratto di oltre 6 mesi, durante il quale si trascorre la maggior parte del tempo ad ascoltare musica e ad interagire sui social network. La scelta di isolamento è principalmente determinata da difficoltà relazionali e di natura psicologica che interessano sempre di più la popolazione giovanile e non vanno sottovalutati.
Aumenta anche il numero di persone che accedono ai servizi pubblici per le dipendenze e nelle comunità terapeutiche, così come cresce il numero di accessi al pronto soccorso e dei ricoveri correlati all’uso di droghe. La relazione evidenzia inoltre un incremento nelle diagnosi tardive di infezioni da Hiv e Aids.
Prevenzione nella popolazione generale
Nel 2022 sono stati realizzati progetti di prevenzione su diversi livelli e obiettivi in diverse regioni. Le attività di prevenzione ambientale cercano di coinvolgere la comunità locale per lavorare sugli elementi di contesto che spingono ad assumere comportamenti a rischio.
La prevenzione, spiega la relazione annuale al Parlamento delle tossicodipendenze in Italia , è di due tipi: universale, che sensibilizza l’intera popolazione su tematiche specifiche e promuove stili di vita sani e selettiva-indicata, che è mirata ai gruppi a maggior rischio di comportamenti dannosi.
Mentre alcune regioni si sono concentrate su tipi specifici di prevenzione, altre hanno bilanciato tra le due modalità. Risulta ancora sottovalutato il ruolo degli ambienti di vita notturna nel contesto delle tossicodipendenze. La maggior parte delle iniziative è stata infatti rivolta al contesto comunitario, mentre le attività rivolte alle famiglie e agli ambienti di vita notturna sono state meno diffuse.
I principali destinatari delle attività di prevenzione sono stati i minorenni. Nel contesto scolastico, molti istituti hanno adottato regolamenti per disciplinare i comportamenti e i consumi di alcol, tabacco e sostanze stupefacenti.
Ma la sensibilizzazione è nulla senza la condivisione da parte dei giovani. Su questo punto c’è ancora molto da lavorare, dato che la partecipazione degli studenti alle attività di prevenzione è stata inferiore al 50%.
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