Manovra, quoziente familiare e tetto massimo: come cambiano le detrazioni nel 2025
- 12/11/2024
- Popolazione Welfare
Come cambieranno le detrazioni nel 2025? Tra le righe della Manovra, arrivano le risposte. Resta anche l’ipotesi di ridurre l’aliquota per i redditi tra 28.000 euro e 50.000 euro, ma dipenderà dalla copertura finanziaria. Per capire cosa cambierà (o non cambierà) per le famiglie, si parta dagli scaglioni.
Detrazioni, Irpef e cuneo fiscale nel 2025
Resta confermato l’impianto Irpef a tre aliquote per altrettanti scaglioni di reddito:
- fino a 28 mila euro, aliquota del 23%;
- oltre 28 mila e fino a 50 mila euro, aliquota del 35%;
- oltre 50 mila euro, aliquota del 43%.
Se saranno sufficienti i fondi raccolti con il concordato preventivo biennale, il governo avrà i fondi necessari per ridurre la percentuale del secondo scaglione. L’idea è quella di scendere dal 35% al 34% e, nella migliore delle ipotesi, al 33%. Anche in questo caso, l’intenzione dell’esecutivo è quella di agevolare la ‘classe media’ su cui ricade gran parte del carico fiscale di tutto il Paese. In questo senso vanno le modifiche sul cuneo fiscale previsto sulla Manovra che disegna anche come saranno gli stipendi nel 2025, con interessanti novità.
Stando al testo attuale, il sistema delle detrazioni potrebbe essere revisionato in maniera importante soprattutto per i redditi più alti e in base al numero dei figli a carico.
Tetto mobile alle detrazioni
Dopo un lungo tira e molla, il meccanismo del quoziente familiare, che al momento ha un’applicazione molto ristretta, verrà applicato anche per calcolare le detrazioni per i redditi superiori a 75 mila euro. La conferma arriva dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, a margine del confronto con i sindacati dell’11 novembre, ha confermato che nonostante i tagli alle detrazioni per questi redditi “si salvaguardano le spese sanitarie e si introduce una soglia massima di spesa, sulla quale è possibile applicare le detrazioni. Questa soglia varia a seconda del numero dei figli a carico, introducendo così di fatto un meccanismo di quoziente familiare”.
Rispetto all’Isee, il quoziente familiare è un indicatore più semplice perché si ottiene dividendo il reddito complessivo del nucleo familiare per il numero dei suoi componenti in base a dei coefficienti, senza tener conto della composizione del patrimonio, come invece fa l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente.
Chiaramente, entrambi gli indicatori favoriscono le famiglie con più figli, anche se con motivazione differenti: il quoziente familiare perché divide il reddito per un numero maggiore di componenti, l’Isee perché considera la presenza di figli come un fattore che aumenta il bisogno economico della famiglia.
Il quoziente familiare avrebbe un impatto importante sul calcolo dell’Irpef: a parità di reddito sarà avvantaggiato il nucleo familiare più grande e il risparmio aumenterebbe al crescere del reddito, avvantaggiando così le famiglie con redditi più elevati. Inoltre, l’aliquota l’Irpef verrà (probabilmente) applicata sull’intero reddito del nucleo e non più solamente sul reddito personale di ognuno dei componenti.
Per approfondire: Cosa è e come funziona il quoziente familiare
In sostanza, la legge di Bilancio riscrive il computo delle spese detraibili per i contribuenti che dichiarano più di 75 mila euro (non cambia nulla per gli altri) introducendo il tetto di spesa detraibile per il 2025.
Come si calcolano le detrazioni 2025
Il tetto alle detrazioni non sarà uguale per tutti, ma dipenderà da due fattori: il reddito complessivo e il numero di figli, se presenti. In base al primo parametro, la legge di Bilancio fissa un tetto massimo detraibile di:
- 14 mila euro per chi dichiara tra i 75.001 euro e i 100 mila euro;
- 8 mila euro per chi dichiara sopra i 100 mila euro.
Il testo specifica che ai fini del reddito complessivo è si considera anche il reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale. Per concludere il calcolo bisognerà passare dal coefficiente o quoziente familiare, costituito dal numero dei figli fiscalmente a carico nel nucleo familiare del contribuente. I coefficienti sono quattro:
* 0,50 senza figli a carico;
* 0,70 nel caso di un solo figlio a carico;
* 0,85 nel caso di due figli a carico;
* 1 se i figli sono più di due o se almeno un figlio ha delle disabilità.
Per esempio, un contribuente che ha un reddito di 90 mila euro e non ha figli a carico, avrà un massimo di spese detraibili di 7 mila euro (ovvero 14 mila euro x 0,5); mentre un contribuente con lo stesso reddito e due figli a carico avrebbe un tetto di spese detraibili pari a 11.900 euro (14 mila x 0,85). In ogni caso, il tetto scenderebbe se il contribuente avesse un reddito di 120 mila euro, quindi superiore a 100 mila euro: senza figli a carico, il massimo detraibile sarebbe di 4.000 euro (8 mila x 0,5), mentre con due figli a carico il tetto sarebbe pari a 6.800 euro (8 mila x 0,85) e così via per gli altri casi.
Per i contribuenti con reddito complessivo superiore ai 120 mila euro, si prevede un décalage (riduzione graduale) delle detrazioni, che si azzerano dai redditi che vanno da 240 mila euro in su.
Spese mediche escluse dal tetto
Dal calcolo dei massimali sono escluse le spese sanitarie e quelle relative ai mutui per la casa, ovvero gli interessi passivi sui mutui sottoscritti fino al 31 dicembre 2024 e le rate delle spese detraibili.
Infine, la Manovra ha deciso di eliminare la franchigia (importo minimo) di 260 euro sulle detrazioni, prevista nel 2024 per i contribuenti con redditi superiori a 50 mila euro lordi.
Sotto il profilo del taglio del cuneo fiscale, la detrazione sale da 1.880 euro a 1.955 euro e diventa strutturale, anche se non sono ancora chiare le coperture finanziarie.
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