L’appello delle Mamme da Nord a Sud: “Vogliamo la pace”
- 03/01/2024
- Popolazione
Le Mamme da Nord a Sud vogliono la pace. Sono un collettivo di donne che hanno messo al mondo dei figli e che sono disposte a proteggerli a tutti i costi, a patto che lo faccia anche il Governo e il Parlamento italiano. Proprio a tali organi è rivolto l’appello social che ha attirato l’attenzione di migliaia di persone che hanno deciso di supportare la causa delle ‘Mamme da Nord a Sud’.
“Noi che ogni giorno lottiamo per la salute dei nostri figli e figlie nella guerra quotidiana contro l’inquinamento delle nostre città e delle nostre terre – scrivono in un post su Facebook -. Noi donne che ci scontriamo con ecomafie e istituzioni che non ci tutelano, spesso addirittura colluse e coinvolte nei disastri ambientali […] ci ribelliamo”.
L’appello al Governo
Un grido di aiuto e speranza che dimostra la potenza dell’amore nei confronti di migliaia di bambini – sempre meno secondo le statistiche Istat – che nascono ogni giorno nel nostro Paese e a cui sembra che un futuro sia oscuro.
“Noi che ogni giorno vediamo ammalarsi o morire bambine e bambini, figlie e figli nostri e di altri, per l’inquinamento. Noi che veniamo da Taranto, dalle zone venete e piemontesi contaminate dai Pfas, dalla pianura padana, area tra le più inquinate d’Europa. Noi che veniamo dalla Sicilia avvelenata dal petrolchimico, dalle troppe zone Sin che ancora aspettano le bonifiche, dai territori ostaggio e inquinati dalle basi militari e dalle fabbriche di armi -continua l’appello sui social -. Noi che tocchiamo con mano i tentacoli di morte della guerra che parte anche qui, dai nostri territori. Perché dai nostri territori partono armi e ordigni di morte, dalla fabbrica Simmel di Colleferro come dalla Rwm in Sardegna, destinati a territori in guerra come l’Arabia Saudita, l’Ucraina, Israele”.
Il clima di paura e tensione quotidiano è diventata rassegnazione per molte donne e famiglie che decidono volontariamente di rinunciare ad un figlio perché il proprio di futuro potrebbe non essere in grado di garantirne uno migliore al proprio bambino o bambina.
“Noi che vediamo distruggere la Terra e compiere azioni insensate sui suoi abitanti in nome del denaro, del profitto, del privilegio, dell’idea che esistano nazioni e persone che valgono più di altre. Noi che vediamo la sofferenza negli ecosistemi, la perdita di fertilità nei suoli, la violenza nei confronti di tutti gli esseri viventi e del ciclo ecologico della vita. Noi che rileviamo una colpevole mancanza di investimenti seri nell’educazione, nella diplomazia, nel migliorare la capacità di dialogo, di accoglienza, di vera attenzione per l’ambiente e le persone. Noi, mamme da Nord a Sud, allenate ad una maternità universale che comprende l’attenzione alle nostre comunità, ci dichiariamo ribelli”, prosegue l’appello.
L’atto di ribellione
Dichiarano di ribellarsi ogni giorno a ciò che vedono: inquinamento, bombe e macerie nel mondo, fame e nuove povertà: “Una atrocità senza fine, insensata, che può e deve essere fermata subito”.
“Chiediamo la bonifica dei siti inquinati – scrivono sui social le Mamme da Nord a Sud -; chiediamo cura e attenzione per la terra e il paesaggio, il suolo vivo, il cibo buono e la biodiversità; chiediamo lo stop alle industrie inquinanti così come a quelle di armi; chiediamo lo stop all’invio di armi; chiediamo di togliere dai capitoli di bilancio i finanziamenti alle industrie belliche e ai combustibili fossili; chiediamo scelte anticolonialiste. Le guerre hanno il solo scopo di portare il profitto a pochi e lasciare il resto della popolazione nella povertà e inquinamento, distruggendo il pianeta e azzerando il futuro. Basta guerra, parli la pace, in nome delle vite innocenti che non hanno alcuna colpa. Non possiamo assuefarci all’orrore dei bambini straziati. Pace subito! Cura dei territori, amore per l’umanità. Uccidere i bambini vuol dire condannare a morte l’umanità”.
È un grido di allarme che merita di essere raccontato e che riguarda tutti, ogni generazione, in ogni parte del Mondo. Le Mamme da Nord a Sud hanno espresso tutto il proprio dissidio nei confronti di un sistema che sta lentamente deteriorando il futuro dei loro figli e di tutti i giovani che verranno. Un problema che merita risposte chiare, mirate e concrete, con i fatti e non con le parole.
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