Indonesia, una coppia ha chiamato suo figlio Totti De Rossi
- 22/07/2024
- Mondo
Totti De Rossi. Nessun errore di punteggiare, nessuna virgola o trattino mancante. Totti De Rossi è il nome (e cognome) che una coppia ha dato a suo figlio in Indonesia. A rivelare la storia è il creator Ajay Ravi Menon con una tanto di certificato di nascita su X.
An Indonesian Romanista has named his child Totti De Rossi! Only love and passion
Daje Roma! 🟡🔴 pic.twitter.com/IOaXwPCtWL
— Ajay Ravi Menon (@AjayRaviMenon) July 20, 2024
Indonesia Totti De Rossi, e la passione per il calcio
Di solito in queste storie almeno uno dei due genitori ha origini italiane o del Paese a cui ci si ispira. Questa volta, però, le origini non c’entrano, l’unica motivazione è la passione per il calcio. L’amore per quel pallone che rotola in continuazione fino a coprire una distanza di 11.000 chilometri, annullando le distanze tra la Capitale italiane e il Paese asiatico.
16 ore in volo sintetizzate in due cognomi che diventano nome e cognome: Totti De Rossi. “L’ottavo re di Roma” e “Capitan Futuro”, attuale allenatore giallorosso, che entrano nell’ufficio anagrafe indonesiano.
La demografia dell’Indonesia
L’Indonesia, il più grande arcipelago del mondo, ospita oltre 275 milioni di persone ed è il quarto Paese più popoloso del pianeta. Negli ultimi decenni, la demografia indonesiana ha subito importanti trasformazioni dovute a fattori come la crescita economica, le politiche governative e i cambiamenti sociali.
La popolazione indonesiana è cresciuta rapidamente nel corso del XX e dell’inizio del XXI secolo. Basti pensare che negli anni ‘60 il Paese contava circa 97 milioni di abitanti. Questo aumento demografico è dovuto principalmente a un alto tasso di natalità e a un calo della mortalità grazie ai progressi fatti nell’assistenza sanitaria.
Parallelamente, l’Indonesia ha vissuto un fenomeno di massiccia urbanizzazione. Città come Giacarta, Surabaya e Bandung hanno sperimentato una crescita esplosiva, con oltre il 56% della popolazione che ora vive in aree urbane con tutte le conseguenze ambientali, sociali e di abitabilità che questo comporta.
Negli ultimi anni, la piramide delle età del Paese sta cambiando rapidamente. Attualmente oltre il 40% della popolazione ha meno di 25 anni (di cui uno, è giusto ricordarlo, si chiama Totti De Rossi) ma l’Indonesia sta attraversando una fase di “occidentalizzazione”: la natalità sta diminuendo e la percentuale di anziani è in aumento. Già da ora è lecito ipotizzare che, con una popolazione così numerosa, la Silver Economy diventerà uno dei temi cruciali per il futuro del Paese.
Prospettive future
L’Indonesia sta entrando in una fase di transizione demografica, caratterizzata da una riduzione dei tassi di natalità e mortalità. Il tasso di fertilità totale è sceso da oltre 5 figli per donna negli anni ‘70 a circa 2,3 nel 2020, con previsioni che lo vedono avvicinarsi al livello di sostituzione (circa 2,1) nei prossimi decenni. Il discorso è analogo a quanto stiamo vivendo in Italia, ma solo come trend non nei numeri assoluti. Con il calo della fertilità e l’aumento dell’aspettativa di vita, si prevede un significativo incremento della popolazione anziana.
Infatti, secondo le previsioni, entro il 2050 la popolazione indonesiana con più di 60 anni sarà il 20% del totale, mentre in Italia già oggi uno ogni quattro è over 65.
L’urbanizzazione continuerà a essere un trend dominante. Si stima che entro il 2045, circa il 70% della popolazione indonesiana vivrà in aree urbane con una pressione crescente sulle infrastrutture, la pianificazione urbana e la sostenibilità ambientale.
Confronto con l’Europa
Trend a parte, confrontando la demografia indonesiana con quella europea, emergono enormi differenze. Mentre l’Indonesia sta sperimentando adesso un calo del TFR, i Paesi europei, specialmente quelli dell’Europa occidentale, presentano già da tempo tassi di fertilità ben al di sotto del livello di sostituzione, con una media di circa 1,5 figli per donna in età fertile (Italia fanalino di coda con 1,2). Insomma, rispetto all’Indonesia, l’Europa è il “Vecchio Continente” non solo geologicamente ma anche anagraficamente.
In molti Paesi europei, oltre il 20% della popolazione ha già più di 65 anni, una percentuale che continuerà a crescere, mentre l’Indonesia sta solo ora iniziando a confrontarsi con questa realtà e ha ancora il tempo per intervenire sulle strutture e sulle conseguenze economiche e sanitarie dell’invecchiamento demografico.
Anche l’Europa è altamente urbanizzata, con oltre il 75% della popolazione che vive in aree urbane, ma il processo è avvenuta in modo più graduale e organizzato rispetto all’Indonesia, che deve affrontare sfide di sviluppo urbano rapide e spesso disordinate. Per il Paese asiatico proprio le migrazioni interne sono il cuore della immigrazione, mentre che in Europa questo termine rimanda soprattutto alla immigrazione esterna, indispensabile alleato della demografia continentale.
L’invecchiamento demografico rappresenta un problema grave per l’economia europea, che già si trova a fare i conti con il gap tecnologico rispetto a Usa e Cina. L’Indonesia, dal canto suo, potrebbe approfittare di quanto succede nel “Vecchio Continente” per studiare in anticipo le mosse da prendere nei prossimi decenni. Intanto, qualcuno ha deciso di iniziare da altri tipi di riferimenti, abbattendo le distanze e chiamando il proprio figlio Totti De Rossi.
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