Il reddito reale delle famiglie italiane torna a salire
- 10/08/2023
- Mondo
Il reddito reale delle famiglie pro capite in Italia è cresciuto del 3,3% nel primo trimestre del 2023. Si tratta dell’aumento maggiore tra i Paesi Ocse, che hanno visto un incremento medio dello 0,9%. Una media che nasconde situazioni molto diverse: dei 21 paesi per i quali sono disponibili dati, 11 hanno registrato un aumento, mentre dieci hanno registrato un calo. Questo è il terzo trimestre consecutivo in cui il reddito reale delle famiglie pro capite è cresciuto nell’Ocse e il più alto aumento trimestrale dal 1° trimestre 2021, quando i redditi sono stati incrementati dai programmi di assistenza legati alla pandemia.
I Paesi dove il reddito reale aumenta
Tra le economie del G7 sono in aumento i redditi reale delle famiglie pro capite in:
• Italia, grazie al fatto che la crescita dei prezzi dell’energia è diminuita dopo il picco nel trimestre precedente
• Stati Uniti, con un +1,7% dovuto principalmente a una diminuzione delle imposte nel 1° trimestre 2023. Diminuzione che ha seguito l’aumento nel 2022 causato dagli aumenti delle retribuzioni, dal pagamento differito delle imposte 2020 e dalle forti plusvalenze.
Tra le economie Ocse consistenti aumenti anche in:
• Polonia, che ha registrato una forte crescita sia del PIL reale pro capite ( 3,9%) che del reddito reale delle famiglie pro capite (3,5%).
• Danimarca, con aumenti del reddito reale pro capite delle famiglie pari al 4,3%
• Belgio, con aumenti del reddito reale pro capite delle famiglie pari al 4,1%
• Paesi Bassi, con aumenti del reddito reale pro capite delle famiglie pari al 2,6%.
I Paesi con il reddito reale in calo
Tra le economie del G7 diminuiscono i redditi reale delle famiglie pro capite in:
• Canada, col calo maggiore: -2,2%, dovuto in parte ai minori trasferimenti governativi alle famiglie rispetto al periodo precedente
• Francia, che ha registrato -0.5%
• Germania, dove sia il pil reale pro capite che il reddito reale delle famiglie pro capite (-1%) sono diminuiti per il secondo trimestre consecutivo.
• Regno Unito, che ha registrato -0,8%.
Il calo dell’inflazione
I dati Ocse vanno considerati alla luce dell’ulteriore rallentamento dell’inflazione, a luglio scesa a +5,9% su base annua, dal +6,4% nel mese precedente (la stima preliminare era +6%), come comunicato dall’Istat su dati definitivi.
Rallenta anche l”inflazione di fondo’ – al netto degli energetici e degli alimentari freschi (da +5,6% a +5,2%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +5,8%, registrato a giugno, a 5,5%) – e il carrello spesa: i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano in termini tendenziali da +10,5% a +10,2%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto da +5,7% a +5,5%.
Tuttavia in base ai dati Ocse l’Italia rimane il Paese che ha perso più potere d’acquisto dopo la Grecia dall’inizio delle serie storiche.
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