Fertilità nel mondo, dove nascono più bambini?
- 02/02/2024
- Mondo
La fertilità mondiale sta calando. In tutto il mondo, negli ultimi vent’anni, quasi due terzi della popolazione mondiale vive in zone in cui la fertilità è al di sotto del livello di sostituzione. Si tratta del livello secondo il quale il numero di nuovi nati non sarebbe sufficiente a sostituire la generazione dei genitori. Ad essere maggiormente colpite sono le zone più urbanizzate, rispetto a quelle più periferiche.
Ma quanti figli hanno oggi le donne nel mondo e quali regioni hanno i livelli di fertilità più alti o più bassi?
Un approccio cartografico basato su zone di popolazione simili, da circa 35 milioni di abitanti ciascuna, ha rivelato quanto una panoramica della fertilità globale abbia una tendenza negativa in quasi tutte queste zone. Tendenza che negli ultimi due decenni sembra aver subito un picco vertiginoso. Ma scopriamo nel dettaglio cos’è successo e in quali zone questo fenomeno è maggiormente presente.
Infertilità in aumento: dove?
Secondo la proiezione delle Nazioni Unite, la popolazione mondiale continuerà ad aumentare nei prossimi sei decenni grazie al miglioramento dell’aspettativa di vita e all’inerzia demografica. Tuttavia, questa crescita sarà probabilmente rallentata dal rapido declino della fertilità attualmente in corso.
Nel 2021, il tasso di fertilità totale mondiale è stato di 2,3 figli per donna, in calo rispetto a 5,1 nel 1965, 4,8 nel 1970, 3,7 nel 1980, 3,3 nel 1990 e 2,8 nel 2000. Anche la velocità del declino ha subito un’accelerazione dal 2015, con una diminuzione di 0,17 figli per donna tra il 2015 e il 2020, rispetto a una media quinquennale di 0,07 tra il 2000 e il 2015.
Le mappe della fertilità nel mondo si basano generalmente su dati a livello nazionale. Sebbene utile per confrontare i diversi paesi, questo tipo di rappresentanza presenta un duplice svantaggio. Da un lato, cancella tutte le variazioni interne al paese, annullando quindi le disparità su uno stesso territorio; dall’altro lato, non fornisce informazioni essenziali sul numero di persone interessate, in una data area geografica specifica.
Una mappa realizzata dai ricercatori dell’Università di Bruxelles e dell’Accademia francese delle scienze ha messo in luce i livelli di fertilità nelle diverse aree geografiche del mondo. Sono indicati da cerchi di dimensioni proporzionali, divisi in 235 zone di dimensione demografica simile comprendenti tra i 30 e i 40 milioni di abitanti.
Ogni cerchio rappresentato mostra una popolazione dello stesso ordine di grandezza, per una migliore visione proporzionale del fenomeno. Secondo i dati sulla fertilità mondiale pubblicati in World Population Prospects, solo una manciata di zone nel mondo hanno ancora un tasso di fertilità superiore a 3,0 figli per donna. Si tratta dell’Africa, di alcune parti del Medio Oriente, dell’Afghanistan e del Pakistan. Tassi di fertilità superiori a 5,0 si trovano solo nel Sahel, nell’Africa centrale e nel Corno d’Africa.
Al contrario, la fecondità è inferiore alla media (2,1 figli per donna) in 152 delle 235 zone che oggi rappresentano il 63% della popolazione mondiale (contro il 45% nel 2000). I livelli più bassi si osservano nelle megalopoli costiere cinesi, in Manciuria e in Corea del Sud. La categoria a bassa fertilità, che già negli anni 2000 comprendeva le popolazioni dell’Europa e dell’Asia orientale, ora comprende anche quasi tutte le Americhe, gran parte dell’India, dell’Indonesia e, recentemente, delle Filippine.
È in India che i contrasti subnazionali sono più evidenti. Nell’India meridionale e occidentale e nel Bengala, il tasso di fertilità è inferiore a 2,1 quasi ovunque (e anche inferiore a 1,5 sulla costa del Maharashtra, nel Karnakata meridionale e nella regione di Calcutta). Al contrario, negli stati poveri e densamente popolati della valle del Gange, la fertilità è ancora compresa tra 2,3 e 3,0.
Il 41% della popolazione mondiale vive in zone a bassissima fertilità
Le zone in cui la fertilità è molto bassa riguardano principalmente quelle dei paesi sviluppati dove il modello di famiglia nucleare a fertilità moderata è ben consolidato e dove la fertilità era già in calo all’inizio degli anni ’70. Dal 2000, il declino in queste zone – gran parte dell’Europa, del Giappone e delle coste orientali e occidentali degli Stati Uniti – è stato lieve, poiché la fertilità era già calata in precedenza.
In altre zone, invece, il declino della fertilità è stato un fenomeno più recente, con un drammatico picco. Parliamo di quei Paesi quali la Corea del Sud, Taiwan, la Turchia, l’Iran, il Brasile e la Colombia. Le zone ad alta fertilità (più di 3,5 figli per donna) rappresentano ora solo quelle con il 16,1% della popolazione mondiale. Anche in queste zone, però, la fertilità è diminuita notevolmente, in una misura non prevista nemmeno vent’anni fa, diminuendo tra 1,0 e neanche 3,0 bambini per donna.
Quali cause?
Secondo i ricercatori, “i fattori alla base di questo recente declino includono un aumento dell’età al matrimonio, un’iscrizione scolastica più ampia (anche se ancora lontana dall’essere universale) per le ragazze e una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro. Anche l’accesso alla contraccezione è aumentato in queste zone, a una velocità che varia da paese a paese, anche se i bisogni insoddisfatti spesso rimangono elevati. La minore mortalità infantile riduce anche la “domanda” di nascite. Il processo si estende dalle zone più urbanizzate a quelle più periferiche, come dimostrato dalla maggiore fertilità nelle zone saheliane dell’Africa rispetto alle regioni costiere più urbanizzate dell’Africa occidentale.
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