Elezioni Taiwan, tra il fantasma di Xi Jinping e l’incubo della crisi demografica
- 12/01/2024
- Mondo
Elezioni a Taiwan, domani è il grande giorno, forse il più importante della storia recente per l’”isola ribelle” che si trova a vivere una doppia, profonda, crisi.
A minacciare la sopravvivenza di Taiwan, infatti, non c’è solo il fantasma di Xi Jinping, sempre più intenzionato a riunificare l’isola con la Cina, ma anche una perdurante e grave crisi demografica.
Se in Italia la denatalità fa paura, a Taiwan è un incubo. Tanto che il calo delle nascite è entrato di diritto nella campagna elettorale che porterà alle elezioni di Taiwan di domani, 13 gennaio. Tra le proposte: maggiori sussidi, consultazioni psichiatriche pre e post parto e un congedo di gravidanza retribuito prolungato per incoraggiare i giovani ad avere figli.
Elezioni Taiwan e crisi demografica
Tre candidati alle presidenziali, l’attuale vicepresidente Lai Ching-te per il Partito democratico progressista (Dpp), Hou Yu-ih, in corsa per il Kuomintang (Kmt) e Ko Wen-je, candidato per il Partito popolare di Taiwan (Ppt), nei loro programmi elettorali hanno presentato degli strumenti per invertire il drastico calo delle nascite, avvertito pesantemente anche dalla popolazione.
Una crisi così ampia da influire sull’altra emergenza taiwanese. Secondo le previsioni demografiche, la popolazione dell’isola potrebbe sparire nel giro dei prossimi 50 anni e questo, secondo alcuni analisti, potrebbe facilitare il compito di Xi Jinping. Il presidente cinese potrebbe optare per una strategia attendista, aspettando che sia la denatalità e non il suo esercito ad annichilire la popolazione locale. “Non c’è speranza per Taiwan se non risolviamo questo problema”, ha ammonito il presidente di Business Today Liang Yung-huang e i dati confermano la gravità del suo appello.
La crisi demografica di Taiwan in numeri
Sempre più persone sono preoccupate della denatalità nostrana, anche al di fuori dei confini nazionali, come conferma l’allarme lanciato da Moody’s sulla demografia italiana. Con un tasso di fecondità pari a 1,24 figli per donna, il ritmo del Belpaese è molto lontano dal tasso di sostituzione demografica pari a 2,1 figli per donna.
Il confronto chiarisce come la crisi di Taiwan sia devastante: nel 2022 il tasso di fertilità del Paese era uno dei più bassi al mondo, pari allo 0,87 figli per donna!
Taiwan News spiega che, in realtà, “il tasso di fertilità delle donne sposate è cresciuto dal 2003, ma il numero di donne non sposate è aumentato di anno in anno”, come vedremo tra poco.
Per Taiwan piove sul bagnato dato che, secondo le stime ufficiali, la denatalità è destinata ad aumentare e l’isola strapperà alla Corea del Sud il record, per nulla invidiabile, del tasso di natalità più basso al mondo.
Se si guarda alla tendenza i dati diventano ancora più sconfortanti: nel 1951, il tasso di natalità di Taiwan era di 7 figli per ogni donna. Da tre anni a questa parte, invece, i decessi nell’isola superano le nascite e Taiwan conta più cani e gatti che bambini sotto i dieci anni.
Il che non per tutti deve rappresentare un paragone preoccupante dato che il miliardario Terry Gou, il quale è da poco uscito dalla corsa per la presidenza, ha pensato bene di offrire un animale domestico gratis alle giovani coppie che hanno un bambino (chissà cosa commenterebbe Papa Francesco).
Come in Italia, ma all’estremo
Su queste pagine abbiamo più volte parlate dell’effetto domino che la denatalità genera, finendo per aggravare gli effetti della crisi demografica.
Ciò che si sta verificando a Taiwan riproduce la situazione nostrana, ma con ricadute molto più pesanti che Asia Times elenca così:
– graduale aumento del debito pubblico su ciascun individuo;
– indebolimento della domanda interna;
– ridotta offerta di lavoro;
– difficile assistenza agli anziani, che sono in costante aumento.
Il welfare dell’isola rischia di collassare nei prossimi anni: si prevede che nel 2060 la popolazione in età lavorativa costituirà meno del 50% della popolazione. Esattamente come in Italia, contemporaneamente aumenteranno gli anziani, come spiega il National Development Council: “Negli ultimi 19 anni, l’aspettativa di vita alla nascita a Taiwan è aumentata di 3,09 anni per i maschi e di 4,01 anni per le femmine. La popolazione over 65 è raddoppiata, passando da 2.031mila nel 2002 a 4.086mila nel 2022. Poiché il numero delle nascite è diminuito, il sostanziale aumento della popolazione anziana ha portato ad un aumento della loro percentuale rispetto alla popolazione totale. Nel 2018 ha superato il 14% e si prevede che la percentuale supererà il 20% entro il 2025, rendendo Taiwan una società “super anziana”.
Il nodo matrimoni a Taiwan
Tra i problemi alla base della crisi demografica di Taipei c’è quella che il presidente di Business Today Liang Yung-huang definisce “l’elusione del matrimonio”: nel 2021, soltanto il 50% dei giovani taiwanesi di età compresa tra 25 e 34 anni era sposato.
Una situazione che, con le dovute proporzioni, ricorda quella italiana. Dai dati relativi al tasso di prime nozze, emerge che la propensione a sposarsi è in diminuzione tra i più giovani (con un calo del 16% e del 9,7% rispettivamente per uomini e donne fino ai 30 anni) e presenta invece un aumento a partire dai 30 anni in su (con un aumento del 6,3% e dell’8,4% rispettivamente per uomini e donne). A livello generale, il trend verso il ritardo dei matrimoni porta l’età media delle nozze a 34,3 anni per gli uomini e 32,1 anni per le donne.
In meno di vent’anni, la percentuale di giovani che rimane a vivere con la propria famiglia fino all’età di 35 anni è aumentata di quasi tre punti percentuali. Una tendenza che influisce direttamente sul rinvio dei matrimoni e si accentua nei periodi di difficoltà economica.
Conclusioni
Se la popolazione italiana rischia di scomparire entro il 2307, la popolazione taiwanese che al 2022 contava circa 23 milioni di abitanti, rischia di farlo molto prima.
Le elezioni di Taiwan del 13 gennaio segneranno uno spartiacque decisivo per il futuro dell’isola, circondata da due fuochi: da una parte il pericolo cinese, dall’altra la minaccia demografica.
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