I Bajau, la popolazione che vive sott’acqua
- 16/07/2024
- Mondo
Se pensate di cavarvela in apnea, è arrivato il momento di ricredervi. In Indonesia, i Bajau riescono a stare sott’acqua senza l’ausilio di alcuna attrezzatura per oltre cinque minuti. Mediamente gli abitanti di questa tribù vivono sott’acqua per circa il 60% della loro giornata.
I Bajau, noti anche come “I nomadi dell’acqua”, sono una tribù nomade originaria del sud di Sulawesi, Indonesia, e oggi diffusa in tutto il sud-est asiatico, con una popolazione stimata di circa un milione di individui. Per adattarsi alle esigenze territoriali e di sopravvivenza, questo popolo ha sviluppato un’incredibile abilità: i Bajau riescono a trattenere il respiro per oltre cinque minuti e immergersi a decine di metri di profondità senza l’ausilio di attrezzature subacquee.
Ma come è possibile questo per un essere umano?
Come fanno i Bajau a vivere sott’acqua
Verrebbe quasi da definirli alieni o supereroi dato che la capacità media di apnea per la maggior parte della popolazione mondiale varia dai 30 ai 90 secondi. E invece, alla base di questa straordinaria capacità dei Bajau ci sono proprio la natura umana e i meccanismi di evoluzione.
Addirittura, alcuni membri della tribù sono in grado di immergersi fino a 70 metri e di passare fino a 8 ore al giorno sott’acqua. Questa abilità non è solo una curiosità, ma un elemento vitale per la loro sussistenza, in quanto la loro alimentazione dipende dalla pesca e dalla raccolta di conchiglie e crostacei.
La milza dei Bajau
L’adattamento dei Bajau si è tradotto principalmente nelle dimensioni della loro milza, molto più grande rispetto alla media mondiale.
Questa caratteristica è cruciale perché fornisce agli abitanti della tribù una riserva supplementare di ossigeno: la milza immagazzina sangue ossigenato, che viene rilasciato durante l’apnea, permettendo loro di restare sott’acqua per periodi prolungati. Studi scientifici hanno rivelato la presenza di un gene specifico, il PDE10A, associato proprio alla dimensione della milza dei Bajau.
Duro allenamento o selezione naturale?
Parlare di spirito di sopravvivenza è corretto, ma non basta per inquadrare la straordinaria capacità di apnea di questa tribù. Come spiega Geopop, gli scienziati si dividono sull’ingrandimento della milza dei Bajau secondo due teorie:
- La plasticità fenotipica, secondo cui l’allargamento della milza deriva dall’allenamento e dalla continua pratica dell’apnea. In generale, questo meccanismo è alla base dello sviluppo dei muscoli tramite esercizio fisico;
- La selezione naturale di Darwin, più accreditata della precedente. In pratica, secondo questa teoria, siccome i Bajau con una milza più grande avevano maggiori probabilità di sopravvivere e riprodursi, oggi la tribù ha una prevalenza di questo tratto genetico nella sua popolazione.
Alcune ricerche sembrano confermare la seconda teoria.
Gli scienziati, infatti, hanno confrontato le dimensioni della milza tra i Bajau pescatori, i Bajau non pescatori, e altre tribù circostanti che non praticano la pesca in apnea. I risultati hanno evidenziato che anche i Bajau non pescatori possiedono milze più grandi rispetto alle altre tribù. Chiaramente, questo suggerisce che l’adattamento sia stato genetico (teoria della selezione naturale) piuttosto che dovuto all’allenamento (teoria della plasticità fenotipica).
Non solo: il gene PDE10A, correlato alla grandezza della milza, è stato identificato anche in altre popolazioni adattate a condizioni estreme, come quelle del Tibet, che vivono ad alte altitudini e quindi con bassi livelli di ossigeno.
Possibili risvolti per la medicina
Di sicuro, i Bajau rappresentano un esempio affascinante di cosa sia in grado di fare l’essere umano per adattarsi agli ambienti estremi.
La loro capacità di immergersi per lunghi periodi ha attirato l’interesse della comunità scientifica anche per le potenziali implicazioni mediche: capire come i Bajau sfruttano al meglio le riserve di ossigeno potrebbe offrire nuovi spunti per il trattamento di condizioni mediche legate alla carenza di ossigeno come la Malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO), l’asma e la sindrome da apnea del sonno. La grande opportunità è studiare l’ipossia in modi non possibili in laboratorio.
Inoltre, sono in corso ulteriori ricerche per confrontare i tratti genetici dei Bajau con altre comunità di subacquei, come i Moken in Thailandia e le Haenyeo in Corea del Sud. Questi studi potrebbero fornire una comprensione più ampia di come diverse popolazioni si siano adattate in modo indipendente ad ambienti estremi simili, arricchendo ulteriormente la conoscenza dell’adattabilità fisiologica e genetica umana e magari offrendo nuove soluzioni a chi oggi soffre per patologie connesse alla carenza di ossigeno.
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