Obbligo vaccinale per bambini in Italia: riforma necessaria o attacco alla salute pubblica?
L’Italia si trova al crocevia di un dibattito che coinvolge salute pubblica e diritti individuali: l’obbligo vaccinale, introdotto con la legge Lorenzin nel 2017, continua a dividere opinioni e ad alimentare polemiche. Questa normativa, nata con l’intento di aumentare le coperture vaccinali e proteggere la popolazione dalle malattie infettive, ha suscitato reazioni contrastanti fin dalla sua implementazione.
I sostenitori dell’obbligo sottolineano come sia fondamentale garantire una protezione collettiva attraverso alte coperture vaccinali, necessarie per prevenire il ritorno di malattie considerate ormai controllate. Il morbillo, ad esempio, ha visto un incremento dei casi proprio negli anni in cui la vaccinazione è stata sottovalutata. La legge Lorenzin ha giocato un ruolo cruciale nel rimettere al centro dell’attenzione la necessità di proteggere i più vulnerabili attraverso la vaccinazione obbligatoria, rendendo le vaccinazioni un requisito per l’ammissione all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia.
Tuttavia, non mancano le voci critiche. Alcuni gruppi ritengono che l’obbligo vaccinale sia eccessivo e limitativo dei diritti individuali. Esiste una minoranza che nutre dubbi sulla sicurezza dei vaccini o che preferisce basarsi su informazioni non scientificamente validate. La pandemia da Covid-19 ha accentuato queste divisioni, portando alla ribalta la discussione sull’autonomia decisionale in materia sanitaria.
In questo contesto complesso, le proposte legislative del senatore Claudio Borghi rappresentano un ulteriore elemento di controversia. Borghi ha presentato due emendamenti significativi al Disegno di legge sulle liste d’attesa, miranti a riformare radicalmente la legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale. Uno degli emendamenti (3.0.7) propone l’abolizione della legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale, mentre l’altro (3.0.8) riguarda la possibilità per chi lo desideri di non essere inserito nel Fascicolo sanitario elettronico (Fse).
Implicazioni degli emendamenti proposti
L’emendamento di Borghi propone di modificare la legge Lorenzin, passando dall’obbligo alla raccomandazione per i vaccini. La motivazione dietro questa proposta, come recita l’emendamento, è che l’assetto degli obblighi vaccinali in Italia è fortemente esteso rispetto al panorama europeo e internazionale, e questa situazione si pone in conflitto con l’articolo 32 della Costituzione, che regola l’obbligatorietà dei trattamenti sanitari.
Sul fronte del Fascicolo sanitario elettronico, Borghi ha ricordato che ci sono stati rilievi del Garante della privacy, evidenziando che molti cittadini si sentono schedati e non desiderano condividere i loro dati sanitari.
Borghi ha dichiarato all’Adnkronos Salute che l’obbligo vaccinale previsto dalla legge Lorenzin non ha portato ai risultati sperati, sottolineando che lo strumento migliore è l’informazione ai cittadini. “A me risulta che ci sia un aumento nella popolazione del rifiuto dei vaccini. Ricordiamoci anche la lezione del Covid”, ha affermato il senatore.
La legge Lorenzin
La legge Lorenzin, introdotta con il Decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, convertito in legge il 31 luglio 2017, n. 119, ha stabilito l’obbligatorietà di dieci vaccinazioni per i minori di età compresa tra zero e sedici anni e per i minori stranieri non accompagnati. Le vaccinazioni obbligatorie includono:
- Anti-poliomielitica
- Anti-difterica
- Anti-tetanica
- Anti-epatite B
- Anti-pertosse
- Anti-Haemophilus influenzae tipo b
- Anti-morbillo
- Anti-rosolia
- Anti-parotite
- Anti-varicella
L’obbligatorietà delle ultime quattro vaccinazioni è soggetta a revisione ogni tre anni in base ai dati epidemiologici e alle coperture vaccinali raggiunte.
Oltre alle vaccinazioni obbligatorie, la legge prevede anche l’offerta attiva e gratuita, da parte delle Regioni e Province autonome, di altre vaccinazioni, come quelle anti-meningococcica B, anti-meningococcica C, anti-pneumococcica e anti-rotavirus, senza obbligo vaccinale.
Reazioni degli esperti
La proposta di Borghi ha immediatamente sollevato preoccupazioni tra gli esperti sanitari e le organizzazioni mediche, che ritengono che l’obbligatorietà sia cruciale per mantenere alte le coperture vaccinali e prevenire il rischio di epidemie.
Virologi e igienisti pro-obbligatorietà
I virologi e igienisti, tra cui spiccano nomi come Fabrizio Pregliasco e Roberto Burioni, hanno enfatizzato l’importanza dell’obbligo vaccinale. Secondo loro, la legge Lorenzin ha dimostrato di essere efficace nel migliorare le coperture vaccinali in Italia, riducendo significativamente il rischio di malattie infettive come il morbillo e la pertosse.
Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’Università Statale di Milano, ha chiarito che “la normativa introdotta nel 2017 ha prodotto dei risultati tangibili nel rilanciare le coperture vaccinali nel nostro Paese”. Pregliasco ha continuato, evidenziando come “prima della legge Lorenzin, c’erano preoccupazioni serie riguardo alla diminuzione delle coperture vaccinali, in particolare per il morbillo e altre malattie contagiose”. L’obbligatorietà ha invertito questa tendenza, portando a un aumento delle vaccinazioni e riducendo così il rischio di epidemie.
Roberto Burioni, virologo e professore all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha aggiunto che “i dati preliminari hanno confermato l’efficacia della legge nell’aumentare le percentuali di immunizzazione, soprattutto tra i bambini precedentemente non vaccinati”. Secondo Burioni, “questo ha contribuito a proteggere non solo i singoli individui, ma l’intera comunità, riducendo la circolazione dei virus e prevenendo potenziali focolai epidemici”.
Entrambi gli esperti hanno sottolineato che la pandemia da Covid-19 ha rappresentato una battuta d’arresto significativa per i progressi fatti nel campo delle vaccinazioni. Pregliasco ha evidenziato che “l’emergenza sanitaria ha sollevato dubbi sull’efficacia dei vaccini, alimentando anche una diminuzione delle coperture vaccinali per altre malattie prevenibili”. Questo, secondo lui, ha contribuito al recente aumento dei casi di morbillo in Italia, una malattia che può risultare letale, soprattutto in gruppi non vaccinati.
Pediatri: “Necessità di protezione per i bambini”
Dall’altra parte, pediatri e organizzazioni come la Federazione italiana medici pediatri (Fimp) e la Società italiana di pediatria (Sip) hanno espresso un forte rifiuto nei confronti dell’emendamento proposto da Borghi. Secondo la Federazione italiana medici pediatri, “eliminare l’obbligo vaccinale in questo momento sarebbe irrazionale”. Essi sottolineano che “in un contesto dove la disinformazione è diffusa, una proposta di questo tipo rischia di compromettere la salute pubblica, mettendo in pericolo sia i singoli cittadini sia l’intera società”.
La Società italiana di pediatria aggiunge che “la legge sull’obbligo vaccinale per l’accesso a scuola ha dimostrato di essere un efficace strumento per aumentare i livelli di copertura vaccinale in un momento storico in cui erano in calo”. Secondo loro, “se consideriamo il morbillo, malattia altamente contagiosa con un tasso di mortalità nei Paesi sviluppati, prima dell’introduzione della legge la copertura vaccinale era significativamente inferiore rispetto a oggi”. La Sip evidenzia che “attualmente ci sono ancora numerose persone non protette contro il morbillo, il che spiega l’attuale quadro epidemiologico del nostro Paese con casi notificati”.
Per la Federazione italiana medici pediatri, “abolire l’obbligo vaccinale per le vaccinazioni pediatriche contro morbillo, rosolia, varicella e parotite è privo di qualsiasi fondamento scientifico e rischierebbe di vanificare gli sforzi degli ultimi anni per arrivare ai tassi di copertura raccomandati dagli organismi sanitari”. Essi sottolineano che “nessuna Regione italiana raggiunge il 95% di copertura contro il morbillo relativamente alle due dosi del ciclo di immunizzazione”.
Infine, il pediatra Italo Farnetani ha commentato che “tornare indietro sarebbe come condannare a morte alcuni bambini ogni anno”. Egli ha chiarito che “senza l’obbligatorietà del vaccino non si raggiungerà mai un numero sufficiente di bambini vaccinati,” e ha aggiunto che “abolendo l’obbligo, verrebbe calpestato anche l’articolo 32 della Costituzione, che garantisce il diritto alla salute”.
Expertise sanitaria a difesa dell’obbligatorietà
La discussione sugli emendamenti proposti dal senatore Claudio Borghi per modificare l’obbligatorietà delle vaccinazioni pediatriche in Italia, nell’ambito dei decreti-legge sulle Liste di attesa, ha generato un acceso dibattito tra esperti di sanità pubblica. Virologi, pediatri e altre figure autorevoli nel campo della medicina hanno espresso un consenso unanime sulla necessità di mantenere l’attuale normativa che rende obbligatorie le vaccinazioni per malattie come il morbillo, la pertosse e altre.
Le loro posizioni sono state chiare nel sottolineare che l’obbligo vaccinale è essenziale per garantire elevati livelli di copertura immunologica nella popolazione, prevenendo così il ritorno di malattie contagiose che possono avere gravi conseguenze per la salute pubblica.
Il presidente della 10ª Commissione permanente, Franco Zaffini, ha rimandato a lunedì la decisione sull’inammissibilità degli emendamenti al decreto sanità, come dichiarato dal senatore Claudio Borghi su X. Borghi stesso ha commentato: “Non credo che l’esito cambierà ma diciamo che, per ora, la già dichiarata inammissibilità dell’emendamento è la solita fake news”, sottolineando la sua percezione di una valutazione politicamente motivata piuttosto che basata su criteri giuridici obiettivi.
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