TikTok, genitori denunciano l’app perché “danneggia i nostri figli”
- 06/11/2024
- Giovani
TikTok e il suo algoritmo esporrebbero i giovani a contenuti che li mettono in pericolo. Sette famiglie francesi, per questo motivo, hanno deciso di denunciare l’app cinese per una presunta mancanza di efficace moderazione dei contenuti. A raccontare la vicenda è Maître Laure Boutron-Marmion, avvocata penalista specializzata nella difesa dei minori coinvolti nella denuncia, due dei quali hanno posto fine alla loro vita recentemente.
“Vi confermo che ho presentato al tribunale di Créteil un ricorso proposto da sette famiglie che denunciano tutte la stessa cosa: il deterioramento dello stato di salute fisica e mentale dei loro figli – ha raccontato l’avvocata lunedì 4 novembre a Franceinfo -. Purtroppo, alcuni non sono più qui per parlarne”.
“Non abbiamo ricevuto alcuna notifica di procedimenti legali relativi a queste rivendicazioni”, ha chiarito un portavoce di TikTok. La causa, infatti, è stata appena intentata dalle famiglie e non c’è una decisione definitiva di un giudice.
Denunce e testimonianze contro TikTok
Le sette famiglie si sono unite attorno ad un collettivo che ha preso il nome di Algos Victima. Secondo le testimonianze raccolte dal collettivo, l’algoritmo di TikTok proporrebbe numerosi video che promuovono il suicidio, l’autolesionismo o che presentano disturbi alimentari.
“Il nostro appello è ricco di documenti e di prove tangibili per ciascuna delle storie di queste sette famiglie”, ha precisato l’avvocata. Questo appello si aggiunge a una denuncia penale presentata nel 2023 dai genitori di una di loro, Marie, che si è suicidata.
Una delle testimonianze raccolte dal quotidiano francese racconta di una giovane ragazza, già vittima di molestie e bullismo a scuola, che, da quando ha ricevuto il suo primo cellulare a 14 anni, ha iniziato a vedere per puro caso contenuti che incoraggiano l’autolesionismo, il suicidio e simili. Su TikTok, ha spiegato l’adolescente, “ci sono, ad esempio, persone che mostrano le loro cicatrici, alcune ancora fresche, con il sangue. Oppure gente che dice che andrà a comprare delle lamette e altre che dicono che, se non finisci al pronto soccorso dopo un tentativo di suicidio, non conta. Oppure, per i disturbi alimentari, bisogna essere sottopeso, con la sonda nel naso, per essere considerati”.
“TikTok – ha aggiunto la ragazza – mi ha incoraggiato a porre fine alla mia vita, dando consigli su dove acquistare medicine o cosa usare per farsi del male, cose del genere. Mi sono resa conto che vedevo solo video di persone tristi, ma questo mi ha fatto piacere, mi è piaciuto perché mi sentivo ascoltata”.
E dopo un tentativo di suicidio, “vorrei che TikTok rivedesse le sue priorità di scelta dei contenuti, perché ci sono video che incitano al suicidio o all’autolesionismo, o altre cose del genere, che sono abbastanza comuni sulla piattaforma. In ogni caso, su TikTok ho preso davvero coscienza di molte cose che non sono salutari”.
TikTok nel mirino dei governi
Non è la prima volta che TikTok finisce mediaticamente “a processo” per questo genere di eventi. Anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha più volte ribadito che il social network rappresenta una minaccia agli anni dell’adolescenza che sono molto importanti per le “funzioni cerebrali” e “per lo sviluppo della personalità”. Per questo preoccupa la Commissione Ue, ma non solo. Anche perché le “interferenze” operate tramite i social media “su scala industriale” non sarebbero le stesse che hanno in Cina. Lì è “leggero e motivante”, in Europa no. E così “non può” andare avanti: “È un terreno completamente nuovo – ha spiegato – La tutela dei minori e il lavoro contro le caratteristiche di questi social che creano dipendenza sono cose di cui l’Ue si deve occupare”.
Per pedagogisti e studiosi dello sviluppo cognitivo giovanile il problema è ancora più profondo e riguarda, non solo l’uso dei social network, ma anche il possesso o meno dello smartphone da parte di adolescenti e giovani.
Smartphone, “un problema” per gli adolescenti
Una petizione è in corso nel nostro Paese e vede protagonista la richiesta al governo di vietare ai minori di 14 anni di avere un cellulare e agli under 16 di aprire un profilo sui social media.
Per il momento, il divieto è arrivato negli istituti scolastici italiani e europei con esempi quali il liceo Volta di Torino che chiude a chiave gli smartphone delle prime e seconde classi. Mentre da quest’anno, il governo olandese ha esteso il divieto di smartphone, smartwatch e tablet a tutte le scuole primarie e secondarie, per contrastare le distrazioni e migliorare le prestazioni accademiche. Così come la Francia stessa che ha vietato l’uso degli smartphone nelle scuole elementari e medie dal 2018, per promuovere un ambiente di apprendimento più sano e ridurre la dipendenza dai dispositivi digitali. O anche la Grecia che ha implementato divieti simili nelle scuole, in linea con un trend crescente in Europa volto a ridurre l’impatto negativo della tecnologia sull’istruzione.
Secondo il surgeon general degli Stati Uniti, Vivek Murthy, una delle più alte cariche sanitarie del Paese, negli Usa il 95% degli adolescenti di età compresa tra 13 e 17 anni afferma di utilizzare almeno un’app di social media e più di un terzo afferma di utilizzarla “quasi costantemente”. In un report da loro redatto lo scorso anno è emerso che 1 adolescente su tre usa il cellulare anche oltre la mezzanotte e che spesso sente di essere vittima di “insoddisfazione del proprio corpo, disturbi alimentari, confronto sociale e bassa autostima, specialmente tra le ragazze adolescenti”.
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